Pirateria, equipaggio di Nave Fasan intercetta e ferma sei somali

Roma. Nave Virginio Fasan, ieri, ha intercettato e fermato un gruppo di sei persone sospettate di atti di pirateria.

L’intervento degli uomini della Brigata Marina San Marco

Tutti di nazionalità somala, a bordo di due piccole imbarcazioni, avevano tentato l’abbordaggio nei giorni precedenti di un portacontainer e di un peschereccio d’altura, battenti rispettivamente bandiera panamense e delle Seychelles. Gli eventi si sono svolti tra venerdì e domenica scorsi a circa 320 miglia nautiche a Sud Est dalle coste somale all’altezza di Mogadiscio, in Oceano Indiano.

L’azione, diretta dal comandante in mare dell’Operazione EU NAVFOR Somalia – Atalanta, Contrammiraglio Fabio Gregori imbarcato su Nave Virginio Fasan, ha visto l’intervento congiunto della fregata italiana, con l’elicottero di bordo ed il team della Brigata Marina San Marco, nonché di un aereo da pattugliamento marittimo spagnolo (MPRA), appartenente anch’esso alle Forze Europee dell’Operazione Atalanta.

In particolare, Nave Fasan si trovava, venerdì, in pattugliamento a circa 60 miglia nautiche dalla costa Sud della Somalia, quando ha ricevuto informazioni su un attacco di pirateria al portacontainer.

Nave Fasan in navigazione

La nave si è diretta alla massima velocità verso la posizione dell’evento, mentre veniva ordinato all’aereo da pattugliamento spagnolo di sorvolare la stessa zona di mare per effettuare una ricerca approfondita in area.
Il velivolo, durante la mattina di sabato, è stato informato che un peschereccio era stato anch’esso attaccato da un gruppo di pirati armati. Intensificando le ricerche in area, la sera di sabato, l’elicottero di bordo di Nave Fasan è riuscito ad identificare due piccole imbarcazioni in una posizione coerente e correlabile con quella degli avvenuti attacchi.
La mattina di domenica Nave Fasan ha abbordato alcuni barchini per effettuare l’ispezione del personale e del carico. Gli elementi caratteristici riscontrati durante l’ispezione delle imbarcazioni hanno permesso di riconoscere quest’ultime come le imbarcazioni responsabili degli attacchi alle unità mercantili. Ciò è stato possibile anche grazie alle informazioni fotografiche e alle testimonianze fornite dagli equipaggi delle stesse.
Queste evidenze, unite all’infondatezza e alla incoerenza di alcune informazioni fornite dai sei sospettati durante l’ispezione, ha portato il comandante di Nave Fasan, Capitano di Fregata Sebastiano Rossitto, a procedere al fermo degli equipaggi.

In seguito al fermo, i sospetti pirati sono stati portati a bordo della fregata Virginio Fasan in attesa che si concludano ulteriori accertamenti allo scopo di confermare la possibilità di perseguirli legalmente in virtù degli accordi internazionali esistenti in materia tra l’Unione Europea e gli Stati costieri maggiormente attivi nel contrasto al fenomeno della pirateria.

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