Guardia di Finanza: sequestrati a Brescia circa 329 milioni di euro in crediti d’imposta fittizi connessi a lavori di ristrutturazione edilizia mai eseguiti

BRESCIA. Un nuovo rilevante sequestro di crediti d’imposta – per circa 329 milioni di euro – è stato eseguito dai finanzieri del Comando Provinciale di Brescia nell’ambito di un’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, incentrata sul corretto utilizzo di crediti relativi ai c.d. “bonus facciate”, “bonus locazioni” e “sisma bonus”.

Autopattuglia in dotazione ai finanzieri del Comando provinciale di Brescia

Allo stato i militari delle fiamme gialle hanno già proceduto in varie perquisizioni che hanno interessato sedi ed uffici di società in Lombardia e Veneto, anche presso gli studi di alcuni commercialisti operanti nelle province di Brescia, Ferrara e Barletta-Andria-Trani.

Le indagini in parola, affidate agli specialisti del Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF), sono scaturite da una qualificata segnalazione dell’Agenzia delle Entrate la quale – sulla base di specifici controlli – ha rilevato la presenza di soggetti che avevano inserito nei propri cassetti fiscali crediti d’imposta di dubbia legittimità.

Sulla scorta di ciò i finanzieri bresciani hanno dunque messo in atto le loro procedure investigative nonché analizzato tutti i possibili fattori di rischio, come quelli legati all’intangibilità di una reale struttura aziendale da parte degli appaltatori oppure l’assenza di cantieri operativi, il che ha permesso loro di rilevare una rete di soggetti i quali, interagendo sull’intero territorio nazionale, autocertificavano lavori per i quali era previsto il citato rimborso fiscale.

Opere che nella realtà erano però del tutto inesistenti, il che ha dunque materializzato ipotesi di reato quali la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, il riciclaggio e l’autoriciclaggio dei proventi illeciti.

Controlli della Guardia di Finanza in materia di superbonus edilizi

Nei confronti dell’indagato già raggiunto da misura interdittiva, gli inquirenti contestano l’aver generato crediti fiscali falsi cedendoli a entità giuridiche compiacenti (alcune delle quali a lui stesso riconducibili) nonché sprovviste d’una struttura organizzativa imprenditoriale.

Nel meccanismo frodatorio fatto emergere dalle indagini tali società avrebbero a loro volta trasferito i predetti crediti falsi a beneficio di più operatori, consentendogli quindi di utilizzarli per compensare debiti con l’Erario oppure per monetizzarli (in cambio di una contropartita in denaro) presso intermediari finanziari, queste sempre sulla base di lavori edilizi su immobili inesistenti.

Altri indagati – sempre in concorso tra loro – avrebbero invece immesso nei cassetti fiscali di società compiacenti crediti fiscali falsi, generati questi da soggetti completamente ignari dell’esecuzione di lavori sugli immobili di loro proprietà.

Tali proprietari, ascoltati al riguardo dagli investigatori della Guardia di Finanza, hanno infatti smentito l’esistenza di ristrutturazioni edilizie in corso d’opera.

Va inoltre precisato che i citati provvedimenti di sequestro – adottati d’urgenza dalla Procura della Repubblica di Brescia – hanno riguardato crediti d’imposta creati prima dell’entrata in vigore del D.L. 157/2021 (c.d. “Decreto Antifrode”).

Le indagini stanno comunque proseguendo, anche in coordinamento con altre Procure della Repubblica, considerata la più che possibile diffusione e reiterazione delle condotte criminose in argomento.

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