Ecuador: obiettivo principale del Governo è sistemare la questione delle carceri. Sono molti i poliziotti penitenziari ancora in ostaggio delle bande criminali

QUITO (ECUADOR). Allarme carceri in Ecuador. La lotta tra le varie bande dei narcos all’interno dei penitenziarii si riversa poi nelle strade.

Nota Daniel Pontón, sociologo ed esperto di sicurezza: prima va risolta la situazione carceraria prima potrà cambiare quella nelle pubbliche vie. non si risolve, non cambierà nulla nelle pubbliche vie.

Intanto, secondo quanto riporta la stampa del Paese sud americano c’è ancora la questione dei poliziotti penitenziari in ostaggio in molte strutture.

Da quanto si è appreso i capi dellle varie bande vogliono negoziare per evitare di essere trasferiti in centri di massima sicurezza come La Roca.

Il carcere di massima sicurezza di La Roca

Qui il rischio di essere ucciso dai propri rivali è altissimo. E per questo sia Adolfo Macías, alias “Fito”, dei Choneros e Fabricio Colón Pico, alias il ‘Wild’, dei Los Lobos sono latitanti, una volat che sono scappati dai penitenziari.

Fabricio Colón Pico, alias il ‘Wild’, dei Los Lobos

Intanto, i media di Machala (capitale della provincia di El Oro, situata nella parte Sud-Occidentale del Paese) hanno riferito che ieri i detenuti del carcere locale hanno aperto la porta della prigione e hanno lanciato un pacco.

E come ha accertato la Polizia si trattava del corpo di un altro carcerato di nome Nery Javier Vargas Campas.

Degli ostaggi non si sa ufficialmente altro. Sui social sono diventati virali video in cui vengono umiliati, utilizzati per esprimere le loro richieste e “chiedere la pace ed evitare massacri”, ma allo stesso tempo i detenuti minacciano di ucciderli senza alcun problema. In altri casi è stato registrato il modo in cui vengono assassinati.

Lo SNAI (Servicio Nacional de Atención Integral a Personas Adultas Privadas de la Libertad y a Adolescentes Infractores) ovvero la Polizia Penitenziaria ecuadoregna, riferiscono i giornali locali, tace quando si chiede conferma dei fatti e se ci siano morti all’interno delle infrastrutture.

Ageni della SNAI (Servicio Nacional de Atención Integral a Personas Adultas Privadas de la Libertad y a Adolescentes Infractores) 

Non lo negano, né fanno luce sull’argomento. Un dato importante: in meno di 24 ore si è passati da 139 ostaggi a 178 tra mercoledì e ieri..

Le vittime si trovano nelle province di El Oro, Cotopaxi, Loja, Azuay, Tungurahua, Cañar ed Esmeraldas.

Inoltre, è stato riferito che sono stati rilevati scontri e fughe di prigionieri nelle carceri di El Oro, Esmeraldas e Santo Domingo de Tsáchilas.

Il Presidente della Repubblica Daniel Noboa, in un’intervista a FM Mundo, ha fatto riferimento alla questione e ha spiegato che si stanno organizzando diverse operazioni per salvare i funzionari dello Stato, senza però entrare nei dettagli.

Il Presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa

Julio Ballesteros, ex vice direttore tecnico dello NAI ed ex vice ministro della Giustizia, ha raccomandato l’evacuazione dei padiglioni e la neutralizzazione dei quadri intermedi delle organizzazioni criminali per imporre la sovranità dello Stato.

E ha spiegato: “In primo luogo, non riempire più le carceri di Guayaquil perché sono roccaforti di armi e di persone.  Inoltre, devono fuggire sulle rive del Daule. Le persone che hanno il secondo e terzo grado di successione gerarchica devono essere separate dalle bande, in modo che non ci sia nessuno che possa subentrare se il leader viene catturato”.

Ballesteros ha concluso che è necessario pianificare azioni di emergenza per evitare il ripetersi di scenari in cui la forza pubblica non riesce a controllare i detenuti e questi sono altri spettatori del peso e della forza delle mafie nelle carceri dell’Ecuador.

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