Guardia di Finanza: ad Ancona oscurati 17 canali Telegram dove venivano proposti in vendita euro, sterline e dollari falsi

Di Massimo Giardinieri

Ancona. Che sui canali telematici di messaggistica venissero proposti in vendita sostanze stupefacenti, articoli contraffatti ed anche falsi green pass è cosa ormai nota, ma che attraverso gli stessi venissero altresì proposti stock di banconote false lo ha scoperto la Guardia di Finanza di Ancona procedendo all’oscuramento di 17 canali presenti sulla piattaforma “Telegram”.

Le indagini della GDF

Il provvedimento in parola, disposto dal Giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Ancona, si è reso necessario al termine di un’indagine condotta finanzieri del locale Comando Provinciale – Compagnia di Falconara, la quale ha preso spunto da una delle tante attività di monitoraggio eseguite a contrasto dei traffici illeciti e che, come accennato sopra, vengono ad essere “pubblicizzati” presso il pubblico tramite queste utilizzatissime applicazioni di messaggistica.

Proprio nell’ambito di tali screening, i militari delle Fiamme Gialle hanno così individuato 17 diversi canali Telegram con oltre 430 mila utenti complessivamente iscritti, nei quali venivano pubblicati numerosi annunci riferiti alla vendita di banconote false in euro, sterline ed anche dollari statunitensi.

Da notare come, nelle varie “inserzioni pubblicitarie” individuate dagli investigatori, venisse addirittura garantita la qualità delle banconote proposte e che – a detta dei promotori di tale commercio – erano state realizzate con carta di puro cotone nonché corredate da filigrana, ologrammi metallici e striscia di sicurezza; ovvero di tutti quei dispositivi di sicurezza ed anti-contraffazione che gli avrebbero così consentito di aggirare i vari apparecchi utilizzati per la rilevazione delle banconote false, come quelli a luce ultravioletta.

I prezzi di vendita erano ovviamente rapportati all’ammontare complessivo delle banconote ordinate dal cliente, il che prevedeva un listino-base con un pacchetto da 1.000 euro di banconote false al costo di 100, fino ad arrivare a stock dal valore nominale 35 mila euro ceduti al prezzo di 2 mila.

L’illecito business in questione faceva dunque leva sulle grandi potenzialità di diffusione che sono tipiche di questi servizi di messaggistica, con informazioni che venivano così ad essere disponibili – in tutti i loro dettagli – per una platea davvero molto ampia di possibili interessati, con conseguenze facilmente immaginabili qualora una massiccia quantità di denaro falso fosse malauguratamente finita in circolazione.

Nel descrivere la vicenda giova infatti notare come gli artefici di tale commercio si fossero persino attrezzati nel produrre diversi video e fotografie (ovviamente tutti pubblicati sui canali in questione), grazie ai quali gli interessati potevano così farsi un’idea di quale fosse il livello di contraffazione raggiunto con queste banconote-fake, nonché di quanto questo si avvicinasse ai canoni di fedeltà delle banconote originali per di più con la definizione di diversi “codici di classe”.

Chiaramente, al fine di garantire l’anonimato del venditore oltre che dell’acquirente, le banconote erano acquistabili con pagamenti che potevano esclusivamente avvenire in criptovalute, e per chi non fosse molto addentro a queste particolari transazioni venivano fornite tutte le informazioni necessarie per il buon esito dello scambio.

Attesa la più che potenziale pericolosità di un siffatto commercio la competente Autorità Giudiziaria, nell’accogliere in toto le risultanze investigative prodotte dai finanzieri, ha dunque disposto l’immediato oscuramento di tutti i canali coinvolti nella vicenda, impedendo così la prosecuzione di un commercio criminoso che poteva senz’altro assumere proporzioni d’un certo rilievo.

L’odierna operazione della GDF anconetana ha altresì il merito di tornare ad accendere una luce su un fenomeno criminale che, complice anche una grave crisi economica, si contraddistingue per le sue continue recrudescenze.

La fabbricazione, l’introduzione, l’acquisto e la spendita di denaro falso sono in ogni caso reati gravi che ledono la fede pubblica oltre che l’interesse dei singoli cittadini, per questo si fa appello a chiunque venga in possesso di denaro falso affinché contatti il numero di pubblica utilità della Guardia di Finanza “117”, attivo gratuitamente – 24 ore su 24 – in tutta Italia.

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