Romania: annullato l’accordo con Naval Group per la fornitura delle corvette Gowind. L’azienda francese conta ancora sulla possibilità di vendere a Bucarest due sottomarini Scorpène

Di Fabrizio Scarinci

BUCAREST. Il Ministero della Difesa rumeno ha dichiarato ieri di aver annullato la gara vinta dalla compagnia francese Naval Group in partnership con la locale Santierul Naval Constanta per la costruzione di quattro corvette classe Gowind 2500 e l’aggiornamento delle due fregate “Type 22” ex britanniche attualmente in servizio con la “Fortele Navale Romane”.

Una corvetta Gowind 2500 della Marina Militare egiziana in navigazione. La flotta rumena aveva in programma di acquistare quattro unità di questo tipo

Stando a quanto si è avuto modo di apprendere, tale scelta sarebbe giunta in ragione dei vari disaccordi finanziari tra le due aziende, che non sarebbero riuscite a trovare un compromesso entro i termini stabiliti.

Per Naval Group si tratta, senz’altro, di una spiacevole battuta d’arresto, anche se, a dire il vero, l’azienda sembrerebbe ancora poter contare sulla possibilità di concludere con Bucarest un accordo del valore di 2 miliardi di euro (ovvero 800 milioni in più rispetto a quello appena annullato) per la vendita di due avanzati sottomarini d’attacco classe Scorpène.

Un sottomarino classe Scorpène appartenente alla Marina Militare cilena

Insieme all’acquisto di questi due battelli, il Parlamento del Paese avrebbe, inoltre, approvato anche quello di due ulteriori fregate ex britanniche di seconda mano (che, molto probabilmente, dovranno anch’esse passare per qualche programma di ammodernamento).

Per quanto riguarda, invece, i piani di Bucarest al fine di far fronte al mancato arrivo delle Gowind non vi è ancora nulla di certo, anche se, sicuramente, nelle prossime settimane si saprà qualcosa in più.

Allo stato attuale la Marina rumena si configura, senz’ombra di dubbio, come la componente meno modernizzata dello strumento militare del Paese.

Vecchia corvetta della Marina rumena

Tra il naviglio a sua disposizione figurerebbero, in particolare, un sottomarino classe Kilo non operativo, una vecchia fregata prodotta localmente, le due già menzionate Type 22 di seconda mano, sette corvette di tipo obsoleto (di cui, peraltro, solo una risulterebbe operativa), tre motomissilistiche basate sul disegno delle vecchie “Osa” sovietiche e cinque cacciamine; una forza certamente inadeguata al fine di far fronte alla complessa situazione venutasi a creare sul Mar Nero nel corso degli ultimi anni.

Per tale regione, dopo aver portato il suo budget per la Difesa al 2,5 % del Prodotto Interno Lordo e aver varato importanti piani al fine di modernizzare il proprio Esercito e le proprie forze aeree, il governo di Bucarest intende ora occuparsi con urgenza anche anche della propria flotta, vista, non diversamente dagli altri rami del proprio strumento di Difesa, come un elemento indispensabile al fine di garantire la sicurezza del proprio territorio nazionale e di cooperare con gli assetti NATO in esso collocati, tra cui un gruppo tattico permanente a guida francese e, soprattutto, uno dei due siti AEGIS Ashore preposti alla difesa anti-balistica dei Paesi dell’Alleanza.

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