Israele: il devastante attacco di Hamas provoca vittime, distruzione e rapimenti. Per Natanyahu è guerra. L’IDF lancia l’Operazione “Spade di Ferro”

Di Fabrizio Scarinci

TEL AVIV. Lanciata questa mattina all’alba da Hamas, l’operazione “Alluvione al-Aqsa” costituisce, con ogni probabilità, il più pesante attacco che lo Stato d’Israele abbia mai subìto nel corso dell’ultimo mezzo secolo.

Nel giro di un poche ore i miliziani palestinesi avrebbero, infatti, lanciato dalla Striscia di Gaza dai 2 ai 5.000 razzi e missili contro l’intero territorio israeliano.

Il sistema di difesa “Iron Dome” ne avrebbe, naturalmente, intercettati moltissimi, ma un cospicuo numero di essi sarebbe comunque piovuto al suolo, causando un elevato numero di vittime.

Il sistema Iron Dome in azione

Nel frattempo, diversi commandos sarebbero penetrati in territorio israeliano (sia attaccando alcune postazioni di frontiera dell’IDF, sia sorvolandole mediante l’utilizzo di parapendii) allo scopo di colpire i civili, oggetto di numerosi attacchi armati e di diversi rapimenti, e alcune installazioni militari, come una base situata nei pressi del confine con la Striscia, dove, almeno stando ad un video diffuso dai vertici di Hamas, diversi militari di Tel Aviv sarebbero stati uccisi o catturati dagli attaccanti palestinesi.

Immagine del video che mostrerebbe il presunto rapimento di una donna in territorio israeliano

Altri video mostrerebbero, invece, la cattura di un carro armato Merkava e del carrista al suo interno, che sarebbe stato trascinato con forza fuori dal mezzo.

Stando a quanto dichiarato da Hamas, alla base dell’attacco in questione vi sarebbero la profanazione dei luoghi sacri all’Islam presenti a Gerusalemme e il rifiuto da parte di Israele di liberare alcuni prigionieri, anche se in molti non hanno potuto fare a meno di notare come le azioni oggi siano giunte in concomitanza con una fase particolarmente delicata della politica mediorientale, in cui, se, da un lato, Washington si starebbe impegnando a raggiungere, soprattutto in funzione anti-iraniana, un accordo di normalizzazione dei rapporti tra Israele e Arabia Saudita, dall’altro, i cinesi e alcuni dei loro alleati sarebbero da tempo al lavoro con Teheran al fine di favorire il miglioramento le sue relazioni con Ryad e portare entrambe nel cosiddetto BRICS.

In tale contesto, appare chiaro come una simile azione potrebbe mirare a re-intensificare lo scontro tra Israele e Paesi arabi con l’obiettivo di minare i piani statunitensi e favorire l’allontanamento di Ryad non solo da Tel Aviv (cosa che, per la gioia di Teheran, manderebbe in frantumi l’ipotesi del suddetto fronte regionale anti-iraniano) ma anche dalla stessa Washington (obbiettivo forse non raggiungibile nel breve termine, se non altro in ragione dell’enorme dipendenza dello strumento militare saudita dai sistemi di origine statunitense ma senz’altro perseguibile nel medio-lungo termine).

Il video che mostra il Merkava catturato dai miliziani di Hamas

Per quanto riguarda, invece, il Premier israeliano Benjamin Netanyahu , egli avrebbe subito chiarito come l’attacco di oggi si configurerebbe, soprattutto in ragione della sua vastità, come un vero e proprio atto di guerra, meritevole di una risposta molto diversa da quelle abitualmente condotte nei confronti dei miliziani presenti all’interno della Striscia.

A tale scopo sarebbero già stati richiamati tutti i riservisti delle Forze Armate, che, proprio in queste ore, si starebbero accingendo ad intraprendere un poderosissimo contrattacco denominato Operazione “Spade di Ferro”.

Logo dell’operazione Spade di Ferro in fase di avvio da parte dell’IDF

Fin da questa mattina, inoltre, decine di aerei ed elicotteri della potente Israeli Air Force, avrebbero cominciato a bersagliare Gaza.

Questi raid, in fase di progressiva intensificazione, avrebbero finora portato alla neutralizzazione di diversi compound e di alcuni centri di comando operativi di Hamas. Tra gli edifici colpiti figurerebbe, tra l’altro, anche la White Tower, importante edificio di 14 piani collocato nel centro di Gaza City sbriciolatosi in pochi secondi dopo essere stato colpito dalle forze israeliane.

A tutte queste azioni si sarebbe, poi, aggiunta anche l’iniziativa del Ministero dell’Energia di Tel Aviv, che avrebbe ordinato alla Compagnia Elettrica Israeliana di interrompere la fornitura di energia elettrica all’Autorità Nazionale Palestinese nella Striscia.

Immagini di Gaza colpita dai raid israeliani

A livello diplomatico, Tel Aviv sembrerebbe godere, al momento, del pieno sostegno da parte di tutto il mondo occidentale; dal già citato governo statunitense, che avrebbe anche stanziato 8 miliardi di dollari in favore dell’IDF, alle Istituzioni europee, che, per bocca della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, avrebbero ribadito come Israele abbia il pieno diritto di difendersi da un’aggressione brutale come quella delle ultime ore.

Da Mosca sarebbe arrivato, invece, solo un generico invito alla moderazione, mentre Teheran avrebbe espresso il proprio sostegno ai propri alleati di Hamas, dichiarandosi fiera del loro operato.

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