Azerbaigian, quel terribile genocidio di fine marzo 1918 ad opera dei bolscevichi e degli armeni

Di Domenico Letizia*

Roma. Il 31 marzo 1918, membri del Partito armeno Dashnak, con l’aiuto delle truppe bolsceviche, furono protagoniste di un genocidio contro gli azerbaigiani, uccidendo più di 50 mila persone.

Le truppe furono guidate da Stepan Shaumyan ed oltre le migliaia di morti furono commessi vili atti anche contro il patrimonio storico, etnico e culturale dell’Azerbaigian, bruciando, tra gli altri, luoghi di culto, santuari e la Moschea di Tezepir.

Quest’anno il Paese ricorda tale spaccato di storia nazionale e di dolore per il suo popolo.

Un momento delle commemorazioni per il centenario del genocidio azero

L’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia ha organizzato a Roma un evento, svoltosi nei giorni scorsi, per ricordare tale massacro, intitolato “Un percorso verso l’indipendenza”, in cui sono intervenuti l’ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia Mammad Ahmadzada, il Prof. Alessandro Vagnini (Sapienza Università di Roma), il Prof. Andrea Carteny (Sapienza Università di Roma). I lavori sono stati  introdotti dal Prof. Daniel Pommier Vincelli (Sapienza Università di Roma).

Filo conduttore degli interventi, il legame tra gli eventi drammatici del marzo 1918 e la costituzione della Prima Repubblica Democratica dell’Azerbaigian, che, seppur vissuta solo 23 mesi, ha posto le basi di quella che poi è stata la riconquista dell’indipendenza nel 1991.

In Azerbaigian la data del 31 marzo è ricordata con numerosi eventi commemorativi. In particolare, a Guba, che fu uno dei principali teatri di quei drammatici eccidi, quest’anno migliaia di azerbaigiani hanno marciato fino al monumento commemorativo dedicato proprio al genocidio commesso in questa città, per non dimenticare il centenario della strage.

La richiesta degli azerbaigiani non varia: riconoscimento giuridico e politico del genocidio. Sono molte le prove storiche e giuridiche che evidenziano i crimini commessi dai bolscevichi e dalle truppe armene, guidate da Dashnak, nei territori del Paese.

Il massacro avvenne nel totale disprezzo della vita umana e numerosi furono i bambini, le donne e gli anziani uccisi. Inoltre, Guba ha anche ospitato una conferenza scientifica sull’argomento intitolata “Lessons of genocides”, per una commemorazione storica e accademica sui genocidi e sul genocidio subito dagli azerbaigiani. Nel suo discorso alla conferenza, l’assistente del Presidente azero per gli Affari pubblici e politici, Ali Hasanov, ha evidenziato che nonostante gli implacabili massacri e le gravi perdite, il popolo ha superato la prova della storia ed è riuscito a prendere il suo destino nelle proprie mani, ripristinando il controllo sulle sue terre e stabilendo la prima repubblica indipendente in Oriente.

“Il nostro popolo – ha detto Hasanov – fu sottoposto a numerosi crimini di genocidio, massacro, deportazione, pulizia etnica e terrore all’inizio del secolo scorso. Ma sfortunatamente era impossibile garantire il riconoscimento giuridico e politico di questi eventi. E la ragione è che ogni volta i nazionalisti armeni commettono i loro crimini in alleanza con i loro mecenati ed il Governo centrale. Questo è avvenuto negli anni 1905-1907, 1918-1920, 1948-1953 e successivamente. Ciò è il motivo per cui le prove del genocidio sono state nascoste e distorte, pesanti restrizioni amministrative e ideologiche sono state imposte a qualsiasi ricerca in questo settore”.

“Questo – ha aggiunto Hasanov – ha aperto la strada a un’altra ondata di sciovinismo armeno alla fine degli anni ‘80 – primi anni ‘90, ed il popolo dell’Azerbaigian ha affrontato nuove difficoltà, deportazione, pulizia etnica, occupazione e una terribile tragedia come il genocidio di Khojaly”.

L’assistente del Presidente ha esortato la comunità internazionale, le personalità pubbliche, politiche, culturali e scientifiche del mondo a unire gli sforzi per combattere risolutamente tutti i fenomeni che incoraggiano l’intolleranza etnica, razziale e religiosa, e l’odio.

Quanto accaduto in Azerbaigian non deve ripetersi in nessuna altra parte del globo. Una lezione di pace e prosperità che parte dalla Repubblica che ha fatto del multiculturalismo una priorità del Caucaso.

Per tali motivazioni, in accordo con il decreto del Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Heydar Aliyev del 26 marzo 1998, ogni anno, il 31 marzo, l’Azerbaigian commemora il Giorno del Genocidio degli azerbaigiani. Solo la conoscenza, il diritto alla conoscenza per tutti i cittadini del globo, di ciò che produce il conflitto su un intero popolo potrà far in modo che il futuro sia costituito solo dalle commemorazioni e non dal dolore della tragedia nell’attualità.

*Presidente dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale (IREPI)

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