Marocco: un fortissimo terremoto provoca 1.037 morti e 1.024 feriti. Breve analisi geologica sulla placca africana ed euroasiatica

RABAT. Sono al momento 1.037 morti e 1.024 feriti per il terribile teremoto che, ieri sera, alle 23.11 (ora locale) ha colpito il Marocco.

I numeri, nel corso della giornata, potrebbero anche aumentare.

Il sisma è avvenuto a 18,5 chilometri di profondità, con una magnitudo di 6,8 gradi della scala Richter.

Un’immagine del terremoto che ha colpito il Marocco

L’epicentro è stato ad oltre 70 chilometri dalla città di Marrakesh. Sono stati segnalati danni enormi nei piccoli villaggi interessati dal sisma. Anche la stessa Marrakesh ha subito un duro colpo al suo patrimonio culturale.

Intanto è partita la catena internazionale della solidarietà. La Protezione civile italiana è pronta ad intervenire.

UN’ANALISI GEOLOGICA

Secondo quanto riporta l’Istituto Geologico degli Stati Uniti (USGS) un’Agenzia scientifica del Governo la regione mediterranea è sismicamente attiva a causa della convergenza verso Nord (4-10 mm/anno) della placca africana rispetto a quella eurasiatica lungo un complesso confine di placca.

La sede dell’USGS

Questa convergenza iniziò circa 50 milioni di anni fa e fu associata alla chiusura del Mare di Tetide (un braccio oceanico disposto in senso Est-Ovest che, nei tempi geologici compresi tra il Permiano e il Miocene, separava l’Africa settentrionale dall’Europa e dall’Asia).

Il resto moderno del Mar Tetide è il Mar Mediterraneo.

I più alti tassi di sismicità nella regione del Mediterraneo si riscontrano lungo la zona di subduzione ellenica della Grecia meridionale, lungo la zona della faglia anatolica settentrionale della Turchia occidentale e la zona di subduzione calabrese dell’Italia meridionale.

Gli alti tassi locali di convergenza nella zona di subduzione ellenica (35 mm/anno) sono associati alla diffusione del retroarco in tutta la Grecia e la Turchia occidentale al di sopra della crosta oceanica mediterranea in subduzione.

La normale fagliazione crostale in tutta questa regione è una manifestazione della tettonica estensionale associata alla diffusione del retroarco.

Mentyre, speiag ancora l’USGS, la regione del Mar di Marmara è una zona di transizione tra questo regime estensionale, a Ovest, e il regime trascorrente della zona della faglia anatolica settentrionale, a Est.

La faglia anatolica settentrionale accoglie gran parte del movimento orizzontale laterale destro (23-24 mm/anno) tra la microplacca anatolica e la placca eurasiatica mentre la microplacca anatolica viene spinta verso ovest per accogliere ulteriormente la chiusura del bacino del Mediterraneo causata da la collisione delle placche africana e araba nella Turchia sud-orientale.

La subduzione del fondale del Mediterraneo sotto il Tirreno nella zona di subduzione calabrese provoca una significativa zona di sismicità intorno alla Sicilia e all’Italia meridionale.

I vulcani attivi si trovano al di sopra dei terremoti di profondità intermedia nelle Cicladi del Mar Egeo e nell’Italia meridionale.

Nella regione del Mediterraneo esiste una documentazione scritta, lunga diversi secoli, che documenta la sismicità pre-strumentale (antecedente al XX secolo).

Storicamente ogni sisma ha causato danni diffusi nella Grecia centrale e meridionale, a Cipro, in Sicilia, a Creta, nel Delta del Nilo, nella Libia settentrionale, nelle montagne dell’Atlante del Nord Africa e nella Penisola iberica.

Il terremoto di Citera (isola della Grecia situata a Sud del Peloponneso, nel Mar Ionio in prossimità del confine con il Mar Egeo) del 1903 con una magnitudo di 8.2 gradi e quello di Rodi del 1926 (magnitudo 7.8) sono considerati quelli più grandi accaduti nel  Mediterraneo e registrati strumentalmente.

Entrambi sono associati alla tettonica della zona di subduzione.

Tra il 1939 e il 1999 una serie di devastanti terremoti trascorrenti con una magnitudo di oltre 7 gradi si propagarono verso Ovest lungo la zona della faglia del Nord dell’Anatolia, a cominciare dal terremoto di Erzincan (7.8 gradi) del 1939 sull’estremità orientale del sistema della faglia dell’Anatolia settentrionale).

Quello di Izmit (7.6 ) del 1999, situato all’estremità occidentale della faglia, ha colpito una delle aree urbane più densamente popolate e industrializzate della Turchia uccidendo più di 17 mila persone.

Il terremoto di Izmit (Turchia) uccise 17 mila persone

Sebbene i tassi di sismicità siano relativamente bassi lungo il margine settentrionale del continente africano, sono stati registrati e segnalati grandi terremoti distruttivi dal Marocco nel Mediterraneo occidentale, fino al Mar Morto nel Mediterraneo orientale.

In Algeria, il sisma di El Asnam (7.3 gradi) del 1980 è stato uno dei iù grandi e distruttivi dell’Africa nel XX secolo.

ll sisma di El Asnam (7.3 gradi) del 1980 è stato uno dei iù grandi e distruttivi dell’Africa

È noto che i grandi terremoti in tutta la regione del Mediterraneo producono tsunami significativi e dannosi.

Uno di quelli storici più importanti avvenuto nella regione è quello di Lisbona del 1° novembre 1755, la cui magnitudo è stata stimata da dati non strumentali intorno a 8.0 gradi.

Si ritiene che il sisma nella capitale portoghese sia avvenuto all’interno o in prossimità della faglia trasformata Azzorre-Gibilterra, che definisce il confine tra la placca africana e quella eurasiatica al largo della costa occidentale del Marocco e del Portogallo.

Viene sempre evidenziato per l’elevato numero di vittime (circa 60 mila) e per aver generato uno tsunami che travolse la costa portoghese. Inondò i villaggi costieri e Lisbona.

A Lisbona il 1° novembre 1755 avvenne un sisma. la cui magnitudo è stata stimata da dati non strumentali intorno a 8.0 gradi

Un terremoto di circa 8.0 gradi avvennne vicino alla Sicilia nel 1693. Anche in questa occasione fu geenerato un grande tsunami che distrusse numerose città lungo la costa orientale dell’Isola.

Quello avvenuto a Messina il 28 dicembre 1098 (7.2 gradi) è considerato il terremoto europeo più mortale mai documentato. La combinazione di forti scosse del terreno e di uno tsunami locale causò tra le 60 mila e le 120 mila vittime.

Il terrmoto di Messina (28 dicembre 1098) è considerato quello più mortale mai documentato

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