Di Francesca Cannataro
Roma. Fierezza, orgoglio, spirito di servizio e di sacrificio. E’ negli occhi di tutti i Carabinieri, riuniti oggi nelle caserme in Italia ed all’estero per celebrare la loro Patrona, che si legge tutto questo.
E’ un senso di appartenenza percepibile vivo e forte, in ciascuno di quei militari che quotidianamente operano con silenzio e solerzia a servizio del popolo. Un momento di incontro e comunione dal profondo significato spirituale.
Nell’Arma il culto della Virgo Fidelis iniziò dopo la Seconda Guerra mondiale ad otto anni dalla battaglia di Culqualber, un episodio che rifulge vivido nella storia della Benemerita, quando Papa Pio XII proclamò ufficialmente Maria Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber. L’appellativo Virgo Fidelis fu legato allora indissolubilmente al motto dell’Arma “Nei secoli fedele”.
Fu per l’eroismo dimostrato dal Battaglione dei Carabinieri, impegnato in quella cruenta battaglia del 1941, che la bandiera dell’Arma ottenne anche la medaglia d’oro al valor militare.
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