Carabinieri: nel Vibonese eseguito un sequestro preventivo di una società operante nel settore turistico. Motivo: la riconducibilità a soggetti coinvolti nel procedimento penale cosiddetto “Maestrale – Carthago”

VIBO VALENTIA. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile e del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia hanno eseguito un sequestro preventivo emesso dal GUP (Giudice dell’Udienza preliminare) di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Catanzaro, di una società operante nel settore turistico con sede a Briatico (Vibo Valentia).

Una barca sequestrata

Motivo del provvedimento, la riconducibilità a soggetti coinvolti nel procedimento penale cosiddetto “Maestrale – Carthago”, nel quale sono stati eseguiti numerosi provvedimenti cautelari personali nel maggio e nel settembre 2023, che si trova attualmente nella fase del giudizio.

Il procedimento attiene a ipotesi di reato circa le cosche di ‘ndrangheta delle cosiddette locali di Mileto e di Zungri, con interessi, fra l’altro, nel settore turistico della “Costa degli Dei”, in particolare da parte dell’articolazione di ‘ndrangheta di Briatico, caratterizzato anche dalla conduzione in regime di monopolio di fatto delle escursioni “sotto costa” con partenza dal Porto di Tropea.

Si tratta di sequestro preventivo, adottato ex art. 321 del Codice di Procedura Penale dal Tribunale di Catanzaro – Ufficio del G.U.P., nell’ambito del richiamato procedimento, sulla base delle articolate indagini svolte dai Carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia.

Nello specifico i militari dell’Arma, in prosecuzione dell’attività, hanno condotto una complessa indagine, anche di natura economica, finanziaria e tributaria, sulla base della quale si è ipotizzata la fittizia intestazione di una società operante nel settore turistico con sede a Briatico, a due soggetti, per conto di esponenti di vertice della Locale di Zungri e, in particolare, della ‘ndrina di Briatico, e che curava le escursioni della clientela di diversi villaggi turistici presenti in zona, con la devoluzione dei proventi ricavati, dall’attività economica, alla consorteria criminale.

Con particolare riferimento alle suddette vicende, è emersa l’ipotesi di reato di trasferimento fraudolento di valori aggravato dalla finalità di agevolare la Locale di ‘ndrangheta di Zungri.

Si è ipotizzata, altresì, la sproporzione tra il reddito dichiarato, le disponibilità economiche degli imputati e l’investimento iniziale per l’apertura della società e l’acquisto del natante.

Il sequestro ha coinvolto i beni societari, compresi i conti correnti bancari e un’imbarcazione da diporto utilizzata a partire dalla stagione estiva 2019 per le escursioni turistiche “sotto costa” lungo la “Costa degli Dei”.

Il procedimento per le ipotesi di reato è attualmente nella fase del giudizio.

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