Guardia di Finanza : a Varese: operazione “Economy Flights”. Controlli su società di “aerotaxi”. Contestato un omesso versamento di imposte per oltre 2.760.000 euro

VARESE. Non è la prima volta che i Reparti della Guardia di Finanza indagano sulle società di aerotaxi scoprendo rilevanti irregolarità, ma l’attività d’indagine appena conclusa dai finanzieri del Comando Provinciale di Varese spicca su tutte le altre, se non altro per la rilevanza degli importi accertati.

La GDF di Varese in una fase dei controlli

È questo il preambolo di una brillante attività in materia fiscale portata a termine all’interno dell’aeroporto di Malpensa e che come anticipato sopra ha interessato il settore del trasporto aereo privato, con particolare riferimento ai servizi di volo charter.

I quali sono resi da compagnie che svolgono la cosiddette attività di “aerotaxi”.

Questa particolare forma di trasporto aereo, come noto, è particolarmente utilizzata da molte persone in alternativa ai comuni voli di linea e come tutte le prestazioni è soggetta ad un’imposta che, pur essendo a carico del passeggero, deve comunque essere versata dal vettore aereo che inizialmente la incamera.

L’importo di tale imposta (gravante su voli che non superano i 19 passeggeri) varia in rapporto alle singole tratte percorse con partenza e/o arrivo in aeroporti siti sul territorio nazionale, con una spesa variabile tra le 100 e le 200 euro in rapporto ai chilometri percorsi.

In ragione di ciò tutte società del settore sono tenute a versare all’Erario le corrispondenti imposte versate dai loro passeggeri (legge 201/2011 – art. 16), ma nel caso specifico gli uomini della GDF varesina, dopo aver esaminato i biglietti relativi a circa 9  mila voli e aver constatato il trasporto di 28 mila passeggeri, hanno segnalato per omesso versamento d’imposta 28 compagnie fiscalmente residenti in Italia e 300 società con sedi in 41 Paesi esteri, ciò per un importo complessivo che supera i due milioni e 760 mila  euro.

Secondo gli stessi investigatori delle Fiamme Gialle che hanno minuziosamente analizzato tutti i documenti commerciali di volo e gli statuti societari, sarebbero state commesse da parte di qualche società vere e proprie pratiche elusive volte a sottrarsi al citato obbligo impositivo.

Alcune di queste, infatti, sostenevano di rientrare tra i soggetti esclusi dal pagamento delle imposte, dichiarando sui documenti di viaggio di effettuare voli di addestramento, oppure per lanci di paracadutismo come per altre attività ludico-sportive, giustificando tutto ciò in qualità di aeroclub o di altre associazioni operanti in regime di esenzione d’imposta.

Stando alle risultanze dei controlli, però, la classica “pezza d’appoggio” adottata al riguardo non ha funzionato atteso che quelli erano nella realtà voli charter a tutti gli effetti, dunque pienamente rientranti negli obblighi impositivi dalla sopracitata legge del 2011 in quanto voli commerciali.

Nell’ambito della medesima attività ispettiva sono state altresì verificate le posizioni di privati proprietari di aerei o di elicotteri in uso presso lo scalo aeroportuale, ciò al fine di riscontrare il regolare versamento della specifica imposta prevista per l’immatricolazione di questi velivoli nel Registro Aeronautico Nazionale.

Anche in questo caso sono però venute alla luce sostanziose irregolarità con omessi versamenti – che hanno raggiunto la cifra di 620 mila euro – imputati in capo ai proprietari di 4 aerei e 7 elicotteri.

L’operazione qui descritta testimonia ancora una volta la trasversalità dell’azione di servizio che la Guardia di Finanza svolge senza tralasciare alcun settore economico, a tutela delle entrate dello Stato oltre che per preservare la libera e leale concorrenza tra le imprese.

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