STORIA: DALLE TRINCEE LIBICHE ALLA REGIA UNIVERSITÁ DI CAGLIARI. LA VITA DELL’UFFICIALE MEDICO LUIGI ROSIELLO

Di Gerardo Severino*

CASTELLABATE (SALERNO). Ci sono storie personali, come quella di Luigi Rosiello, ufficiale medico del Regio Esercito durante la “Grande Guerra” e anche dopo di questa, le quali sono rimaste per troppo tempo avvolte nel “silenzio della storia”, in attesa che qualcuno le riscoprisse.

Il Capitano Luigi Rosiello in una foto degli anni ’20

In questo caso ci sono voluti molti anni, ma alla fine, al termine di una non facile ricostruzione archivistica, della quale ringraziamo Emilio Guida, responsabile dell’Archivio Storico del Comune di Castellabate (Salerno), luogo d’origine del nostro protagonista, siamo in grado di raccontarla ai lettori di Report Difesa,.

Da Castellabate alla “Grande Guerra”

Luigi Rosiello nacque a Castellabate, allora ancora rinomata sede di uno dei più importanti Mandamenti del Cilento, in provincia di Salerno, il 15 gennaio del 1886, figlio di Alessio [1], affermato “armaiuolo” e da Luigia Ippolito.

Anni dopo, Alessio ereditò dal padre una delle più importanti aziende agricole della zona, specializzata, oltre che nella produzione e commercializzazione della frutta secca (i famosi fichi secchi del Cilento) anche nella produzione di ottimi vini, esportati in varie parti del mondo.

Luigia, la figlia del proprietario dell’antico cantiere navale operante nella Marina di Castellabate, era anche lei fornita di ottima dote.

Anche per questo, compiuti gli studi elementari nella stessa Castellabate, Luigi fu avviato a quelli superiori, a Salerno, per poi approdare, infine, alla Regia Università degli Studi di Napoli, ove si laureò in Medicina e Chirurgia, settore nel quale avrebbe voluto operare, ma non come semplice “medico di famiglia”.

Fu anche per questo motivo che il dottor Rosiello pensò di partecipare al concorso per la nomina a Sottotenente medico di complemento.

Correva l’anno 1913 ed il Paese era da poco uscito dalla guerra “Italo-Turca”, conflitto al quale aveva, peraltro, partecipato egli stesso, addetto al servizio Sanitario del Regio Esercito.

 

Ricordi della Guerra Italo-Turca: il trasporto dei feriti

Fu, quindi, con il Regio decreto dell’11 gennaio 1914 che il Dottor Rosiello fu nominato Sottotenente medico di complemento e, come tale, destinato alla Scuola d’Applicazione di Sanità Militare di Firenze, ove si presentò il mattino del 20 gennaio, per compiervi il prescritto corso teorico-pratico [2].

Con successiva determinazione ministeriale del 28 maggio, sempre del ’14, il neo Sottotenente fu così destinato, per il servizio di prima nomina, presso il 74° Reggimento di Fanteria della Brigata “Lombardia, allora di stanza a Brà (Cuneo), ove si presentò il 6 giugno ed ove avrebbe dovuto rimanere per i rimanenti 15 mesi.

Fu a quel punto che i piani del dottor Rosiello furono completamente stravolti, essendo anche l’Italia entrata nel vortice della “Grande Guerra”.

Il 24 maggio 1915, data d’inizio delle operazioni militari, il Sottotenente medico originario di Castellabate si trovava, tuttavia, a Derna, nuovamente in Libia, ove era stato nel frattempo distaccato ed ove avrebbe operato sino ai primi mesi del 1916, quando la Colonia iniziò ad essere sguarnita, occorrendo truppe fresche in Patria.

Il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra

Luigi Rosiello, nel frattempo, in virtù del Decreto Luogotenenziale n. 1646 del 14 novembre 1915 era stato promosso Tenente medico di complemento, con anzianità dal 23 dicembre successivo.

In Colonia si sarebbe distinto, oltre che nella gestione del locale Ospedale militare anche nell’opera di soccorso innescata a seguito della terribile alluvione che colpì Derna.

L’alluvione di Derna del 1915

L’ufficiale, fatto ritorno in Patria, fu di conseguenza riassegnato al 74° Reggimento Fanteria, reparto che in quel frangente si trovava ad operare in Slovenia.

