Guardia di Finanza: operazione “Carte false”, scoperta ad Asti una truffa ai danni dell’Unione Europea. Eseguito un sequestro preventivo da 2,9 milioni di euro e denunciati 4 professionisti

Di Gianluca Filippi

ASTI. Un sequestro di beni di circa 3 milioni di euro è stato eseguito dai finanzieri del Comando Provinciale di Asti all’esito di un’attività di indagine coordinata dalla Procura Europea (EPPO – European Public Prosecutor’s Office)  sede di Torino, che ha interessato quattro professionisti tra componenti del consiglio di amministrazione ed un manager di una società attiva nella provincia piemontese ma con sede legale a Milano.

Il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, finalizzato alla successiva confisca, giunge a seguito di accertamenti compiuti dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria (PEF) di Asti, dalle cui risultanze sarebbero emersi una serie di artifizi e raggiri – realizzati tra il 2017 ed il 2020 – compiuti dai responsabili di una società, finalizzati a rappresentare una situazione finanziaria più florida di quella reale e strumentale all’erogazione di finanziamenti dell’Unione Europea per complessivi 2.570.000 euro da parte della SIMEST S.p.A. (Società Italiana per le imprese all’Estero).

Finanzieri impegnati nelle attività d’ufficio

Per gli investigatori della Guardia di finanza astigiana si è dunque trattato di falsificazioni documentali realizzate per dissimulare – in pregiudizio dei creditori della società medesima – una gravosa situazione di mala gestione, che a fine 2019 aveva determinato perdite d’esercizio (chiaramente occultate) per 11,9 milioni di euro, con un conseguente patrimonio netto negativo per 7,3 milioni di euro.

In base alle suddette risultanze investigative, i responsabili finiti nell’inchiesta sono stati pertanto segnalati alla competente Procura per i reati di truffa aggravata ai danni dell’Unione Europea, indebita percezione di erogazioni pubbliche e bancarotta fraudolenta. In relazione alle gravi irregolarità emerse, il GIP del Tribunale di Milano ha emesso un decreto di sequestro preventivo – per equivalente – di beni, fino alla concorrenza di una somma pari all’ingiusto profitto ottenuto (2,9 milioni di euro) ai danni dell’Erario oltre che della Unione europea. Il provvedimento di sequestro eseguito ha riguardato 17 immobili siti a Milano, Monza, San Damiano d’Asti (Asti), Camogli (Genova) e Corniglio (Parma), oltre a 3 terreni e denaro contante per circa 270 mila euro.

Lo stato attuale della vicenda, oltre a testimoniare la stretta quanto proficua collaborazione che intercorre tra la Procura Europea e la Guardia di Finanza nel contrasto degli illeciti e delle frodi al bilancio unionale, lascia comunque imprescritta la presunzione d’innocenza dei soggetti coinvolti, le cui responsabilità penali, in relazione ai reati contestati, non potranno essere definite fino ad eventuale ed intervenuta sentenza irrevocabile di condanna.

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