MILANO. Il Presidente del Consiglio regionale Federico Romani, prima dell’inizio della seduta d’Aula, questa mattina ha aperto la cerimonia del “Giorno della memoria”, istituito con la Legge regionale n. 10/2004 per ricordare i servitori della Repubblica caduti nell’adempimento del dovere e tutte le vittime del terrorismo, della mafia e di ogni altra forma di criminalità.
“Coltiviamo il dovere della memoria per coloro che hanno sacrificato la propria vita nella costruzione del bene comune, difendendo la società libera e democratica in cui oggi viviamo e la nostra sicurezza”, ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale Romani.
“L’obiettivo di questa ricorrenza è duplice: da una parte vogliamo esprimere la nostra solidarietà a chi ha subito lo sfregio della violenza e la nostra vicinanza ai familiari delle vittime perché la giustizia è un diritto, ma dobbiamo continuare a lottare per ottenere pene certe per gli assassini – ha aggiunto Federico Romani – Dall’altra la volontà di riconoscersi nella Costituzione e nelle istituzioni democratiche. Solo così la loro testimonianza sarà un monito e uno sprone per l’impegno di ognuno nella vita di tutti i giorni. Memoria e giustizia sono le fondamenta per un futuro di pace e sicurezza”.
Era il 6 febbraio di 47 anni fa quando, nei pressi del casello autostradale di Dalmine, Renato Vallanzasca uccise due agenti della Polstrada che lo avevano fermato per un controllo, Renato Barborini e Luigi D’Andrea.
Da quell’episodio drammatico Regione Lombardia ha preso spunto per indicare nella data del 6 febbraio la “Giornata della Memoria”, istituita con apposita legge regionale nel 2004 per commemorare annualmente le vittime del terrorismo, della mafia e di ogni forma di criminalità, riconoscendo l’alto valore civile e morale dei Servitori della Repubblica caduti nell’adempimento del dovere.
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