Guardia di Finanza: un posto di lavoro in cambio di 36 mila euro. Scoperti e denunciati 4 soggetti indagati per aver truffato un’anziana

Di Gianluca Filippi

PALERMO. Una truffa da svariate decine di migliaia di euro (36 mila nel caso specifico) commessa ai danni di un’anziana è stata accertata dai Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo – Tenenza di Bagheria, che nell’occasione hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Termini Imerese, per i reati di truffa e riciclaggio, una donna di Marineo (Palermo), nonché tre suoi familiari.

Nella ricostruzione eseguita dai Finanzieri bagheresi, l’anziana avrebbe consegnato alla principale indagata la somma in questione al fine di ottenere un impiego lavorativo per il giovane nipote disoccupato, peraltro con un grosso sacrificio finanziario atteso che la donna ha come unica fonte di reddito la sua modesta pensione.

I Finanzieri durante un’acquisizione documentale

Nelle promesse prospettategli, il congiunto sarebbe stato infatti inserito nel mondo del lavoro attraverso la partecipazione a un progetto imprenditoriale mai avviato e dunque del tutto inesistente. “Inserimento” che sarebbe però avvenuto soltanto dopo la consegna della somma richiesta.

Stando a quanto emerso dalle indagini, l’indagata si sarebbe dunque presentata più volte a casa dell’anziana per ritirare il denaro e sempre in orari in cui questa si trovava da sola, in modo tale da non destare sospetti e suscitare così probabili reazioni dai suoi parenti.

Per dare un aspetto di regolarità alla questione, l’indagata medesima si sarebbe altresì premunita di rilasciare all’anziana signora dei “buoni di consegna” su cui erano iscritte le somme ricevute, per quali la vittima avrebbe addirittura svincolato una propria polizza-vita per ottenere la non poca liquidità che gli era necessaria.

Passaggi di denaro, che sono stati puntualmente ricostruiti dai Finanzieri sulla base della documentazione detenuta dalla denunciante, nonché eseguendo scrupolosi accertamenti bancari che hanno interessato i conti correnti della sospettata. Attività di polizia economico-finanziaria attraverso le quali gli investigatori hanno altresì potuto ricostruire le successive fasi di reimpiego e occultamento d’una parte di denaro intascato.

Autopattuglia del Comando Provinciale Guardia di Finanza Palermo

Più nello specifico la presunta truffatrice (disoccupata sprovvista d’una regolare fonte di reddito), dopo aver ricevuto tali somme avrebbe posto in essere operazioni di reimpiego o trasferimento dei soldi, depositandoli sui propri conti correnti e sulla propria carta di credito ricaricabile per un importo superiore ai 14 mila euro, salvo poi trasferirli su strumenti finanziari attraverso cui sarebbero stati regolati pagamenti, nonché eseguiti trasferimenti di denaro verso soggetti terzi.

Una parte dei proventi illeciti sarebbe stata, inoltre, trasferita a tre familiari dell’indagata principale i quali, pur essendo a conoscenza delle critiche condizioni economiche della parente, non si sono posti alcuna domanda sulla provenienza di quel denaro che hanno infatti impiegato per acquisti di mobilio, per di più fornendo nelle relative fatturazioni dati personali non veritieri (particolare questo che per gli inquirenti è indicativo di una chiara dissimulazione sulla reale provenienza del denaro).

Le descritte condotte fraudolente hanno così comportato per la donna una segnalazione all’Autorità Giudiziaria per il reato di autoriciclaggio, mentre i suoi familiari rispondono per quello di riciclaggio

Rimane comunque opportuno evidenziare come i provvedimenti nel frattempo emessi giungano sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare e dunque, in attesa di giudizio definitivo, per tutte le persone implicate sussiste la presunzione di innocenza.

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