Esercitazione Mare Aperto 2019, simulata una crisi internazionale. Ammiraglio Marzano: “La partecipazione di 8 Paesi evidenzia l’importanza di un lavoro in team”

Di Salvatore Pappalardo

Mediterraneo Centrale. Una “battaglia navale” con le cacciatorpediniere Doria e Duilio e le fregate Carabiniere e Zefiro che  hanno provato i loro cannoni contro un bersaglio piazzato in acqua. Un abbordaggio effettuato dai fucilieri del Battaglione San Marco che hanno fatto un’ incursione su una nave ostile, sospettata di contrabbandare petrolio.

Un sommergibile individuato emerge in superficie

Subito interviene un team della Guardia di Finanza che sale a bordo per controllare i documenti della nave sospetta.

Elicotteri della Marina e della Guardia di Finanza individuano una nave ostile

Nel frattempo uno sversamento in mare di liquido inquinante viene contenuto dalle unità della Guardia Costiera e della Marina Militare.

L’operazione antinquinamento operata dalla Guardia Costiera e dalla Marina Militare

Sembra la sceneggiatura di una fiction. In realtà tutto fa parte delle attività addestrative dell’esercitazione aeronavale “Mare Aperto 2019”.

L’esercitazione, divisa in vari step, ha visto coinvolta anche la base dell’Aeronautica Militare di Decimomannu (Cagliari) area di addestramento delle forze anfibie.

La Marina Militare con la portaeromobili “Giuseppe Garibaldi” solcherà le acque del Mediterraneo Centrale e Meridionale. Per dodici giorni l’attività sarà concentrata nell’addestrare le capacità dei comandanti e degli staff imbarcati della Squadra Navale alla conduzione di operazioni in possibili aree di crisi internazionale.

Un Harrier AV8 in azione

L’esercitazione vede impegnate 40 navi, 5 sommergibili, oltre 30 aeromobili imbarcati, inclusi gli aerei dell’aviazione navale della Marina Militare e unità navali fornite da Canada, Francia, Inghilterra, Olanda, Portogallo, Spagna e Stati Uniti.

La componente aerea dell’esercitazione, oltre che da velivoli imbarcati della US Navy, è rafforzata anche dalla partecipazione di numerosi assetti dell’Aeronautica Militare: in particolare, caccia Eurofighter, AMX e Tornado nell’ambito di missioni di ricognizione, scorta e soppressione difese aree nemiche, un velivolo CAEW (Conformal Airborne Early Warning) con funzioni di sorveglianza aerea, comando e controllo e comunicazioni, ed un KC-767 per supporto e rifornimento in volo. In totale si addestreranno in mare circa 6 mila uomini e donne.

Il comandante del CICNAV Ammiraglio di Squadra, Donato Marzano

La “Mare Aperto 2019” viene condotta in un’aerea del Mare Nostrum piuttosto calda in questo periodo e su questo argomento il comandante della Squadra Navale, Ammiraglio Donato Marzano ha sottolineato come ci siano “periodi abbastanza caldi o tiepidi negli ultimi anni. Infatti ci sono state numerose crisi e in questo momento c’è particolare attenzione verso la Libia”.

La Marina Militare controlla gli “effetti negativi in mare”.

“L’esercitazione – ha aggiunto Marzano – vede impegnati personale della Marina Militare, dell’Esercito, dell’Aeronautica, Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto. Ormai da soli si fa poco e bisogna lavorare in team, in squadra. Per questo motivo sono presenti 8 Paesi partecipanti. Si tratta di un’attività molto complessa  che serve a contrastare efficacemente qualsiasi rischio”.

“Tra l’altro – ha spiegato l’Ammiraglio Donato Marzano – una delle esigenze di questa esercitazione è proprio quella di testare ulteriormente la capacità del Comando italiano Coordinator 2 come Team Force per proiettare una forza NATO con pochissimo preavviso. Nave Etna sta continuando a lavorare con il ruolo di MCC (Maritime Control Command)”.

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