Guardia di Finanza: a Vibo Valentia azione contrasto alla pesca di frodo. Sequestrati oltre 17 quintali di novellame di sarda e sanzionato un autotrasportatore

VIBO VALENTIA. Oltre 17 quintali di novellame comunemente conosciuto come “bianchetto” sono stati sequestrati dai finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale (ROAN) di Vibo Valentia, che la scorsa notte li hanno rinvenuti a bordo di un camion nell’ambito di un servizio predisposto contro la prevenzione e la repressione della pesca di frodo.

Il novellame sequestrato

Il prezioso pescato (nome scientifico “sardina pilchardus”) è particolarmente ricercato nella cucina marinara di molte regioni italiane, ma il danno biologico arrecato dalla pesca indiscriminata ne impone una dovuta protezione che il Servizio Navale delle fiamme gialle effettua attraverso continui servizi di pattugliamento in mare, oltre che di pedinamento e osservazione a terra.

Proprio in Calabria non è la prima volta che i finanzieri in forza al ROAN vibonese sorprendono soggetti che, direttamente dalla battigia oppure a bordo di natanti da diporto, sono intenti nella cattura del novellame di sarda.

Un’attività che, come accennato sopra, provoca potenziali alterazioni all’habitat marino delle zone interessate oltre che sicuri danni alla citata specie ittica dovuto alla mancata possibilità di riprodursi, visto che gli esemplari catturati hanno soltanto pochi giorni di vita, senza considerare che il prodotto in questione (proprio perché pescato di frodo) non è sottoposto ad alcun controllo igienico sanitario, il che comporta un ulteriore pericolo per la salute dei consumatori.

Il novellame sequestrato nel corso dell’attività in cronaca era stato caricato su un comune automezzo commerciale, ma le pattuglie della GDF posizionate a ridosso della Strada Statale 106 nel comune di Corigliano-Rossano (Cosenza) lo hanno comunque intercettato.

 

I finanzieri del ROAN di Vibo Valentia al termine delle operazioni

Lo stesso novellame, una volta immesso sul mercato, avrebbe potuto fruttare circa 50 mila euro ma a render ancor più illecita la vicenda sono stati i successivi esami sanitari svolti dal personale della competente Azienda Sanitaria provinciale.

Gli esami hanno accertato come il grosso quantitativo di pesce in questione non fosse commestibile e dunque non idoneo al consumo umano, per questo è stato avviato alla distruzione presso un idoneo impianto di smaltimento.

Al termine delle operazioni il conducente del mezzo utilizzato per il trasporto è stato sanzionato amministrativamente, mentre le attività di controllo aeronavale proseguiranno – anche in chiave preventiva – nei prossimi giorni e per tutto il periodo delle festività pasquali.

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