Siria, la veloce agonia dell’ISIS. La battaglia si sposta sull’Eufrate

Damasco. L’ISIS sta agonizzando? A far parlare i dati, la risposta non può essere che positiva.

In Siria controllava, nello scorso maggio, il 39% del territorio. Oggi ha in mano solo il 12,3%, per lo più le zone ad Est e quelle desertiche. Tanto che l’Esercito siriano sta recuperando il terreno perso.

I siriani avanzano contro le milizie jihadiste

L’ISIS ha perso Mosul, dove aveva dichiarato nel 2014 il Califfato, e conserva appena una piccola presenza in Iraq.

La battaglia finale, in Siria, si combatterà nella Valle dell’Eufrate tra Raqqa, la sua capitale assediata dal giugno scorso, e la provincia di Deir Ezzor, ricca di giacimenti di petrolio.

L’Esercito siriano ha concentrato le sue truppe d’elite e mezzi blindati intorno a Deir Ezzor, per espellere, con l’appoggio dell’Aeronautica russa e delle milizie alleate sciite i jihadisti che si sono asseragliati nell’ultima roccaforte nel Paese.

Le manovre sul terreno dell’Esercito siriano coincidono con l’offensiva che è stata lancoata nella stessa provincia dalle Forze Democratiche siriane (FDS), un alleanza di milizie curde siriane e sostenuta dalla coalizione anti jihadista guidata dagli Stati Uniti.

Entrambi i fronti si stanno avvicinando quasi a pochi chilometri l’uno dall’altro.

Sabato scorso, gli Stati Uniti avevano allertato che aerei russi avevano bombardato la zona dove c’erano combattenti delle FDS, provocando alcuni feriti.

Pronta era arrivata la risposta del Ministero della Difesa di Mosca che ha negato di avere attaccato le milizie curde, aggiungendo che il comando Usa sapeva delle attiività anti jihadiste dell’aviazione.

Dopo la caduta di Mosul (10 luglio) le milizie dell’ISIS conservano in Iraq alcune enclavi alla frontiera con la Siria e la regione di Hawija, ad Est di Kirkuk.

In Siria resiste ancora Yarmuk, tra le frontiere siriana, giordana e le Alture del Golan (occupate dagli israeliani).

I jihadisti sono scappati da Qalamun, vicino al Libano, sotto i colpi dell’Esercito di Beirut e quello di Damasco, con il supporto delle milizie sciite Hezbollah. Sono fuggiti a bordo di autobus che sono stati fermati dai bombardamenti degli aerei della coalizione internazionale.

Un’altra fuga c’è stata a Tal Afar (Iraq)

La riconquista dei giacimenti petroliferi da parte delle truppe siriane ha privato dell’ISIS di una principale fonte di entrate economiche.

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