ROMA. Da domani, presso la Sala Bianchi del Comune di Belluno, si terranno due giornate di incontri e confronti con professionisti e cittadinanza.
“Bellunese: 150 anni fa un terremoto”, organizzato dal Comune di Belluno e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), con la collaborazione degli Ordini professionali di Geologi, Ingegneri, Architetti e Geometri, si articola in due giornate di convegno per i professionisti (prima giornata) e per la cittadinanza (seconda giornata).
L’evento prende spunto dalla memoria dei due terremoti che storicamente hanno interessato il territorio bellunese, quello del 29 giugno 1873, di cui ricorre il 150° anniversario, che con una magnitudo di 6.3 causò distruzioni e danni riconducibili al IX-X grado della Scala Mercalli-Càncani-Sieberg (MCS) determinando la perdita di 80 persone, e il terremoto del 18 ottobre 1936 che, con una magnitudo di 6.2, provocò danni del IX grado della Scala MCS.
Nelle due giornate si susseguiranno gli interventi del Presidente dell’INGV, prof. Carlo Doglioni, della Vice Capo Dipartimento della Protezione Civile, dott.ssa Titti Postiglione, dei ricercatori dell’INGV, delle Università, delle Istituzioni, del mondo delle professioni e della scuola.
Le due giornate vedranno i contenuti sviluppati in considerazione del pubblico di riferimento: argomenti più specifici e tecnici per il programma del 29 giugno dedicato ai professionisti, giornata dai contenuti più divulgativi per il 30 giugno dedicato alla cittadinanza.
I terremoti hanno un impatto drammatico sulla vita delle persone, sulle economie dei territori e sul nostro straordinario patrimonio culturale. Consumano vite umane, risorse economiche, beni culturali e coesione sociale a dispetto di un Paese sviluppato come l’Italia, con una prestigiosa tradizione scientifica e tecnica nel settore della prevenzione sismica.
Questa apparente contraddizione ha la sua spiegazione nella carenza di conoscenza dei rischi e della prevenzione, carenza purtroppo presente in diversa misura a tutti i livelli, dalla governance istituzionale alla popolazione.
Una risposta efficace ai futuri grandi terremoti, sia in termini di prevenzione che di educazione al rischio sismico, è improcrastinabile.
Il ricordo dei terremoti, quindi, è solo l’occasione per evidenziare che, pur non potendoli prevedere, sappiamo che nel futuro terremoti come quelli del 1873 e del 1936 si ripeteranno.
È responsabilità di tutti, scienziati, politici, tecnici e – non ultimi – singoli cittadini, collaborare per ridurre al massimo le perdite e i danni.
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