Guardia di Finanza: con la Polizia di Stato scoperto ad Ascoli un vasto commercio di autoricambi rubati. Denunciate tre persone ed accertati introiti illeciti per 6 milioni di euro

Di Antonella Casazza

ASCOLI PICENO. Ancora un’operazione congiunta tra Guardia di Finanza e Polizia di Stato ed ancora una volta è il settore automobilistico a essere interessato, in questo caso non da veicoli bensì da autoricambi rubati che poi venivano rivenduti (anche su internet) da un gruppo criminoso italo/polacco.

A scoprire la vicenda sono stati i Finanzieri del Comando Provinciale di Ascoli Piceno e gli agenti della Polizia Stradale, i quali hanno concentrato le loro attenzioni investigative su alcuni magazzini vicini alla zona industriale ascolana.

Avendo raccolto sufficienti elementi indiziari gli uomini della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza sono così acceduti nei suddetti stabili dove – a seguito di perquisizione disposta dalla locale Procura della Repubblica che ha diretto le operazioni – hanno rinvenuto e catalogato migliaia di pezzi di ricambio tra i quali dispositivi airbag, centraline elettroniche, cruscotti, sterzi, un motore completo, le immancabili parti di carrozzeria ed altro materiale.

I Finanzieri ascolani mentre rinvengono un motore di provenienza furtiva

Tutti di recente costruzione e tutti appartenenti alle più diverse case automobilistiche italiane ed estere.

Un’attività di accertamento laboriosa ma che, corroborata dai paralleli accertamenti eseguiti dagli investigatori della Polizia Stradale, ha confermato la provenienza furtiva di molti autoricambi provenienti da tutto il territorio nazionale.

Auto che sono state, dunque, private di costosa componentistica che poi finiva per essere stoccata nel Piceno prima di essere commercializzata.

La vendita al pubblico, almeno quella in forma tradizionale, avveniva presso un negozio della città marchigiana, parallelamente affiancata da quella on-line tramite siti dedicati e realizzati proprio allo scopo.

Pezzi che poi venivano puntualmente recapitati alla clientela di numerose località italiane attraverso spedizionieri.

Da notare come gli autoricambi rubati venissero inoltre rivenduti come nuovi a prezzi di gran lunga inferiori a quelli di mercato, chiaramente a discapito della sicurezza poiché le modifiche o le installazioni di elementi ingegneristicamente complessi come quelli in questione – qualora effettuati in maniera non professionale e senza il rispetto delle procedure standard fissate dalle case-madri – oltre a poter pregiudicare il funzionamento e la marcia dei veicoli sui quali vengono ad essere montati, implicitamente costituiscono un più che potenziale pericolo per gli altri utenti della strada.

Un commercio illecito e dai diversi risvolti di concreta pericolosità dunque, che costituisce altresì un danno reale per gli operatori economici del settore.

Gli agenti della Polizia Stradale con uno dei ricambi trafugati

Per quanto invece attiene agli aspetti finanziari della vicenda sono stati invece gli investigatori delle Fiamme Gialle a ricostruire il volume degli introiti illecitamente incassati che, nel dettaglio, ammontano a sei milioni di euro in termini di reddito imponibile ai fini delle Imposte Dirette, nonché di circa un milione e trecento mila euro in termini di IVA dovuta.

Al termine dell’attività i vari siti web utilizzati per la commercializzazione degli autoricambi in questione sono stati oscurati, mentre tutta la “merce” oggetto di tale commercio è stata sottoposta a sequestro.

Ai tre soggetti implicati vengono ora contestati i reati di ricettazione, riciclaggio, contraffazione, frode nell’esercizio del commercio e omesse dichiarazioni in materia di IVA e II.DD., anche se nei loro riguardi vige la presunzione di non colpevolezza che decadrà soltanto ad eventuale ed intervenuta sentenza irrevocabile di condanna.

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