Guardia di Finanza: formalmente piantagione di canapa “light”, ma con 9.000 piante in cui era presente un valore di THC 10 volte superiore al consentito. Arrestato un imprenditore agricolo

Di Massimo Giardinieri

LATINA. Ufficialmente quel terreno di 40.000 mq era adibito alla coltivazione legale di semi di canapa sativa “light”, così come peraltro consentito dal vigente quadro normativo, ma i successivi accertamenti tecnici hanno dimostrato che le cose non stavano esattamente in quei termini è così tutta la piantagione (con annesse circa 9.000 piante) è finita sotto sequestro.

La vicenda, che ha profili diversi, ma comunque allarmanti rispetto alle piantagioni clandestine continuamente scoperte in tutta Italia dalla Guardia di Finanza, nasce a seguito di una delle tante missioni di sorveglianza area eseguite dal Reparto Operativo Aeronavale (ROAN) di Civitavecchia, in particolare dagli elicotteri della dipendente Sezione Aerea di Pratica di Mare che poi, in sinergia con i Reparti territoriali del Comando Provinciale di Latina, ha dato avvio ad una specifica attività investigativa.

Il sequestro dell’area da parte della Guardia di Finanza

Al riguardo sono così stati così predisposti appostamenti e perlustrazioni sulla zona, corroborati da altri riscontri che gli investigatori della Guardia di Finanza pontina hanno operato attraverso le banche-dati in uso al Corpo, a seguito dei quali è emerso che quell’esteso appezzamento di terreno coltivato era condotto da un 40enne titolare di un’azienda agricola, formalmente operante nel settore della “coltivazione di fiori all’aperto”.

Alcuni elementi emersi nel corso dell’indagine davano però ancora adito a diversi dubbi e così, alla presenza dello stesso imprenditore agricolo, i militari delle Fiamme Gialle hanno effettuato una perquisizione mentre lo stesso titolare esibiva loro una documentazione contabile nella quale si attestava l’acquisto di “sementi certificati” (ammessa questa dalle pertinenti norme), ma alquanto incompleta quanto non congruente con l’estensione della piantagione oggetto del controllo.

Attesa la diversità tra la posizione formale della vicenda rispetto a quanto invece appariva “sul campo”, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Latina è stato dunque condotto specifico esame di laboratorio su alcuni campioni prelevati nella circostanza, i quali sono stati affidati ad un consulente tecnico appositamente nominato dall’Autorità Giudiziaria.

I successivi risultati davano però piena conferma a tutte le eccezioni mosse dai Finanzieri, svelando che nelle piante di cui sopra era presente un valore di sostanza attiva (il THC – tetraidrocannabinolo) in percentuale dieci volte superiore rispetto ai limiti fissati dalla legge n. 242/2016 “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”.

I Finanzieri accedono alla piantagione di marijuana

Alla luce del quadro indiziario emerso, il responsabile della coltivazione in parola è stato dunque arrestato per violazione dell’articolo 73 del DPR 309/90 “Testo unico sugli stupefacenti”, mentre la coltivazione è stata sottoposta a sequestro unitamente alle apparecchiature ed ai materiali utilizzati al suo interno, nonché alla documentazione ivi rinvenuta.

Per dare un dato “finanziario” al tutto, si evidenzia come l’elevato numero di piante di cannabis rinvenute sul fondo dai Finanzieri avrebbe consentito una raccolta di circa 2.500 kg di marijuana che, una volta piazzati al dettaglio, avrebbe fruttato guadagni per circa 10 milioni euro.

Per il soggetto arrestato vale in ogni caso la presunzione di innocenza, atteso che l’iter processuale nei suoi confronti è soltanto all’inizio e che dunque la sua eventuale colpevolezza non potrà intervenire prima d’una sentenza definitiva di condanna.

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