Di Gerardo Severino*
SAPRI (Salerno) – nostro servizio particolare. Nel novembre del 1917, mentre nel Nord del Paese si consumavano sul campo i drammatici effetti del tristemente noto “disastro di Caporetto”, a Sud Italia, esattamente a Sapri, la cittadina della provincia di Salerno passata alla storia per la gloriosa e sfortunata “Spedizione” di Carlo Pisacane, veniva istituita una Stazione per Idrovolanti della Regia Marina.
Trasformata, in seguito, in Squadriglia del Corpo Aeronautico del Regio Esercito, la Stazione si era resa necessaria per assicurare la difesa aerea di un buon tratto della costa Tirrenica, seriamente minacciata dagli agguerriti sottomarini austro-tedeschi.
La Squadriglia fu soppressa nel corso del 1919, ma la Stazione Idroscalo, convertita agli usi civili, sopravvisse a lungo, per poi tornare ad essere nuovamente un Idroscalo Militare per la nascente Arma Aeronautica, che lo avrebbe mantenuto praticamente sino al 1945.
Il rapporto della cittadina di Sapri con l’Aviazione Militare fu, tuttavia, mantenuto in vita anche negli anni seguenti, tanto è vero che a partire dal 1955 fu sede di una piccola, ma utilissima, “base d’appoggio” per gli elicotteri della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Napoli, supporto operante sino a qualche anno addietro.
Quella che segue è la storia di questo secolare rapporto, una storia che abbiamo voluto raccontare nell’ambito del Centenario dell’Aeronautica Militare Italiana, al quale Report Difesa ha dedicato con affetto e gratitudine non pochi contributi.
La Stazione Idrovolanti del Regio Esercito (1917 – 1919)
Ebbene, il rapporto di Sapri con il mondo aeronautico militare risale al novembre del 1917, allorquando alla neo costituita 16^ Sezione FBA (istituita il 15 ottobre 1917) della Regia Marina di Sapri arrivarono 3 (in seguito saliranno a 4 velivoli [1]) idrovolanti FBA (Franco-British Aviation Company) Type H, già appartenuti alla 3^Squadriglia del Lago d’Iseo [2].
Assieme ai tre velivoli raggiunse il Sud anche il Tenente d’Artiglieria Enzo Battaglia [3] ed altri due piloti, mentre da Napoli fu fornito il personale tecnico e i marinai addetti alla vigilanza della nuova struttura militare.
Nel giro di alcuni mesi, la Stazione di Sapri fu logisticamente composta da un hangar in muratura ed uno in legno capaci di ospitare ben 13 apparecchi idrovolanti.
Gli altri edifici necessari per il personale, gli uffici e i magazzini furono in parte costruiti nuovi e in parte requisiti [4]. Di lì a poco, la 16^diede luogo a proficuo servizio di vigilanza costiera, reso ancor più efficiente grazie alla collaborazione con i MAS che la stessa Regia Marina armò in loco.
L’osservazione aerea si rivelò importantissima onde evitare i colpi di mano nemici, soprattutto quelli perpetrati dai sommergibilisti austriaci e tedeschi, i quali non solo erano riusciti a depositare non poche bombe di profondità anche lungo le coste del Tirreno campano e calabrese, ma soprattutto avevano procurato l’affondamento di vari natanti mercantili nazionali, molti dei quali in servizio di cabotaggio.
La storia dell’Aviazione di Marina ci ricorda, poi, che, sempre alla fine del 1917, il II Raggruppamento Idrovolanti di Napoli (reparto dipendente dal Comando in Capo del Dipartimento Marittimo di Napoli) risultava al comando del Capitano Alfredo De Luca, disponendo delle Sezioni FBA Type H di Napoli, Ponza e Sapri.
Fu, invece, nell’agosto del 1918 che le Sezioni fecero ritorno al Corpo Aeronautico del Regio Esercito, diventano rispettivamente la 275^ Squadriglia di Ponza, la 276^ Squadriglia di Napoli e, infine, la 277^Squadriglia di Sapri, ricevendo in organico anche la Sezione Idrocaccia di Lucrino.
Dal precedente mese di aprile 1918, la 277^ Squadriglia Idrovolanti di Sapri si trovò a al comando del Ten. M. Leddi, disponendo di 6 FBA. In settembre, invece, il comando tornò al Tenente Battaglia.
