Spazio: l’Agenzia Spaziale Europea presenta il progetto “Solaris”. L’energia solare catturata nello Spazio da satelliti e trasferita sulla Terra

Di Assunta Romano

PARIGI. Catturare l’energia solare direttamente nello spazio attraverso una flotta di satelliti e trasferirla sulla Terra. È questa l’idea innovativa alla base del programma SOLARIS dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) pubblicato sul sito ufficiale dell’Agenzia.

Si tratta del risultato di uno studio commissionato da ESA alla società inglese Frazer- Nash Consultancy e alla società tedesca Roland Berger. Il progetto sarà presentato ufficialmente in occasione del Consiglio dell’ ESA previsto il prossimo mese di novembre. L’impianto, denominato SPACE-BASED SOLAR POWER (SBSP), sarà in grado di produrre circa 800 TeraWattora l’anno entro i prossimi 30 anni.

Sede dell’ESA a Parigi

Il costo della prima fase del progetto SOLARIS da realizzare nel 2022  è stata stimata in  9.8 miliardi di euro. I costi operativi previsti per l’intera durata del progetto (30 anni) sono stimati in 3.5 miliardi di euro.

I satelliti posti nell’orbita geostazionaria (a circa 42.000 km dal centro della Terra) riceveranno i raggi solari in qualsiasi condizione metereologica e per 365 giorni l’anno.  Ciascun satellite, continuamente illuminato dal Sole, trasformerà i raggi solari in microonde trasmesse sulla Terra in modalità wireless. Qui un’antenna speciale-una rectenna- convertirà le microonde in corrente continua da immettere in rete. Un singolo satellite sarà in grado di  produrre in modo continuativo tra 1- 2 gigawatt. Se l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili (energia eolica e fotovoltaica) è a intermittenza, l’energia solare catturata direttamente nello spazio rappresenta una fonte inesauribile, pulita e soprattutto stabile.

Logo ESA

Il progetto SOLARIS consentirà, secondo lo studio, di raggiungere l’obiettivo fissato dalla Commissione Europea di emissioni zero da fonti di  carbone entro il 2050. La realizzazione dello SPACE-BASED SOLAR POWER avrebbe inoltre altri vantaggi.

Consentirebbe la riduzione della dipendenza dell’Europa da altri fonti energetiche. Inoltre costituirebbe un volano per l’industria aerospaziale europea oltre che a eliminare la dipendenza energetica dell’UE da altri paesi.

Il progetto “Solaris” dell’ESA

Il rapporto ha, inoltre, quantificato in termini economici i benefici generati dal progetto nel periodo 2022-2070. A fronte di 418 miliardi euro spesi per i 54 satelliti da lanciare nello spazio, si calcolano benefici stimati in 601 miliardi euro. Tra questi, l’eliminazione dei costi generati dalle tecnologie utilizzate sulla Terra e dei costi sociali generati dalle emissioni di CO2. Significative soprattutto le ricadute in termini economici nel settore della  ricerca e dello sviluppo.

Come trasferire l’energia solare direttamente sulla Terra

Per la piena realizzazione del progetto è indispensabile, secondo gli analisti, investire in infrastrutture che consentano il trasferimento dell’ energia in modalità wireless in qualsiasi angolo del pianeta. Oltre che potenziare il trasporto spaziale che richiederebbe un potenziamento 200 volte superiore rispetto all’attuale. Il numero attualmente disponibile delle basi di lancio, evidenzia il rapporto, risulta insufficiente a garantire tutti gli step di SOLARIS. Con le piattaforme attualmente a disposizione lanciare un satellite nello spazio richiederebbe dai 4 ai 6 anni.

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