Carabinieri: a La Spezia sequestrati 7 milioni di euro considerati provenienti dal traffico di cocaina

La Spezia. Un grande sequestro di beni è stato eseguito dai Carabinieri del Comando provinciale di La Spezia.

Una bustina di cocaina sequestrata in un’operazione dai Carabinieri

Nella fase delle indagini preliminari, i militari  del Nucleo Investigativo spezzini è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal locale Tribunale nei confronti di un’indagata 58enne, originaria del Crotonese, relativo a beni mobili ed immobili individuati in Italia ed all’estero.

Gli investigatori sono partiti dalle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, che fece riferimento all’importazione dal Sudamerica di circa 800 chili di cocaina.

Panetti di cocaina sequestrata dai Carabinieri

Il carico, giunto a destinazione nel porto spezzino, fu successivamente stoccato in un garage nel centro cittadino, per essere poi venduto.

A poche settimane dall’arrivo del carico, tuttavia, per motivi ad oggi ancora non del tutto chiariti, ad agosto di 10 anni fa in provincia di Crotone, durante una processione, uno dei soggetti coinvolti nell’importazione, veniva ucciso a colpi di pistola.

Le indagini permettevano, sin dall’inizio, di evidenziare come l’omicidio potesse essere maturato in un contesto di criminalità organizzata di respiro internazionale.

Dopo l’assassinio, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di La Spezia avevano iniziato le indagini anche a carico dei familiari del morto, focalizzandosi sulla sorella che è stata poi indagata per traffico di sostanze stupefacenti perché avrebbe detenuto, nel citato garage, i circa 800 chili di cocaina, cedendone ad esponenti di spicco della criminalità calabrese.

Oltre a tale contestazione, sotto il coordinamento della Procura spezzina la donna è stata indagata per l’ipotesi di reato di riciclaggio, perché si sarebbe occupata della sostituzione e trasferimento di ingenti somme di denaro contante di provenienza delittuosa acquistando beni immobili, quote societarie, e beni di lusso quali diamanti, gioielli, quadri.

Parte delle somme sarebbe transitata su conti correnti bancari nazionali ed esteri appositamente accesi e parte occultata in cassette di sicurezza o reimpiegata in numerose attività economiche, finanziarie, imprenditoriali e speculative in Svizzera, Romania, Capo Verde, Sao Tome e Principe e Spagna.

Gli investigatori hanno quantificato in almeno 7 milioni di euro il denaro movimentato.

Tale ingente patrimonio è da aggiungere a quello già confiscato alla fine del 2020 ad un intermediario finanziario residente in svizzera e originario della provincia spezzina.

Lo scorso luglio, è stato condannato, a seguito di patteggiamento, a due anni di detenzione e alla confisca dell’intero patrimonio.

L’uomo, ritenuto il cassiere dell’indagata e del fratello defunto, aveva costituito, per tale scopo illecito, una società offshore in Belize, accendendo, attraverso essa, anche conti bancari a Lugano.

Alla fine di febbraio scorso, il Tribunale di Genova – Ufficio per le Indagini Preliminari – ha emesso una rogatoria finalizzata alla confisca dei saldi attivi sui conti correnti bancari accessi su banche private di Lugano, di una villa sull’omonimo lago ed ad altre forme di investimento per valore stimato in circa 9 milioni di euro.

Attualmente, personale del Nucleo Investigativo del Comando provinciale Carabinieri, con la collaborazione della Polizia Federale Svizzera, sta coadiuvando l’Autorità Giudiziaria. per il trasferimento dei valori in Italia ovvero attraverso l’accredito sul Fondo Unico Giustizia.

Si tratta del fondo dinamico in cui confluiscono i rapporti finanziari ed assicurativi sottoposti a sequestro penale o amministrativo oppure a confisca di prevenzione.

Le indagini per accertare il reato di riciclaggio sono state complesse e gli stessi investigatori hanno ricostruito i flussi economico-finanziari dell’ultimi due decenni dell’indagata e del defunto fratello, accertando un’ingiustificata consistenza patrimoniale, sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati e ritenuta provento dell’illecita attività di traffico di stupefacenti.

L’individuazione delle cospicue somme di denaro all’estero è stata possibile grazie alla sinergia che i militari del Nucleo Investigativo spezzino hanno mantenuto con la Polizia Federale e con la magistratura elvetiche, il cui contributo è stato fondamentale.

Il Tribunale di La Spezia, concordando con i risultati delle indagini, dopo una prolungata battaglia legale, lo scorso 9 marzo ha emesso un decreto di misura cautelare reale finalizzato al sequestro penale preventivo di beni riconducibili all’indagata per un valore stimato appunto in 7 milioni di euro.

Tra i beni vi sono complessi immobiliari ubicati in provincia di Crotone, quote societaria e conti correnti individuati in Svizzera, orologi, gioielli e preziosi d’ingente valore rinvenuti all’interno di una cassetta di sicurezza custodita in una banca svizzera, beni mobili ed immobili individuati sull’isola Sao Tomè e Principe (Africa Centrale); beni immobili individuati sull’isola di Palma di Maiorca (Spagna) e beni mobili ed immobili in Romania e a Capo Verde.

Con il coordinamento dalla Procura della Repubblica di La Spezia sono stati attivati rogatorie internazionali ed i canali di cooperazione giudiziaria europei (Eurojust, Agenzia dell’Unione Europea per la Cooperazione Giudiziaria Penale).

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