Armi: una breve storia della guerra anticarro, dal primo conflitto mondiale ai giorni d’oggi

Di Paola Ducci*

LONDRA (nostro servizio particolare). La prima serie di carri armati prodotti dagli inglesi fu resa disponibile durante la Prima Guerra Mondiale, verso la fine del 1916 e, anche non potendo essere impiegata durante la terribile offensiva della Somme (il 1° luglio dello stesso anno) ricevette un valido battesimo del fuoco in occasione degli scontri di Delville Wood e di Flers, nel settembre di quell’anno.

ll carro armato Mark I è stato il primo carro armato al mondo

Nonostante  il nemico fosse colto di sorpresa e terrorizzato dalla presenza  di questi mostri meccanici sul campo, l’Esercito inglese si rese subito conto della notevole difficoltà di utilizzo di questa nuova arma.

In particolare, a causa della fretta con cui questi mezzi venivano mandati al fronte, la maggior parte dei carri armati si impantanava, cadeva dentro le trincee o rompeva  il motore.

Ma il panico generato dall’apparizione sul campo di battaglia del nuovo strumento di guerra suscitò la voglia di emulare le Forze Armate britanniche da parte degli altri belligeranti.

E’ così che  nacque  la “guerra anticarro”.

Il primo metodo per affrontare un carro armato era puntare l’artiglieria al livello del suolo, ma non risultava  abbastanza efficace.

I cannoni dell’epoca si ricaricavano lentamente e colpire un bersaglio in movimento presentava una serie di difficoltà.

Inoltre, non c’erano i proiettili anticarro che esistono oggi.

I tedeschi sperimentarono le “granate anticarro”, che essenzialmente raggruppavano più granate a bastone “schiacciapatate”, ma anche questo sistema non era particolarmente efficace.

Quando venivano lanciate in cima al carro armato, dove la corazza era più sottile, in genere non riuscivano a causare danni sufficienti a inabilitare un carro armato.

L’energia dell’esplosione non era diretta e le granate erano poco più di un’arma “improvvisata”. Ben presto vennero ideate e introdotte vere  e proprie armi speciali per fermare i carri armati.

Poco dopo l’introduzione dei carri armati da parte degli inglesi, i tedeschi concepirono uno speciale “proiettile K”, un proiettile perforante Mauser 7,92 x 57 mm con un’anima in acciaio.

Soldati britannici mostrano il Mauser 1918 T-Gewehr (a sinistra il proiettile)

Si dimostrò efficace contro i primi modelli di carri armati Mark I, ma ben presto l’Esercito britannico aumentò lo spessore della corazza così da renderli inefficienti.

In Germania venne  quindi ideata la prima vera arma anticarro, il fucile anticarro, una versione in scala ridotta del fucile a otturatore Gewehr modello 1898.

Con un proiettile da 13,2 mm, il Mauser 1918 T-Gewehr poteva penetrare la corazza di un carro armato britannico.

Proprio come i “fucili da cecchino” calibro 50 impiegati oggigiorno dagli Eserciti, il T-Gewehr poteva danneggiare seriamente il motore o penetrare la corazza per poi rimbalzare all’interno, uccidendo gli occupanti.

Ma i fucili tedeschi presentavano diversi problemi: le canne apparivano incrostate dai residui dei proiettili dopo pochi colpi sparati e il rinculo risultava  essere  insostenibile per l’operatore.

Tuttavia  la guerra finì prima che la Germania potesse migliorare il fucile o le sue tattiche anticarro, ma nonostante questo si  continuarono a perfezionare i fucili anticarro nel periodo tra le due guerre.

Le forze armate britanniche svilupparono il fucile Boys, dotato di cartuccia calibro 55. Soprannominato “fucile elefante” per le sue grandi dimensioni, entrò in servizio solo nel 1937, ma allo scoppio della Seconda Guerra mondiale era già sostanzialmente obsoleto.

Soldati del Royal Irish Fusiliers vicino alla città francese di Arras nell’ottobre 1940. Due di loro trasportano un fucile anticarro Boys

Altri fucili anticarro erano il finlandese Lahti L-39, il giapponese Type 97, il tedesco Panzerbüchse 38/39, il polacco Model 1935 e la serie sovietica Soluthurn.

La maggior parte di questi fu inefficace contro i carri armati più pesanti che entrarono in servizio durante la Seconda Guerra Mondiale.

I lanciatori anticarro

Visti i limiti del fucile anticarro Boys, l’Esercito britannico sviluppò un’arma più potente, il “Projector, Infantry Anti-Tank” (PIAT).

Il PIAT fu una delle prime armi anticarro trasportabili a entrare in servizio durante la Seconda Guerra Mondiale.

Essenzialmente basato su un sistema di mortaio a spigot, lanciava una bomba a carica sagomata utilizzando una cartuccia nella coda del proiettile.

Sebbene avesse una gittata effettiva di circa 115 metri in caso di fuoco diretto e di 350 metri in caso di fuoco indiretto, il caricamento e lo sparo iniziale rimanevano una questione complicata.

Mentre il PIAT sparava da posizione prona o inginocchiata, l’armamento iniziale richiedeva all’utente di stare in piedi e una grande forza muscolare, ma era necessario solo per il primo colpo.

L’esercito americano optò per la progettazione di un razzo concepito durante la Prima Guerra mondiale.

Il dottor Robert H. Goddard aveva iniziato a lavorare su un razzo inserito in un tubo.