La Squadriglia, che sul finire del ’17 svolse 3 missioni di guerra, ne avrebbe compiute ben 145 nel 1918, interessando non solo il Golfo di Policastro, come è facile intuire.
Il reparto fu poi sciolto il 1º aprile del 1919, con il conseguente trasferimento del comandante, il Tenente Pilota Fulvio Barducci (nato a Siena il 5 novembre 1893) alla 278^ Squadriglia di Terranova Pausania, in Sardegna.
L’Idroscalo civile e l’Aeroporto Presidiario di Sapri (1919 – 1945)
Fu nello stesso contesto temporale che l’idroscalo di Sapri fu convertito agli usi civili, accogliendo i mezzi che periodicamente avevano necessità di ammarare per vari motivi, ivi compreso quello di assicurare il servizio postale direttamente da Napoli, come ci ricorda una bella foto del 1930 che ritrae un idrovolante approdato eccezionalmente a Marina di Pioppi (Salerno) proprio per la consegna della posta.
Nell’agosto del 1922, l’Idroscalo fu interessato anche da una importantissima manifestazione aviatoria, la “Grande settimana internazionale di Idroaviazione di Napoli”.
In tale circostanza, la Stazione el basso Salernitano fu prescelta come una delle tappe del Circuito della “Gran Coppa del Tirreno”, il quale avrebbe unito Napoli a Palermo, interessando idrovolanti da trasporto con un minimo di 250 chili di carico commerciale [5].
Nell’aprile del 1923 – nel corso dello stesso anno nel quale Italo Balbo fondava la Regia Aeronautica Militare [6] – entrava ufficialmente in vigore in Italia la Convenzione Aeronautica Internazionale, siglata a Parigi il 13 ottobre 1919.
Firmata da diversi Stati, essa fu motivata dal chiaro intento di regolamentare la navigazione aerea che, da quel momento in avanti, avrebbe interessato milioni di cittadini, i quali, proprio grazie al nuovo mezzo di trasporto che tanto impiego aveva avuto nel recente conflitto, avrebbero potuto raggiungere più facilmente le più disparate località d’Europa, così come le lontanissime Americhe e i Paesi abitati in altre parti del mondo.
In tale ambito, Sapri fu anche sede di un “Aeroporto Presidiario”, del quale, purtroppo, non abbiamo ulteriori elementi cognitivi, salvo il fatto che dipendeva direttamente dal Comando Aviazione (in seguito ribattezzato del Basso Tirreno), con sede a Nisida (Napoli).
Era stato sempre a Nisida che nello stesso 1923 era stata istituita un’importante Stazione Idrovolanti della stessa Arma Azzurra, dalla quale partivano i velivoli diretti anche a Sapri.
È, tuttavia, verosimile ritenere che col titolo di “Aeroporto” ci si riferisse, in realtà, proprio alla Stazione Idrovolanti aperta nel 1917, della quale erano rimaste in perfetta efficienza tutte le strutture logistiche, parte delle quali utilizzate per il servizio civile.
L’Aeroporto avrebbe comunque ospitato un vero e proprio Comando, come emerge da una disposizione del 1932 concernente la manutenzione degli immobili in dotazione alla Regia Aeronautica [ 7].
L’11 gennaio del 1925 fu, poi, firmato il Regio decreto n. 356 con il quale fu approvato il “Regolamento per la Navigazione Aerea”, in un allegato del quale troviamo la conferma che la Stazione Idrovolanti di Sapri era aperta al traffico civile.
Sia l’Aeroporto Presidiario, presso il quale, nel frattempo, era stato collocato anche una “Stazione radio campale” della Regia Marina [8] (con la potenza di 1,5 Kw) che la Stazione Idrovolanti avrebbero assicurato il proprio ruolo anche negli anni seguenti, assistendo purtroppo anche agli anni del 2° conflitto mondiale, nel corso del quale Sapri fu chiusa al traffico civile, mantenendo così in servizio solo la struttura militare, dipendente ancora dal III Comando Aviazione del Basso Tirreno di Nisida, utilizzata dagli anglo-americani dopo l’8 settembre 1943 e praticamente sino al 1945.
La Base d’Appoggio Elicotteri Guardia di Finanza (1955 – 2017)
A circa dieci anni dalla dismissione dell’Aeroporto/Idroscalo, la cittadina del basso Salernitano fu nuovamente sede di un “Avamposto aviatorio”, rappresentato da una “base d’appoggio” della Guardia di Finanza.
