Guardia di Finanza e Polizia di Stato, maxi operazione antimafia. In carcere 11 appartenenti al clan mafioso Rinzivillo. Arresti in Italia ed in Germania

Roma. Operazione antimafia congiunta delle Fiamme Gialle e della Polizia di Stato da questa mattina, coordinata dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Caltanissetta e della Capitale nei confronti di Cosa Nostra ed, in particolare, della famiglia mafiosa di Gela, nella sua articolazione territoriale del clan Rinzivillo.

Uno degli arrestati

Oltre 100 operatori di polizia, appartenenti al Comando Provinciale della Guardia di Finanza capitolina ed alla Questura nissena, stanno eseguendo, in Italia e in Germania, due ordinanze di custodia cautelare in carcere per 11 persone, affiliate o comunque contigue all’organizzazione criminale.

L’operazione ha interessato il Lazio, la Sicilia, la Campania, l’Umbria, nonché a Colonia e a Mannheim (Germania) dove, in collaborazione con la Polizia Criminale e i Reparti Speciali tedeschi, attivati dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, in sinergia con il II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, sono stati catturati quattro affiliati, appartenenti alla “cellula” tedesca, operativa nel Land della Renania Settentrionale-Vestfalia.

In particolare, gli investigatori hanno ricostruito gli affari illeciti della consorteria criminale, gestiti mediante una “cellula” operante in territorio tedesco, che il boss Salvatore Rinzivillo aveva affidato al suo “luogotenente” Ivano Martorana.

Detta articolazione si occupava dell’approvvigionamento della droga, destinata ad essere smerciata nella Capitale e sulla piazza siciliana, ove il gruppo poteva contare, tra gli altri, su altro associato Riccardo Ferracane nel ruolo di “grossista”.

In tale contesto, sono emersi contatti con cittadini turchi di notevole caratura criminale, nonché con persone che hanno avuto rapporti con la ‘ndrangheta reggina, tra i quali Antonio Strangio, pregiudicato di San Luca (Reggio Calabria), meglio noto come “TT” o “U Meccanicu”, all’epoca latitante all’estero e poi catturato, nel dicembre del 2017, nei pressi di Duisburg.

Gli arresti di oggi sono l’epilogo di una lunga indagine – condotta, in sinergia, dagli specialisti della Squadra Mobile e del GICO del Nucleo di Polizia economico finanziaria – che, alla fine del 2017, aveva già portato all’arresto di 37 persone ed al sequestro preventivo di beni per oltre 18 milioni di euro.

Un Finanziere del GICO

Le investigazioni avevano consentito di accertare l’operatività del clan, “etero-diretto” dai reclusi Antonio e Crocifisso Rinzivillo (entrambi al regime del 41bis), attraverso il fratello Salvatore, anche lui arrestato ed ancora detenuto. Quest’ultimo, dopo l’arresto dei fratellii, avvenuto nel 2015, era stato richiamato in Sicilia dalla Capitale per riorganizzare le illecite attività della famiglia e riaffermarne il predominio sul territorio, coprendo la vacanza di comando venutasi a creare.

Salvatore è stato investito del rilevante ruolo di “reggente” ed aveva quindi intrapreso rapporti con altri esponenti mafiosi palermitani, trapanesi e catanesi, mostrando un notevole dinamismo. Come è stato rilevato dalle indagini si poteva avvalere di un’organizzazione articolata in un’ala criminale, dedita al traffico internazionale di droga e di armi, alle estorsioni ed alle intestazioni fittizie di beni, e in un’ala imprenditoriale, impegnata soprattutto nel settore edilizio e nel commercio di autoveicoli e di prodotti ittici.

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