Promosso Capitano medico con il decreto ministeriale del 4 marzo 1917, il Rosiello rimase ancora in forza al 74°.

Con tale unità affronterà, quindi, il dramma di Caporetto, ma anche gli ulteriori cimenti di guerra, praticamente sino all’epilogo del conflitto.

La ritirata delle truppe italiane a Caporetto

Scampato a mille pericoli, ma salvando anche migliaia di soldati da una fine orrenda, lavorando giorno e notte nelle infermerie da campo, ovvero sulle ambulanze in giro per i fronti di guerra, Luigi Rosiello fu il punto di riferimento dei Comandanti di Battaglione, di Compagnia e di Plotone che si alterneranno nella vita del Reggimento.

Gli addetti ad un’infermeria Reggimentale nel corso della Grande Guerra

Ricordiamo che il 29 gennaio 1918, la Brigata “Lombardia”, assieme ai suoi due Reggimenti, il 73° e il 74°, si trovava sul Monte Grappa, alternando i reparti tra la prima linea e la retrovia sino a fine maggio.

Il 17 giugno, nel vivo della celebre “Battaglia del Solstizio”, l’unità di Fanteria fu inviata sul Montello, verso il caposaldo di Casa Serena.

Una mappa della Battaglia del Solstizio

Nei giorni successivi e sino al 23 giugno, la Brigata concorse coi suoi reparti a fermare il nemico sino a ricacciarlo oltre il Piave.

Cessata la grande battaglia, la “Lombardia” fece, quindi, ritorno sul monte Grappa ed il 30 ottobre partecipò all’ultima offensiva prima dell’armistizio.

Alla data del 4 novembre, il 74° Fanteria si trovava ad operare nei pressi di Feltre, al comando del Colonnello Carlo Benedicenti.

Dalla Fanteria agli Ospedali Militari

Benvoluto da tutti i Comandanti di Reggimento, compreso l’allora Tenente Colonnello Pietro Badoglio, che guidò il 74° dal 27 febbraio al 16 aprile 1916, il Capitano Luigi Rosiello rimase in servizio presso il glorioso Reggimento anche dopo la fine del conflitto e la conseguente smobilitazione dell’Armata.

Nel 1921 avrebbe seguito il reparto anche nella lontanissima Pola, nuova sede di stanza del Reggimento.

In Istria, Luigi Rosiello sarebbe rimasto sino al 1922, anno nel quale fu distaccato in Cirenaica.

In quel contesto storico troviamo, infatti, il Capitano medico Rosiello in “servizio civile” presso l’Ospedale Coloniale di Bengasi, in quel frangente retto dal Tenente Colonnello medico Orlando Castigliola, inquadrato nell’ambito della Direzione di Sanità Coloniale diretta dal dottor Gennaro Fusco.

L’ospedale coloniale di Bengasi

E fu proprio per gli alti meriti conseguiti a favore della Colonia che l’11 gennaio 1923, su proposta del Governo della Cirenaica, gli sarebbe stata conferita la Medaglia d’Argento dei Benemeriti della Sanità Pubblica, ricompensa che fu elargita anche al Direttore e agli altri medici del citato Ospedale Coloniale [3].

A Bengasi, Luigi Rosiello avrebbe operato sino al 1924 [4].

Fu proprio in tale anno, infatti, che l’ufficiale fece rientro in Patria, tornando a Pola, di nuovo presso il 74° Fanteria.

In realtà ci rimase appena qualche mese, in quanto, per effetto del Decreto Ministeriale del 6 aprile, dovette raggiungere  la nuova sede di servizio, l’Ospedale Militare di Bari, ove avrebbe operato per alcuni anni [5].

L’ospedale militare di Bari in una cartiolina degli inizi del ‘900

Nel 1929, Luigi Rosiello era ancora in servizio a Bari, come emerge da alcuni verbali a sua firma, indirizzati nel maggio di quell’anno alla Direzione Generale di Sanità Militare, a Roma, uno dei quali meritò di essere anche citato nel “Giornale di Medicina Militare”, avendo per titolo “Nozioni ed alcune considerazioni anatomiche sul sistema autonomo”.

L’anno dopo, promosso ormai Primo Capitano, Luigi Rosiello fu destinato, invece, all’Ospedale Militare di Cagliari, ove lo troviamo ancora nel 1931, abitante in Via Torino, 29.

