Carabinieri: cambio di comando al Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna (Napoli). Il Capitano Andrea Coratza sostituisce il Tenente Colonnello Antonio Bagarolo

CASTELLO DI CISTERNA (NAPOLI). Il Tenente Colonnello Antonio Bagarolo lascia il Comando del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna (Napoli).

Il Tenente Colonnello Antonio Bagarolo

E’ stato trasferito a Roma dove presterà servizio presso l’Ufficio Criminalità Organizzata Eversione e Terrorismo del Comando Generale dell’Arma.

L’ufficiale ha comandato il Nucleo Investigativo dal settembre 2018, conseguendo significativi  risultati sul piano del contrasto alla criminalità comune e organizzata sul territorio.

Sotto la sua guida, recentemente il Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna ha condotto un’importante operazione conclusa il 25 aprile scorso su Arzano e Frattamaggiore con l’arresto di 27 soggetti ritenuti vicini al gruppo criminale della “167”, dominante sul territorio.

Molte le operazione dei Carabinieri

A maggio e a giugno, in due distinte operazioni, sono poi stati tratti in arresto gli unici due latitanti risultati irreperibili all’atto dell’esecuzione e, a seguito di successive indagini, sorpresi in due distinti interventi in località turistiche, il primo a Vietri sul mare e il secondo in località Baia Azzurra di Sessa Aurunca (Caserta).

A giugno scorso, il Nucleo Investigativo, unitamente alla Stazione di San Vitaliano, ha arrestato un uomo gravemente indiziato dell’omicidio di un rumeno senza fissa dimora, rinvenuto cadavere nelle campagne di Scisciano.

Nel territorio di Acerra sono state condotte le operazioni che hanno portato all’arresto di 8 persone, tutte ritenute gravemente indiziate dell’omicidio Tortora, avvenuto nel 2019.

Nello stesso territorio sono stati arrestati 4 soggetti gravemente indiziati di un tentato omicidio, commesso il 25 luglio 2021, nonché, in un’altra operazione condotta il 1° febbraio scorso, di un soggetto indiziato di essere autore dell’omicidio di Emanuele D’Agostino, avvenuto il 21 novembre dello stesso anno.

Nel 2020, sempre ad Acerra, il Nucleo Investigativo aveva tratto in arresto 8 soggetti, di cui tre dimoranti in Spagna, gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere, usura, estorsione e detenzione illegale di armi da fuoco, reati aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.

Carabinieri impegnati in un’operazione

Il 22 febbraio scorso, il Nucleo Investigativo ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 indagati, legati al clan Di Lauro, ritenuti gravemente indiziati di un duplice omicidio commesso nel 2004.

Il 16 giugno 2021, il Nucleo aveva già eseguito altra analoga operazione nei confronti di altre 2 persone,  nell’ambito della cosiddetta faida di Scampia.

Nel maggio 2021, a Caivano il Nucleo Investigativo ha eseguito 50 misure cautelari nei confronti di altrettante persone ritenute coinvolte in un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravato dal metodo e dalle modalità mafiose nel “Parco Verde”.

L’operazione si poneva in linea con le precedente attività del novembre 2019 allorquando furono tratti in arresto 21 soggetti del “Parco Verde” gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso, compresi gli elementi ritenuti apicali del clan.

Nel giugno 2020, i militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna avevano invece dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli a carico di 5 soggetti ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti all’interno del Parco Verde, detenzione illegale di armi, violenza privata e danneggiamento, reati tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.

Una pattuglia dell’Arma

Sul territorio di Marano, il Nucleo Investigativo, nell’ottobre 2020, ha dato esecuzione a una misura cautelare nei confronti di 5 soggetti ritenuti indiziati di appartenere ad  un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e nei confronti del figlio di un noto boss di camorra per reati di trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e autoriciclaggio.

Tra i latitanti tratti in arresto dal Nucleo investigativo in questi anni figurano Antonio Orlando, ricercato dal 2003 e tratto in arresto il 27 novembre 2018, inserito tra i latitanti pericolosi.

Nel territorio del Nolano, il Nucleo investigativo, nel 2020 ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 15 soggetti, (10 di questi avvocati), ritenuti gravemente indiziati a vario titolo di corruzione, soppressione di atti pubblici e utilizzo di valori contraffatti.

Al comando del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, arriva il Capitano Andrea Coratza, già Comandante della Compagnia di Giugliano (Napoli) dal settembre 2018.

Il Capitano Andrea Coratza, già Comandante della Compagnia di Giugliano (Napoli) dal settembre 2018

Tra le operazioni recenti più importanti condotte nel periodo di permanenza a Giugliano si evidenziano i provvedimenti di fermo emessi dalla DDA di Napoli ed eseguiti il 20 aprile 2022 nei confronti di 9 soggetti operanti in Frattamaggiore, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi, aggravati dalle finalità e modalità mafiose.

L’8 giugno scorso, i Carabinieri di Giugliano hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, a carico di 9 persone ritenute gravemente indiziati a vario titolo, di estorsione, consumata o tentata, detenzione e porto illegale di armi comuni di sparo, aggravati dalle finalità e modalità mafiose, ritenute vicine al clan “Mallardo”.

Il 3 maggio, in Francia, i militari della Compagnia di Giugliano in Campania, in collaborazione con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e la Polizia Nazionale francese, hanno rintracciato e tratto in arresto un latitante considerato attiguo al clan “Mallardo”, gravato da una condanna definitiva di 16 anni e 3 mesi di reclusione per i reati di rapina, ricettazione e porto illegale di armi, si era reso irreperibile dall’agosto 2014.

Lo stesso lavorava come chef in un noto ristorante della località turistica.

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