Guardia di Finanza: a Macerata, Operazione “Arredi No-tax”. Denunciati 6 soggetti per reati tributari e disposti sequestri per circa 60 milioni di euro

Di Antonella Casazza

MACERATA. È di proporzioni rilevanti l’evasione fiscale che i finanzieri del Comando provinciale di Macerata hanno scoperto al termine di una complessa indagine, condotta nei confronti di due aziende attive nel locale distretto industriale del legno e del mobile.

L’indagine delle Fiamme Gialle maceratesi, coordinate dalla Procura della Repubblica della città marchigiana, aveva preso avvio nel 2018 da alcune analisi che gli investigatori stavano approfondendo in materia di antiriciclaggio, peraltro corroborate da interessanti risultanze estrapolate dalle banche-dati in uso al Corpo, il che li ha successivamente condotti alla disamina delle contabilità aziendali nonché dei conti bancari risultati nelle disponibilità dei titolari delle due aziende.

Le indagini delle Fiamme Gialle

L’incrocio di tali dati ha così permesso di accertare come le stesse compagini attenzionate avessero omesso di presentare (dal 2012 e sino al 2020), le prescritte dichiarazioni fiscali ai fini delle imposte dirette, dell’IVA e dell’IRAP pur avendo provveduto, presso il Registro delle Imprese della Camera di Commercio, al parziale deposito dei bilanci di esercizio relativi alle citate annualità.

La circostanza, come dimostrato dalle indagini, avrebbe così permesso agli indagati di occultare al Fisco ricavi per circa 175 milioni di euro, il che ha comportato il deferimento all’Autorità Giudiziaria di sei persone accusate di diversi illeciti penali tributari.

Entrando maggiormente nei dettagli della vicenda, il sistema frodatorio scoperto si basava sulla commercializzazione – anche con l’estero – di mobili come anche di materie plastiche, nonché di materiale informatico, senza che le società adempissero poi ai previsti obblighi di natura fiscale.

Per gli stessi investigatori sono tre i “dominus” della frode, succedutisi nel tempo ed individuati in pluripregiudicati (anche per reati tributari ed uno dei quali inabilitato all’esercizio di impresa commerciale), che per le loro illecite attività si avvalevano delle classiche “teste di legno”, ovvero di soggetti privi di qualsiasi capacità imprenditoriale ai quali intestare fittiziamente il ruolo di amministratori delle citate società di capitali.

Va, inoltre, evidenziato come nell’ambito dell’intera operazione il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale maceratese abbia già emesso diversi provvedimenti di sequestro “per equivalente” di beni immobili liquidità e quote sociali fino a concorrenza delle imposte evase (circa 60.000.000 di euro).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Autore