Una cartolina ricordo dell’Ospedale Militare di Cagliari

Dal 1° gennaio 1933, il Primo Capitano medico Rosiello fu collocato in congedo provvisorio, condizione alla quale subentrò, il successivo 20 gennaio il collocamento nella posizione “Ausiliaria”, in virtù della quale, l’ufficiale avrebbe potuto ancora servire nelle Forze Armate del Regno.

Nello stesso contesto, il dottor Rosiello rimase a Cagliari, essendo stato nominato “Assistente Volontario” presso la locale Regia Università degli Studi  – Facoltà di Medica – Clinica di Malattie Nervose e Mentali (il Rosiello si era specializzato, nel frattempo, anche in Neurologia) e in virtù della quale avrebbe pubblicato importanti saggi anche sulle più note riviste specialistiche, come nel caso della “Rivista di Neurologia”.

Il vecchio ospedale militare di Cagliari

Nel 1937 lo troviamo ancora in servizio a Cagliari, nuovamente in qualità di Medico Chirurgo presso l’Ospedale Militare Principale, ma anche come “Aiuto volontario” sempre presso la locale Università e persino come addetto al servizio civile, come già allora era consentito dalla Legge.

Nel 1939, infine, Luigi Rosiello, promosso finalmente Maggiore medico con anzianità al 1° luglio 1937, sempre nella posizione “Ausiliaria” non è più in servizio presso l’Ospedale Militare.

In quello stesso frangente fu, quindi, insignito della Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, conferitagli da Re Vittorio Emanuele III con Regio decreto del 28 ottobre dello stesso 1939.

Era stata, questa, una ricompensa che il maturo ufficiale medico si era ampiamente meritata, avendo svolto per 25 anni la professione medica sia tra migliaia di soldati che tra la collettività, a Bengasi, a Bari e, infine, a Cagliari, ove avrebbe terminato la sua carriera professionale [6].

In verità, alcuni anni prima, sempre per gli alti meriti conseguiti in Colonia era stato insignito della Croce di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, conferitagli dal Re d’Italia con Regio decreto del 24 ottobre 1935.

A far data dal 1° gennaio del 1940, ormai anziano per una eventuale mobilitazione in guerra, Luigi Rosiello fu trasferito nel ruolo della “Riserva” e, come tale, assunto in forza, dal punto di vista amministrativo, presso il Comando della Difesa Territoriale della Sardegna.

È verosimile ritenere che dopo l’entrata in guerra dell’Italia, l’anziano Maggiore medico abbia fatto ritorno a Santa Maria di Castellabate, dove avrebbe vissuto il resto dei suoi giorni, assistito dai fratelli e dai nipoti.

E fu proprio nella casa avita, accanto alla Chiesa di Santa Maria a Mare l’anziano ex ufficiale medico, rimasto celibe più per causa del suo lavoro che per libera scelta, si spense, il 23 febbraio 1958.

Da quel momento in poi, anche su di lui sarebbe per l’appunto calato il “silenzio della Storia”, quella sorta di velo oscuro che avrebbe coperto le glorie e gli eroismi di tanti altri protagonisti della vita del nostro straordinario Paese.

NOTE

[1] Alessio Rosiello era nato a Castellabate il 20 ottobre del 1858, figlio di Luigi e di Teresa Napoli.

[2] Cfr. Ministero della Guerra, Bollettino Ufficiale delle Nomine, Promozioni e Destinazioni negli Ufficiali del R. Esercito Italiano e nel personale dell’Amministrazione Militare (1914, p. 55).

[3] Cfr. “Ricompense ai benemeriti della salute pubblica”, in Ministero della Guerra, Bollettino Ufficiale (Dispensa 52^, 14 settembre 1923, p. 2.645).

[4] Cfr. “Colonie”, in Guida Sanitaria Italiana – Anno 1924, Milano, Società Editrice Unitas, 1924, p. 651.

[5] Cfr. “Corpo Sanitario”, in Ministero della Guerra, Bollettino Ufficiale  (Dispensa 17^ – 11 aprile 1924,  p. 970).

[6] Cfr. “Annuario della R. Università degli Studi di Cagliari”, Cagliari, 1940, p. 132.

 

*Colonnello (Aus) della Guardia di Finanza – Storico Militare

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