Polizia di Stato: identificati e denunciati i presunti autori della diffamazione a mezzo Internet ai danni della campionessa di nuoto sincronizzato Linda Cerruti

ROMA. La Polizia di Stato ha identificato e denunciato all’Autorità Giudiziaria i presunti autori della diffamazione a mezzo Internet ai danni della campionessa di nuoto sincronizzato Linda Cerruti.

La campionessa di nuoto sincronizzato Linda Cerruti (Foto Wikipedia)

Ad agosto dell’anno scorso, di rientro da una straordinaria prestazione atletica agli Europei della sua specialità che l’aveva portata a vincere 8 medaglie, la campionessa Linda Cerruti aveva festeggiato postando sui social una foto in cui compariva in costume da bagno.

Era una classica posa del nuoto sincronizzato, esibendo le medaglie conquistate.

La foto, scattata sul molo di Noli (Savona), città natale della campionessa, era stata ripresa da molte testate giornalistiche ed aveva attirato numerosissimi commenti, alcuni dei quali palesemente diffamatori e sessisti, che l’atleta, amareggiata, aveva deciso di denunciare rivolgendosi alla Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Savona.

Le indagini, condotte anche dagli esperti del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Genova e coordinate dalla Procura della Repubblica di Savona, con il supporto del Servizio Polizia Postale di Roma, hanno permesso d’identificare 12 utenti della Rete, ritenuti autori dei commenti diffamatori più condivisi.

Le indagini sono state condotte anche dagli esperti del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Genova

Tra questi un impiegato romano, 50 enne, un operaio veneto, due pensionati residenti in Lombardia, un dipendente pubblico 40 enne, residente in Friuli Venezia Giulia ed un 30 enne, residente in Sardegna.

Con la partecipazione dei Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale della Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lazio, Umbria e Sardegna, 6 internauti sono stati destinatari di una perquisizione informatica delegata dalla Procura della Repubblica di Savona, mentre gli altri 6 sono stati convocati presso i Centri Operativi della propria città e dovranno rispondere del reato di diffamazione aggravata.

I provvedimenti adottati nella fase delle indagini preliminari costituiscono uno strumento per la prosecuzione e conclusione dell’attività investigativa.

Questa operazione smentisce ancora una volta chi pensa che l’anonimato in Rete possa essere sfruttato per commettere reati informatici.

I Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale sono attivi sia nell’educazione dei giovani all’utilizzo consapevole degli strumenti digitali, mirata anche a prevenire le campagne di odio online, che nella repressione di ogni manifestazione delittuosa commessa attraverso la Rete.

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