Guardia di Finanza: Treviso, pagavano “in nero” automobili in cambio di forti sconti. Comminate sanzioni per oltre 2,5 mln. di euro gli acquirenti

Di Dario Gravina

Treviso. Si tratta di un’operazione che a novembre scorso aveva visto l’esecuzione di diversi arresti eseguiti nei confronti di un gruppo criminale attivo dal 2015, dedito alla truffa aggravata ai danni dello Stato ed al falso ideologico commessi nel commercio di autovetture di provenienza comunitaria. Stavolta a finire nelle grane sono però i loro clienti, i quali – in cambio di significativi sconti sul prezzo delle auto – si sono accordati con gli arrestati corrispondendogli soldi “in nero”.

L’attività investigativa in questione, che i finanzieri del Comando Provinciale di Treviso hanno allargato successivamente all’operazione denominata “Salone di lusso”, vede infatti emergere ulteriori fattispecie di reato sotto forma di illecito trasferimento di denaro contante che, all’epoca dei fatti, era fissato entro il limite dei 3.000 euro.

Passando al setaccio centinaia di operazioni relative alla compravendita di autovetture, i finanzieri trevigiani hanno così rivelato anche i pagamenti effettuati sottobanco da numerosi clienti residenti nelle province di Treviso, Belluno, Padova, Verona, Venezia, Pordenone, Vicenza, Piacenza e Cosenza; tutti acquirenti che avevano contattato le concessionarie finite al centro della suddetta operazione tramite gli annunci pubblicati sul web dalle stesse, nei quali si proponeva la vendita – a prezzi molto vantaggiosi – di automobili importate dalla Germania.

Le automobili di lusso sequestrate

Proprio a seguito di questi preliminari contatti subentravano le proposte dei venditori i quali, in maniera pressoché sistematica, prospettavano agli acquirenti interessati la possibilità di ottenere forti sconti purché versassero il denaro richiesto in maniera “non tracciabile”, il tutto chiaramente finalizzato ad evadere l’IVA in un accordo che vede però emergere chiare corresponsabilità, anche se di diversa natura.

Le violazioni contestate ai clienti individuati dalle fiamme gialle e resisi responsabili di tali condotte, prevedono ora il pagamento di sanzioni che vanno dai 3.000 ai 50.000 euro e per un importo complessivamente calcolato in oltre 2.500.000 euro

Il descritto sviluppo investigativo dell’operazione “Salone di lusso” ben rappresenta dunque la “trasversalità” delle attività economico-finanziarie affidate al Corpo, le quali molto spesso finiscono per far emergere irregolarità ed illeciti di vario genere e che, per questa vicenda, si sono sostanziati nell’utilizzo di modalità di pagamento vietate da una normativa tributaria che (oltre agli evidenti profili legati alla lotta all’evasione fiscale) mira altresì a contrastare il riciclaggio di capitali aventi provenienza illecita.

 

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