La base d’appoggio di Sapri fu istituita dopo pochissimo tempo dall’entrata in servizio della Sezione Elicotteri di Napoli (la prima in Italia, dopo l’istituzione del Servizio Aereo del Corpo, nel 1954), nel corso del 1955, e fece da apripista alla realizzazione di tante altre basi appoggio che il Servizio avrebbe dislocato su tutto il territorio nazionale negli anni a venire.
L’esigenza di aprire in Sapri un minuscolo eliporto era sorta dall’opportunità di aumentare l’autonomia operativa degli elicotteri Agusta-Bell 47, allora in dotazione alla Sezione napoletana, impegnata ad assicurare la diuturna vigilanza lungo un notevole tratto della costa Tirrenica, allora martoriato dal contrabbando di sigarette.
Fu così che a Sapri, proprio nei pressi della spiaggia (nelle vicinanze di Ponte Brizzi) fu realizzata una piccola pista d’atterraggio, completata con un piccolo hangar e da un magazzino, all’interno del quale furono stipati i bidoni di benzina e olio, l’immancabile pompa carburante azionata a mano e altri piccoli accessori per curare il rifornimento dei mezzi.
La vigilanza al piccolo “avamposto” fu assicurata per anni dal Comando della locale Tenenza dei Finanzieri.
La “base d’appoggio” di Sapri avrebbe ospitato anche gli elicotteri delle altre Forze di Polizia che necessitavano di soste tecniche. In seguito, avrebbe accolto i gloriosi elicotteri NH-500 (nome in codice “Volpe”), seguendo così la sorte di questi ultimi.
Con la dismissione di tali velivoli anche da parte della Sezione Aerea di Napoli, il minuscolo eliporto di Sapri fu chiuso.
Ciò avvenne sul finire del 2014, rimanendo tuttavia ancora a disposizione della Guardia di Finanza.
Il sito rimase in uso al Corpo sino al gennaio 2017, data di inizio dei lavori di smantellamento dell’hangar e di tutta l’area, restituita così alla città di Sapri [9].
Con tale atto si poneva fine a una straordinaria avventura aviatoria che, tra l’altro, aveva visto anche il Golfo di Policastro, così come quello di Salerno a Nord e di Sant’Eufemia a Sud, al centro delle più acerrime battaglie condotte dalle Fiamme Gialle contro il nemico di sempre: il contrabbando marittimo.
Ma questa è un’altra storia.
NOTE
[1] Cfr. Ministero della Guerra, Il traffico marittimo, vol. II, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore Marina, 1932, p. 147.
[2] La Squadriglia era stata istituita il 21 agosto 1917, nell’ambito del III Gruppo del Servizio Aeronautico del Regio Esercito, posta al comando del Capitano osservatore Agostino Crosa di Vergani.
[3] Il Tenente Battaglia era nato a Genova il 30 luglio del 1890 ed era stato nominato Sottotenente della Milizia Territoriale, assegnato, a far data dal 19 luglio 1915, al 5° Reggimento Artiglieria da Costa e Fortezza.
[4] Cfr. Gino Galluppini, La Forza Aerea della Regia Marina, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 2010, p. 209.
[5] Cfr. “La Gran Settimana Internazionale di Idroaviazione di Napoli”, in Italia. Rivista Mensile Illustrata dell’Associazione Movimento Forestieri, n 1, febbraio 1922, p. 40.
[6] Per effetto del Regio Decreto n. 645 del 28 marzo 1923.
[7] Cfr. “Ripartizione assegni per lavori di minuto mantenimento – Esercizio finanziario 1932-33”, in Ministero dell’Aeronautica, Foglio d’Ordini n. 19 del 5 luglio 1932, p. 4.
[8] Cfr. Ernesto Simion, Il contributo dato dalla R. Marina allo sviluppo della radiotelegrafia, Roma, Ufficio Storico della Regia Marina, 1927, p. 93.
[9] Cfr. “Sapri si libera dell’hangar della Finanza: era base el reparto elicotteri”, in Giornale del Cilento, 22 gennaio 2017.
*Colonnello (Aus) della Guardia di Finanza – Storico Militare
© RIPRODUZIONE RISERVATA