UNHCR: sempre in prima linea nell’azione per il clima in Africa

NEW YORK. L’UNHCR, l’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati, ribadisce il suo impegno nell’azione per il clima come elemento centrale della sua missione per affrontare i motivi che spingono le persone alla fuga e fornire protezione alle popolazioni vulnerabili in Africa.

Una presenza di UNHCR in Africa

L’Assistente Alto Commissario per le Operazioni dell’UNHCR, Raouf Mazou, e il Direttore Generale e Rappresentante Speciale della Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP28), l’Ambasciatore Majid Al Suwaidi, si sono recati nel campo rifugiati di Dadaab, in Kenya, prima del vertice sul clima in Africa di questa settimana.

“L’UNHCR riconosce le vulnerabilità delle popolazioni sfollate e delle comunità ospitanti in Africa. Dobbiamo agire ora per garantire che i più vulnerabili, che sopportano i costi maggiori, non siano lasciati soli nella loro lotta e che le loro voci siano ascoltate”, ha dichiarato Mazou.

A Dadaab hanno potuto constatare l’impatto del cambiamento climatico sui rifugiati e sulle comunità ospitanti.

Il Kenya continua a essere uno tra gli Stati in Africa che ospita il maggior numero di rifugiati ed è fortemente colpito dalle crisi che coinvolgono la regione.

Il Paese ospita più di 630 mila rifugiati e ha assistito a un aumento dei movimenti oltre confine a causa dell’intensificarsi degli shock climatici che hanno contribuito all’insicurezza alimentare, alle tensioni e ai diversi conflitti nei Paesi vicini.

“Il campo di rifugiati di Dadaab, uno dei più grandi insediamenti di rifugiati al mondo, è un esempio lampante delle sfide urgenti e interconnesse che dobbiamo affrontare – ha dichiarato Al Suwaidi durante la sua visita -. L’imprevedibile andamento climatico e le devastanti siccità del Corno d’Africa hanno sconvolto le comunità e i mezzi di sussistenza, spingendoli al limite della sopravvivenza”.

“Le storie che ho ascoltato dai rifugiati e dalle comunità ospitanti a Dadaab ci ricordano perché dobbiamo continuare a promuovere un’azione climatica equa e giusta che non lasci indietro nessuno”, ha aggiunto.

Nel Corno d’Africa, mentre le piogge sono finalmente arrivate a maggio, gli effetti di una siccità catastrofica – la peggiore degli ultimi 40 anni – continuano ad avere un impatto sulla vita di milioni di sfollati e delle comunità locali in Etiopia, Kenya e Somalia.

In tutta la regione, gli impatti della crisi climatica continuano ad esacerbare le sfide che le popolazioni più vulnerabili devono affrontare, con la combinazione di conflitti e siccità che influisce pesantemente sulla loro ricerca di sicurezza, beni di prima necessità e mezzi di sopravvivenza.

Le nostre risposte in tutta la regione devono tenere conto dell’impatto di eventi meteorologici estremi, come le ricorrenti siccità o inondazioni attribuite al cambiamento climatico.

“Gli impegni dell’UNHCR sono in linea con la sua visione generale di creare soluzioni resilienti, sostenibili e inclusive per le popolazioni sfollate in tutta l’Africa. Stiamo agendo per mobilitare finanziamenti, migliorare gli aspetti giuridici, aumentare la disponibilità di dati, ridurre le emissioni di carbonio e promuovere insediamenti sostenibili, il tutto con l’obiettivo di mitigare gli spostamenti legati al clima e garantire il benessere delle popolazioni colpite”, ha dichiarato Mazou.

I finanziamenti per mantenere questi impegni includono investimenti in corso attraverso il Fondo per la protezione ambientale dei rifugiati (REP), che mira a sostenere programmi di riforestazione e di cottura ecologica nelle aree che ospitano i rifugiati e che sono sensibili ai cambiamenti climatici.

L’UNHCR si impegna inoltre a mobilitare ulteriori risorse, con promesse di finanziamento fino a 500 milioni di dollari identificati finora per integrare l’azione per il clima nella sua programmazione in 24 Paesi africani per il 2024.

In vista del Forum globale sui rifugiati e della COP28 di dicembre, l’UNHCR collaborerà con i governi, gli organismi regionali, i partner e le comunità per un futuro in cui l’impatto sulla migrazione forzata a causa di eventi legati al clima sia gestito con soluzioni, protezione e resilienza.

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