Guardia di Finanza: operazione a contrasto della pirateria agroalimentare. Sequestrate a Roma 380 tonnellate di sementi per cereali. Denunciati tre imprenditori per utilizzo non autorizzato di varietà brevettate

ROMA. Ancora un’operazione di grande rilevanza per il Nucleo Speciale Beni e Servizi (NSBS) della Guardia di Finanza che, in collaborazione con alcuni Comandi Provinciali del Corpo e con l’ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari), ha proceduto al sequestro di oltre 380.000 kg di sementi utilizzati per la produzione di “grano da farina certificato” – valore commerciale superiore ai 300.000 euro – nel corso d’una specifica attività condotta a contrasto della pirateria agroalimentare.

La citata operazione, che investe la tutela degli agricoltori nonché delle imprese titolari dei diritti di sfruttamento commerciale sulle varietà vegetali italiane ed estere protette, nasce dallo sviluppo d’una complessa analisi di rischio elaborata proprio al fine di prevenire specifici fenomeni fraudolenti commessi nell’illecita produzione di varietà vegetali “certificate”.

L’analisi investigativa dei finanzieri del NSBS si è infatti rivolta alla verifica degli obblighi previsti in materia di commercializzazione delle sementi iscritte all’Ufficio Comunitario per le varietà vegetali, oppure all’Ufficio Italiano brevetti e marchi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy; verifica dalla quale sono poi scaturite sette segnalazioni “qualificate”, inoltrate ai Reparti territoriali del Corpo chiamati ad eseguire gli opportuni riscontri.

Autopattuglia del NSBS della Guardia di Finanza

I primi a fornire un responso al riguardo sono stati i finanzieri dei Comandi Provinciali di Bari e di Trapani i quali, procedendo ad approfonditi controlli all’interno di tre aziende operanti nel commercio delle sementi, hanno rilevato la cessione di oltre 6.200 sacchi e confezioni di grano duro derivanti dalle suddette varietà, fornite senza però aver assolto il pagamento della prevista equa remunerazione in favore dei costitutori delle specie vegetali in parola, rilevando altresì parallele commistioni degli stessi prodotti con partite di grano non-certificato.

I controlli in questione hanno riguardato anche soggetti economici attivi in Campania e nel Lazio, con la contestuale denuncia alle Procure della Repubblica di Bari e Marsala di tre persone, in capo alle quali viene ora contestato il reato di fabbricazione e commercio di beni usurpando titoli di proprietà industriale (art. 517-ter del Codice Penale).

Nel medesimo contesto operativo non sono peraltro mancati consistenti sequestri di grano duro che hanno riguardato due società pugliesi, entrambe operanti nel commercio di cereali e gestite da affermati imprenditori locali, nonché di un’altra azienda sita in Sicilia anch’essa finita nella vicenda.

In materia è bene evidenziare come imprese titolari dei diritti di sfruttamento commerciale delle sementi registrate siano diverse e con sedi in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Marche. A queste società spetta l’onere di garantire identità, purezza varietale, germinabilità e sanità dei semi utilizzati nella grande produzione agricola; un ruolo di non poco conto dunque, grazie al quale si contribuisce ad un’esatta tracciabilità delle filiere produttive e, parallelamente, alla protezione della salute dei consumatori.

Quasi superfluo aggiungere come la brillante operazione dei finanzieri guidati dal Colonnello Gaetano Cutarelli abbia ricevuto il pieno sostegno degli stakeholder del comparto agricolo inseriti nell’ambito della collaborazione oggi esistente tra imprese, istituzioni ed enforcement; una collaborazione che è poi cardine del Sistema Informativo Anti-Contraffazione (SIAC) della Guardia di Finanza.

Il SIAC è un’innovativa piattaforma telematica progettata allo scopo di difendere le aziende dal fenomeno criminale della contraffazione in tutte le sue forme, che peraltro consente ai titolari dei marchi – tramite accesso riservato – di condividere con gli specialisti delle fiamme gialle i frequenti elementi di criticità che riguardando le loro produzioni protette da copyright, indicazioni preziosissime che poi vengono efficacemente tradotte in chiave investigativa per le intelligence destinate a questo settore d’intervento, oltre che operativa per le attività sul campo da parte dei Reparti GDF.

Finanzieri del NSBS impegnati sul Sistema Informativo Anti-Contraffazione (SIAC)

La descritta operazione è senz’altro da ricomprendersi tra gli obiettivi strategici della Guardia di Finanza, ed oltre al contrasto della criminalità economica e finanziaria nonché alla tutela del mercato investe stavolta un problema particolarmente sentito come quello della sicurezza alimentare, un aspetto fondamentale che peraltro non può essere disgiunto dalla tradizione e dall’eccellenza che da sempre contraddistingue la produzione agricola italiana nel mondo.

Si evidenzia infine che per le persone coinvolte nell’indagine – nell’attuale fase che è ancora preliminare – vige il principio della presunzione d’innocenza, pertanto ogni loro responsabilità di carattere penale potrà essere dichiarata soltanto ad intervenuta e definitiva sentenza irrevocabile di condanna.

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