Guardia di Finanza: Latina, scoperto un giro di gestione e smaltimento illecito di rifiuti. Sequestrate ad una società del settore disponibilità finanziarie per oltre 6.300.000 euro

Di Massimo Giardinieri

LATINA. Proventi illeciti per più di 6,3 milioni di euro derivanti da traffico illecito di rifiuti, è questa la somma posta sotto sequestro dai finanzieri del Comando Provinciale di Latina nei confronti di una società della zona pontina.

Il sequestro di cui sopra, disposto dal GIP del Tribunale di Roma, giunge al termine di una complessa attività investigativa che i finanzieri hanno svolto su delega della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della Capitale e che ha riguardato una società attiva nella gestione dei rifiuti ma che, sulla base di quanto emerso dalle indagini, operava in violazione della normativa ambientale.

La stessa compagine societaria, infatti, riceveva e gestiva illecitamente ingenti quantitativi di rifiuti speciali e urbani senza essere in possesso della prescritta autorizzazione, ed ai quali si univano anche quelli pericolosi e non provenienti da privati o da imprese individuali. Rifiuti che venivano così raccolti e trasportati in violazione della severa normativa che ne regola il loro smaltimento.

Nella necessità di individuare con esattezza i ricavi che la società in questione aveva conseguito lecitamente, distinguendoli dunque da quelli derivanti dal traffico illecito (celati questi da artificiose annotazioni contabili), si è dovuti ricorrere agli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria i quali, attraverso minuziosi esami documentali, sono riusciti quantificare il profitto incassato dalla società e che, come anticipato sopra, è stato ottenuto rivendendo il prodotto derivante dalla lavorazione dei rifiuti acquisiti illegalmente.

GDF (Latina) – autopattuglia in azione

Le indagini delle fiamme gialle del capoluogo pontino sono state altresì in grado di dimostrare agli inquirenti la rilevante incidenza dei conferimenti illeciti rispetto all’effettivo volume d’affari della società, la quale – per effetto dell’illecita e sistematica condotta dei suoi vertici dirigenziali – aveva conseguito indubbi vantaggi in termini di profitti oltre che di posizionamento sul mercato, circostanze queste che peraltro si configurano nella c.d. “responsabilità amministrativa” dipendente da reato.

Il provvedimento di sequestro plurimilionario (finalizzato alla successiva confisca), più nel dettaglio ha riguardato conti correnti e crediti societari per un importo complessivo che supera 6.366.000 euro, e che per l’A.G. inquirente rappresenta l’introito totale dei citati illeciti.

Come sempre, nel rispetto dei diritti delle persone indagate e della presunzione di innocenza costituzionalmente garantita, ogni giudizio di colpevolezza nei loro confronti non potrà che giungere soltanto dopo una eventuale sentenza definitiva di condanna.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore