Esercito: al Galoppatoio di Villa Borghese a Roma celebrato il Bicentenario della costituzione della Scuola di Cavalleria. La prima sede fu a Venaria Reale (Torino)

ROMA. Le Squadriglie dell’Esercito, impegnate nel viaggio rievocativo dell’anniversario per la costituzione della Scuola di Cavalleria, hanno raggiunto Roma, dopo aver percorso circa 1.500 km lungo due itinerari: uno da Venaria Reale (Torino), prima sede dell’Istituto di formazione, l’altro da Lecce, attuale sede.

Lo schieramento del reggimento montato

La cerimonia del Bicentenario ha avuto luogo presso l’ovale verde del Galoppatoio di Villa Borghese, prestigiosa location sede dei più importanti concorsi ippici internazionali che ha fatto da cornice
all’evento, ospitando 18 Stendardi delle unità di Cavalleria e tre Reggimenti di formazione i quali, attraverso dimostrazioni a cavallo, hanno rievocato le tradizioni della Cavalleria.

Alla presenza del ministro della Difesa, Guido Crosetto, del capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, i “cavalieri” dell’Esercito si sono riuniti per assistere al celebre carosello dei “Lancieri di Montebello” (8°), la prova di ardimento equestre a cura del Centro Militare di Equitazione e la leggendaria “carica” di un reparto di formazione.

L’intervento del ministro della Difesa, Guido Crosetto

Inoltre, a premessa di tutte le attività dimostrative, il “passaggio del cavallo scosso”, una delle più evocative tradizioni dell’Arma, ha ricordato tutti i Cavalieri che hanno sacrificato la
vita per la Patria.

Il passaggio del “cavallo scosso”

“Duecento anni di eroismo da Cavalieri, uomini e donne che hanno dedicato la loro vita al servizio del Paese – ha detto il ministro Crosetto -. Sempre con l’umanità che contraddistingue la via italiana di essere militari senza precludere la scelta di diventare eroi. Oggi siamo qui per difendere con ostinazione la forza del ricordo nella Storia e celebriamo una ricorrenza cruciale per i Cavalieri che hanno reso grande la Cavalleria”.

Esercizi di ardimento dei Cavalieri

“La Cavalleria – ha aggiunto – oggi è una moderna componente dell’Esercito con mezzi blindati e corazzati che ne potenziano le capacità di protezione, ma che conserva le tradizioni e lo spirito che l’hanno sempre accompagnata”.

L’intervento del Capo di SME, Generale Pietro Serino

ll capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, nel salutare il personale impegnato nella cerimonia e tutti gli ospiti convenuti, ha voluto sottolineare: “Oggi celebriamo un aspetto importante: l’amicizia tra l’uomo e il vero protagonista di questa storia: il cavallo! Uno straordinario animale che si è fatto amico, commilitone, compagno d’armi, condividendo con i cavalieri
disagi, sudore, fame, paure, ma senza far mancare mai il proprio impegno e, soprattutto il proprio coraggio”.

E, concludendo si è rivolto ai “Cavalieri” definendoli: “Grandi soldati capaci di andare oltre, servendo tra i primi anche in armi e specialità innovative dove serviva e serve tecnica e coraggio”.

“Oggi, la Scuola di Cavalleria – ha detto il Generale C.A. Lamanna – animata da flessibilità culturale e spinta dalle nuove esigenze operative, continua a promuovere e adottare continui perfezionamenti ordinativi, tecnologici e d’impiego, dimostrando di essere parte attiva di un’Istituzione che nel tempo è stata in grado di conciliare le nobili tradizioni secolari con le necessità di rinnovamento”.

L’intervento del Generale di Corpo d’Armata, Lamanna

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