PISA. Oltre 6 milioni e 600 mila euro sequestrati nei confronti di una società di capitali nonché di quattro amministratori, sono queste le cifre che emergono da una complessa indagine condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Pisa che ha portato alla luce un rilevante giro di fatture per operazioni insistenti.
Le società interessate dall’indagine hanno sede nel Milanese e nel Pisano, mentre il sistema fraudolento scoperto dagli investigatori delle Fiamme Gialle – realizzato tra il 2016 ed il 2020 – era fondamentalmente basato sulla stipula di falsi contratti di appalto e subappalto che, in realtà, “camuffavano” una vera e propria somministrazione (illecita) di manodopera.
A far emergere i primi contorni della frode è stata un’attività amministrativa che ha interessato una società avente sede a Vecchiano (Pisa) attiva nel settore del trasporto di merci su strada.
Proprio nell’ambito di tale attività i Finanzieri Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF) hanno verificato alcuni contratti di appalto stipulati dalla predetta società con un Global Courier internazionale, riguardanti forniture di servizi di distribuzione e facchinaggio.
Una volta ottenuto l’incarico la stessa società ha poi subappaltato i citati servizi ad un ulteriore soggetto economico, in quanto priva d’una propria organizzazione in termini di risorse di personale e di mezzi.
In ragione d’un quadro di situazione quantomeno strano i finanzieri del Nucleo PEF pisano sono dunque passati alla ricostruzione della “filiera della manodopera”, riuscendo così a rilevare (anche alla luce delle dichiarazioni dei lavoratori ascoltati durante l’indagine) come gli oltre 300 rapporti di lavoro con il citato Global Courier fossero stati “schermati” dalla società pisana.
In altri termini la compagine in questione si era a sua volta avvalsa di una cooperativa di Pistoia, appositamente costituita con lo scopo di assumere – soltanto formalmente – il personale già impiegato presso alcune filiali del citato corriere internazionale per le mansioni di trasporto e facchinaggio.
All’esito delle indagini è stato così possibile dimostrare l’ingerenza dello stesso Global Courier sul personale assunto dal sub-appaltatore.
Un’ingerenza che non lasciava alcuna discrezionalità gestionale sul personale alla cooperativa, che veniva in tal modo relegata al solo compito di curare la parte amministrativa e la tenuta della contabilità.
Il volume della conseguente evasione dell’IVA calcolata dai Finanzieri operanti ha così abbondantemente superato i 6 milioni di euro, generati proprio dall’utilizzo di fatture false oltre che da dichiarazioni fiscali artefatte.
A finire sotto sequestro, più nel dettaglio, sono stati conti correnti, strumenti finanziari e cassette di sicurezza riconducibili agli indagati che le fiamme gialle hanno rintracciato nelle province di Pisa, Firenze, Pistoia, Prato, Lucca e Milano, mentre le due società interessate dai controlli sono state altresì segnalate per violazione al Decreto Legislativo 231 del 2001 in materia di “responsabilità amministrativa degli enti”.
Rimane in ogni caso opportuno evidenziare come le responsabilità d’ordine penale contestate in capo a soggetti indagati non possano essere dichiarate anticipatamente ad una sentenza irrevocabile di condanna, in osservanza al principio della presunzione d’innocenza prevista dal dettato costituzionale.
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