Guardia di Finanza-Carabinieri: a Torino operazione congiunta. Scoperto un grosso giro di truffe nel commercio delle autovetture. Arrestati 12 responsabili e sequestrate disponibilità finanziarie per 1 milione di euro

Di Antonio Leone

Torino. Una nuova operazione congiunta tra Guardia di Finanza e Carabinieri di Torino sta vedendo dall’alba di oggi l’esecuzione di 12 provvedimenti restrittivi della libertà personale (8 custodie cautelari in carcere e 4 ai domiciliari), nonché sequestri di disponibilità finanziarie per oltre un milione di euro che i militari delle Fiamme Gialle e quelli dell’Arma stanno effettuando in tutto il Piemonte, ed in altre località del Nord Italia, nei confronti di un sodalizio criminale specializzato nelle truffe e nel riciclaggio di denaro.

Il controllo su strada della GDF

L’odierna operazione – denominata “Kilometro scalato” – è nata a seguito di numerose denunce sporte da cittadini truffati ed ha interessato un ben organizzato gruppo di individui i quali, avvalendosi di imprese attive nel commercio di autovetture, pubblicavano su siti internet annunci di vendita relativi ad auto di grossa cilindrata, che però non venivano consegnate nonostante le caparre già versate dai malcapitati acquirenti.

In altri casi, invece, la compravendita avveniva ma soltanto dopo l’alterazione dei contachilometri delle vetture, un espediente subdolo e totalmente illegale ma che i truffatori utilizzavano senza alcuno scrupolo con il chiaro intento di invogliare i compratori sia pur mantenendo elevato il prezzo.

Il business criminale in questione sembrava andare molto bene, tant’è che gli investigatori hanno scoperto una rete di “prestanome” collegati agli indagati e frapposti ad hoc per occultare i profitti derivanti dalle attività truffaldine, rendendo in tal modo difficoltoso l’accertamento della loro provenienza illecita.

Sono ben 48 i casi di truffa ricostruiti dagli investigatori della GDF e dei CC, il che dà la misura della sistematicità con la quale il gruppo di truffatori conduceva i propri “affari”.

Gli stessi truffatori, peraltro, si avvalevano di un gruppo di 20 società che venivano di continuo aperte e chiuse; con l’adozione di questo stratagemma potevano così esporre in vendita presso autosaloni e siti internet specializzati le loro vetture senza destare troppi sospetti, celando dietro un’apparente immagine di serietà professionale e solidità societaria i loro raggiri.

Per fornire all’Autorità Giudiziaria inquirente ogni dettaglio utile all’incriminazione dei responsabili, gli investigatori sono altresì ricorsi al confronto dei dati chilometrici rilevati in sede di revisione periodica delle automobili e quelli che invece apparivano sul quadro degli strumenti, oltre che all’acquisizione delle informazioni testimoniali rese dagli acquirenti finiti nella truffa.

Significativi in quest’attività di riscontro sono stati i casi di diverse autovetture – anche di lusso – con una carrozzeria in buone condizioni ma con il motore ormai ampiamente sfruttato, dai contachilometri delle quali erano stati scaricati fino a 170 mila chilometri (in pratica la differenza tra una vettura nuova ed una giunta al termine del proprio ciclo vitale).

La sinergica attività investigativa dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, brillantemente coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, ha cosi permesso di svelare i ruoli di ogni singolo appartenente all’associazione criminosa nonché d’individuare conti correnti allocati in territorio estero, ma che sono stati comunque rintracciati anche grazie all’apporto fornito da “Eurojust”, l’Agenzia di cooperazione giudiziaria dell’Unione europea che ha sede all’Aia (NL).

Da rilevare come nel corso delle perquisizioni – che hanno impegnato circa 160 uomini tra finanzieri e carabinieri – siano state impiegate anche unità cinofile GDF dotate dei cosiddetti “cash dog”, ovvero di splendidi cani specificamente addestrati nella ricerca di denaro (falso o autentico) che di solito viene occultato nei bagagli e nelle autovetture dei trafficanti di valuta, oppure celato in ogni possibile nascondiglio dai fabbricanti di banconote false.

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