Speciale Libano: cosa si nasconde dietro l’esplosione di ieri?

Di Marco Santarelli*

Beirut. La capitale libanese non ha tregua.

La disperazione della gente, dopo l’esplosione di ieri a Beirut

Questa esplosione arriva dopo anni di guerre cruenti e una recente serie di violenti scontri tra anarchici, popolazione e Forze dell’Ordine.

Sotto accusa la classe politica libanese rea “di aver trascinato il Libano nella peggiore crisi economica degli ultimi decenni.

Il Presidente della Repubblica, Michel Aoun

I cittadini pretendono che il nuovo esecutivo venga formato da personalità indipendenti e senza la partecipazione dei movimenti politici tradizionali”. (cfr. https://www.google.com/amp/s/it.insideover.com/politica/la-crisi-politica-ed-economica-del-libano-non-conosce-tregua.html/amp/)

La crisi finanziaria quindi, che diventa una piaga proprio per il fatto che è stato imposto un limite imponente del dollaro americano, si unisce ad una complicata gestione delle relazioni internazionali proprio per la difformità di popolazione e mancanza di gente autoctona derivante dalla guerra civile durata quasi 20 anni.

Un miscuglio di razze che tende ad isolare, ad esempio la forza geopolitica è di intelligence della Siria.

In questo contesto, si vivono momenti di cruda paura e strage dovuto all’esplosione di una” bomba termonucleare”.

I danni provocati dall’esplosione di ieri

Ma trattasi di una vera bomba? Trattasi di un attentato terroristico? Voci si rincorrono e indiscrezioni ci dicono che la “bomba” sia stata piazzata da milizie filo-iraniane di Hezbollah per depistare e bloccare la sentenza del processo di venerdì, per l’uccisione nel 2005 dell’ex primo ministro Rafic Hariri e altre 21 persone.

Milizie di Hezbollah

Altre voci confermano, anche alcune fonti militari americane e inglesi, che questa esplosione sia dovuta prevalentemente per non far uscire dal porto un carico di nitrato di ammonio che potrebbe diventare utile per Paesi limitrofi per costruire bombe termonucleari ancora più potenti.

Ricordiamo che il materiale, 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, era di una nave battente bandiera moldava che lo trasportava e lo aveva lasciato al porto di #Batumi nel 2013 in viaggio verso il #Mozambico, perché aveva incontrato difficoltà tecniche e ha raggiunto il porto di Beirut.

Da lì i libanesi hanno scaricato quel materiale nel porto e lo hanno collocato, nei magazzini, fino a ieri.

Quale versione seguire? Parliamo quindi di attentato con asset strategici? No! risponde l’esperto Franco Iacch, Analyst Counter Terrorism, Security and Defence.

“Le nuvole a forma di fungo non sono prerogative delle detonazioni nucleari – spiega -. L’iconica nuvola a forma di fungo, comune nel caso di una potente esplosione convenzionale, è dovuta alla semplice fisica (instabilità di Rayleigh-Taylor). La forma della nuvola, quindi, non dipende dalla componente nucleare o termonucleare”.

Questa è già una risposta. Infatti, continua l’esperto, la “resa esplosiva di un asset nucleare sarebbe stata molto più potente poiché si ragionerebbe in termini di Kilotoni. L’evento nucleare, poi, avrebbe provocato svariati effetti come, ad esempio, alti livelli di radiazioni sul terreno. Tali ricadute radioattive non potrebbero essere nascoste Assente, poi, il bianco lampo accecante ed il conseguente impulso termico che avrebbe provocato incendi e bruciato la pelle delle persone”.

Quindi natura accidentale dell’esplosione.

Iacch esprime un suo parere netto e competente: “La sequenza di eventi che vediamo nei video diffusi sulla rete, invece, conferma la natura accidentale dell’esplosione. Il nitrato di ammonio è anche l’ingrediente principale di alcuni esplosivi a livello industriale come l’ANFO (utilizzato in diversi attentati), ed è soggetto a combustione violenta se stoccato in condizioni

“Tuttavia altri elementi, che al momento non conosciamo, potrebbero essere stati stoccati nell’area dell’incidente e, potenzialmente, coinvolti nelle sequenze esplosive”, spiega ancora Iacch.

Possiamo quindi concludere che, come conferma ancora l’esperto, “le caratteristiche e la sequenza degli eventi esplosivi che hanno devastato Beirut non sono in alcun modo imponibili a quelli di Hiroshima”.

*Intelligence, Terrorism Prevention, Information Security and Defence. Prof. IC2Lab: intelligence, Complexity and Comunication for University Poliarte  Res On Network UK – Intelligence and Global Defence

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