Guardia di Finanza: sequestrati al porto di Genova oltre 73 kg di hashish nascosti nei doppifondi di un’auto

Di Armando Modesto

GENOVA. La Guardia di Finanza di Genova ha sequestrato 356 pani di hashish per un peso complessivo di 73,355 chilogrammi, occultati all’interno di doppifondi creati appositamente all’interno di una autovettura. Alla guida c’era un cittadino olandese che è stato arrestato.

Il sequestro è avvenuto a seguito del costante monitoraggio che i militari della Guardia di Finanza attuano sui flussi di persone e mezzi provenienti dai Paesi nordafricani, e ad incappare in una più approfondita ispezione è stato stavolta un passeggero proveniente da Tangeri (Marocco).

Attività di vigilanza al porto della Guardia di Finanza

L’autoveicolo condotto dall’olandese, un’Audi modello Q5, è stato selezionato dai militari a seguito di una “analisi di rischio” ogni giorno effettuata sulle tratte marittime considerate più “sensibili” perché frequentemente utilizzate dai gruppi organizzati di trafficanti per far giungere droga nel continente europeo.

Gli iniziali sospetti, nutriti già dalle fasi preliminari delle operazioni, si sono presto rivelati fondati. Non è stato comunque facile trovare il carico di stupefacente, poiché era stato molto ben occultato all’interno di doppifondi, addirittura ricavati nel telaio dell’autovettura.

Per tale motivo è stato necessario richiedere l’intervento di una squadra dei Vigili del Fuoco dotata di apposite cesoie e divaricatori idraulici (normalmente utilizzati nei gravi sinistri stradali) al fine di completare le relative operazioni di estrazione.

L’hashish sequestrato al porto di Genova dalla Guardia di Finanza

Al termine delle operazioni, la droga e l’autovettura utilizzata per il suo trasporto sono state sottoposte a sequestro, mentre l’uomo – fatta salva la presunzione di innocenza che permarrà fino ad eventuale sentenza di condanna – è stato arrestato e tradotto al carcere di Marassi, dove si trova ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Lo stupefacente rinvenuto nel corso dell’operazione, qualora immesso sul mercato, avrebbe potuto fruttare più di 600.000 euro.

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