Guardia di Finanza: intercettato in provincia di Bologna un carico di rifiuti pericolosi diretti in Ghana. Denunciati tre titolari di imprese

Di Antonella Casazza

BOLOGNA. Ufficialmente doveva trattarsi di una normale esportazione di merce, ma quando i finanzieri del Comando Provinciale di Bologna ed i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) hanno aperto per un’ispezione il relativo container diretto in Ghana si sono accorti che quella, in realtà, era una spedizione illecita di rifiuti (pericolosi) verso il continente africano.

Una parte dei rifiuti rinvenuti nel container diretto in Africa

Il “carico” in parola – intercettato presso l’interporto di Bentivoglio (Bologna) – era pesante ben 20 tonnellate nonché composto da materiali completamente deteriorati e perciò inutilizzabili quali pneumatici, resti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), nonché altri elettrodomestici come televisori, frigoriferi, congelatori, ferri da stiro ed anche materassi.

A seguito di tale ritrovamento sono stati interessati anche i tecnici dell’Agenzia Prevenzione Ambiente Energia dell’Emilia Romagna (ARPAE), i quali hanno confermato come la suddetta “merce” sia da catalogare come rifiuto pericoloso a tutti gli effetti oltre che altamente inquinante; circostanza peraltro confermata a seguito di ulteriori accertamenti eseguiti dai predetti tecnici.

Militari della GDF e personale dell’ADM mentrre procedono ad un controllo doganale

I tre titolari delle imprese coinvolte nella movimentazione transfrontaliera di rifiuti verso il citato paese africano, accusati di aver falsificato le relative dichiarazioni doganali, sono stati dunque denunciati alla Procura della Repubblica felsinea per i reati di traffico illecito di rifiuti e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, fermo restando che le rispettive responsabilità di ordine penale potranno trovare conferma soltanto a seguito di eventuale ed irrevocabile sentenza di condanna.

Non è la prima volta che i militari della GDF e il personale di ADM si trovano a bloccare un carico di rifiuti di queste proporzioni, con ogni probabilità destinato ad essere “smaltito” (a costi nettamente inferiori rispetto agli smaltimenti a norma curati da ditte specializzate) in qualche discarica a cielo aperto presente nel continente nero dove – citando uno tra i più nefasti esempi – ogni anno milioni e milioni di pneumatici provenienti da tutto il mondo vengono ancora incendiati con conseguente dispersione nell’atmosfera di enormi quantità di fumi altamente tossici.

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