Sebbene l’Esercito americano lo chiamasse ufficialmente Rocket Launcher M1, si guadagnò presto il soprannome di “Bazooka”.

Un Rocket Launcher M1

E’ probabile che il soprannome derivi da un corno di ottone usato da un popolare comico dell’epoca.

Il razzo non era particolarmente affidabile ma migliorò notevolmente con lo sviluppo del proiettile M6A1 e del lanciatore M1A1.

Tuttavia l’arma, che sparava una carica sagomata da 60 mm, non era ancora abbastanza potente per affrontare i carri armati pesanti tedeschi della fine della guerra, come i Tiger e i Panther.

I tedeschi copiarono il bazooka americano costruendo il Panzerschreck ma il bazooka risultava  essere  comunque molto più potente e, poiché i proiettili del Panzerschreck spesso continuavano a bruciare dopo il lancio, i progettisti tedeschi aggiunsero uno scudo per proteggere gli operatori.

Un soldato tedesco con il suo Panzerschreck

Durante la Guerra Fredda  i progettisti americani “ingrandirono” il concetto di bazooka dando vita al “Super Bazooka” M-20 da 89 mm.

Super Bazooka M-20 da 89 mm

Nel frattempo anche altre Nazioni introdussero la loro versione, tra cui l’RL-83 Blindicide (“armor killer”) di produzione belga, un lanciatore che trovò il favore delle Forze di Difesa Israeliane (IDF).

I sovietici alla fine della Seconda Guerra mondiale svilupparono un razzo anticarro leggero.

Mentre il Ruchnoy Protivotankovy Granatomyot-1 (Lanciagranate anticarro portatile-1  o RPG) non ebbe molto successo, il suo successore si rivelò invece una svolta nella guerra anticarro.

RPG7 con vari tipi di munizionamento

Infatti  l’RPG-2 si dimostrò efficace contro bersagli in movimento fino a 100 metri ed  efficace contro bersagli fissi come edifici e posizioni fortificate fino a 150 metri.

A differenza del bazooka a caricamento posteriore, l’RPG-2 era a caricamento frontale.

Dopo aver azionato il cane dell’impugnatura a pistola era pronto a sparare.

I sovietici migliorarono l’arma nel 1961 con l’introduzione dell’RPG-7.

Non è chiaro perché la numerazione sia passata da 2 a 7 ma è probabile che diversi prototipi non avessero soddisfatto le aspettative e  questo non è un caso raro per le armi leggere sovietiche.

L’RPG-7 rimane probabilmente una delle armi anticarro più famose. E produce un lampo notevole con rumore e fumo.

Tuttavia l’esplosione posteriore relativamente piccola consente di sparare dall’interno degli edifici. Il razzo decolla lentamente dal lanciatore e solo dopo circa 10 metri il motore interno del razzo si accende.

Quattro alette di stabilizzazione ripiegabili aiutano a mantenere la testata sul bersaglio.

L’RPG-7 è efficace anche contro edifici, bunker e aerei.

Lanciarazzi usa e getta

Durante la Seconda Guerra Mondiale l’Esercito tedesco ideò anche il Panzerfaust, un lanciarazzi anticarro a colpo singolo.

Consisteva in un tubo di lancio leggero e senza rinculo dotato di una singola testata anticarro precaricata ad alto esplosivo che sporgeva dalla canna.

Negli anni ’50 gli Stati Uniti svilupparono l’M72 LAW – Light Antitank Weapon.

La missione era quella di progettare un sostituto più efficace e portatile della granata anticarro M31 HEAT e dell’ingombrante e pesante M20A1 Super Bazooka.

Gli USA avevano bisogno di un’arma anticarro per contrastare la rapida avanzata della tecnologia dei carri sovietici.

L’M72 LAW consisteva in un lanciatore monouso che sparava un razzo non guidato da 66 mm a combustibile solido.

Il concetto di base era essenzialmente una media aritmetica tra il bazooka americano e il Panzerfaust tedesco della Seconda Guerra Mondiale che, nel corso del tempo, è stato costantemente aggiornato.

Un Panzerfaust tedesco

Il concetto poi si è ulteriormente evoluto e alla fine è diventato l’AT4 svedese.

L’AT4 ha ottenuto ottimi risultati contro i carri armati russi in Ucraina.

L’AT4 ha ottenuto ottimi risultati contro i carri armati russi in Ucraina

Il Javelin FGM-148

Forse nessuna arma anticarro si è guadagnata una meritata fama quanto l’FGM-148 Javelin, un sistema anticarro trasportabile entrato in servizio nel 1996, sviluppato da Lockheed Martin.

Un Javelin FGM-148

Da allora il Javelin si è dimostrato in grado di distruggere i carri armati russi T-72M e T-90M (MBT).

Il sistema è composto da un lanciatore riutilizzabile (CLU, Command Launch Unit) e da un missile.

Il bersaglio viene individuato in fase di puntamento ed è agganciato e seguito autonomamente dal missile senza che siano necessari altri interventi da parte del personale che lo ha lanciato grazie al calore emanato dal bersaglio stesso.

Il puntamento è facilitato dall’elettronica dell’arma che, oltre a una funzione di zoom, ne include anche una di visione notturna

Il principale svantaggio del Javelin è il suo costo: ogni lanciatore CLU costa circa 120 mila dollari, mentre i missili hanno un prezzo di circa 78 mila dollari.

*Editor per l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa

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