‘Ndrangheta e camorra, operazione della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza in molte regioni d’Italia: 26 arresti. Duro colpo ai clan Li Bergolis e Bayan-Papa-Ricci

Foggia, Agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Foggia e i finanzieri del GICO di Bari hanno eseguito, oggi, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Bari, nei confronti di 24 persone, dimoranti sia in Provincia di Foggia che in Calabria, Abruzzo, Molise, Lazio e Piemonte.

Le perquisizioni della Polizia e della Guardia di Finanza

Tra i destinatari del provvedimento restrittivo, nove sono appartenenti a due distinte organizzazioni criminali dell’area garganica: il “clan Li Bergolis” e il clan “Bayan-Papa-Ricci” di Lucera (Foggia).

Arrestate anche persone considerati vicine alla “ndrina” calabrese facente capo alle famiglie “Pesce-Bellocco” operanti a Rosarno (Reggio Calabria) e Torino. Secondo le indagini sono risultati in stretti rapporti di affari con la predetta organizzazione criminale di Monte Sant’Angelo (Foggia) per la compravendita di partite di droga e la fornitura di armi.

Sono stati poi arrestati 13 clienti-pusher dei gruppi criminali di Monte Sant’Angelo e di Lucera, i quali provvedevano a collocare lo stupefacente periodicamente acquistato dai garganici e dai lucerini presso la loro clientela in vari comuni dell’Italia centro-meridionale.

L’attività investigativa, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari, è inizia da un’altra indagine sulle pressioni esercitate dalla malavita foggiana su imprenditori locali attivi nel campo della trasformazione di prodotti agricoli, affinché assumessero alle loro dipendenze pregiudicati dediti allo spaccio di stupefacenti ad assuntori di droga sulla piazza foggiana.

A loro volta, sempre secondo le indagini, si rifornivano di droga da appartenenti al predetto clan lucerino.

Le investigazioni, consistenti in intercettazioni telefoniche e ambientali corredate da attività di osservazione, controllo e pedinamento sono state svolte in contesti territoriali proibitivi.

Hanno consentito di ricostruire in maniera capillare la fitta rete di pusher-clienti pugliesi, molisani e abruzzesi nei cui confronti gli esponenti del “clan lucerino” smerciavano quasi quotidianamente significative quantità di sostanze stupefacenti di vario genere.

Sono stati accertati approvvigionamenti di sostanze stupefacenti che il clan lucerino otteneva da esponenti di un gruppo camorristico operante tra Castellammare di Stabia e Pompei, considerati facenti capo all’aggregato criminale riconducibile ai Li Bergolis, operante in Monte Sant’Angelo, nonché da esponenti della malavita cerignolana

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