Guardia di Finanza: sbarcano dall’Indonesia con 429.530 euro in contanti non dichiarati nei bagagli, doganieri e finanzieri gliene sequestrano oltre 199mila

VARESE. Un altro sequestro di grosse somme di denaro in contanti, stavolta ad opera dei Finanzieri del Comando Provinciale di Varese – Gruppo Malpensa che le hanno scovate all’interno del locale scalo aeroportuale, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).

Finanzieri e Doganieri erano infatti impegnati nelle quotidiane attività di contrasto al traffico internazionale di valuta quando, nel corso dei controlli compiuti su tre passeggere appena sbarcate da un volo proveniente da Jakarta (Indonesia), hanno rinvenuto oltre 429 mila euro non dichiarati in Dogana.

Un sequestro di valuta ad opera della Guardia di Finanza

Il denaro in questione, stando a quanto appurato dagli operatori della Guardia di Finanza e dell’ADM, era detenuto dalle cittadine indonesiane (rispettivamente per le somme di 196.820, 112.450 e 120.570 euro) e stava per essere introdotto in concomitanza con un periodo di vacanza nel nostro Paese. Denaro che però le stesse si sono ben guardate dal dichiarare in sede di visita doganale.

Il personale addetto ai controlli non si è però fatto persuadere dai loro rassicuranti dinieghi e così, sospettando che un qualcosa di occultato in realtà ci fosse, hanno approfondito il controllo fin quando non hanno scoperto nei loro bagagli corpose mazzette di banconote in tagli da cento e 500 euro (in parte detenute anche in franchi svizzeri) per un totale di 429.530 euro.

In palese violazione della vigente disciplina valutaria, alle tre indonesiane sono stati dunque sequestrati 199.765 euro, ovvero la metà delle somme rinvenute dai Finanzieri e dai Doganieri ad ogni singola passeggera, alle quali sono stati ovviamente decurtati i dieci mila euro consentiti dalla norma.

Autovettura operativa veloce della Guardia di Finanza in uno spazio aeroportuale

Si tratta indubbiamente di non poco denaro finito sotto i sigilli ma, considerate le ingenti somme detenute dalle cittadine straniere, per le stesse non è stato dunque possibile avvalersi della cosiddetta “oblazione volontaria” che il legislatore ha previsto a fronte del rinvenimento di somme non eccedenti i 40 mila euro (ecco dunque spiegato il pesante sequestro pari al 50% delle somme trasportate), ciò a garanzia dell’effettivo pagamento della prevista sanzione amministrativa che il Ministero dell’Economia e delle Finanze comminerà formalmente alle responsabili ed avverso la quale potranno comunque proporre opposizione.

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