Guerra russo-ucraina: l’obiettivo strategico della Romania è il consolidamento del fianco orientale della NATO

Di Antonio Martin*

BUCAREST.  Si può apprezzare che, nel contesto della guerra in Ucraina. l’obiettivo strategico della Romania è il consolidamento del fianco orientale della NATO.

Soldati romeni in parata

In quanto Stato membro dell’Alleanza Atlantica, la Romania ha costantemente agito per rafforzare la presenza militare dell’Alleanza nella regione dell’Europa orientale.

Il rafforzamento delle capacità militari sul fianco orientale era il principale obiettivo strategico di Bucarest all’interno della NATO.

Era ovvio che nel nuovo contesto di sicurezza, il ruolo della Romania nella regione del Mar Nero sarà sempre più importante in termini di stabilità.

Al vertice straordinario della NATO tenutosi a Bruxelles il 24 marzo 2022, è stato deciso, in risposta alle azioni della Federazione Russa, di schierare la Forza di Risposta e collocare 40 mila soldati sul fianco orientale, oltre a significative capacità aeree e navali. Furono istituiti quattro Gruppi di Combattimento, di cui uno in Romania.

La sede della NATO

Successivamente, al vertice della NATO a Madrid, si è deciso di schierare ulteriori forze nella regione dell’Europa orientale per sviluppare la struttura dei Gruppi di Combattimento.

E in questo senso, la Romania ha dato un contributo sostanziale alla difesa collettiva della NATO e al rafforzamento delle capacità dell’Alleanza, agendo come garante della sicurezza e della stabilità nella regione del Mar Nero.

Inoltre, l’importanza strategica del Mar Nero è stata inclusa, su iniziativa della Romania, nel “Nuovo Concetto Strategico” adottato al vertice della NATO a Madrid.

Il logo del Summit NATO di Madrid

Dal 2023, il Paese ha aumentato al 2,5% la percentuale del PIL (Prodotto Interno Lordo) destinata alla Difesa, secondo gli impegni assunti.

La preoccupazione della Romania relativa all’aumento della resilienza strategica nella regione del Mar Nero si è tradotta in progetti che contribuiranno in modo significativo al consolidamento dell’indipendenza energetica dell’UE.

Queste decisioni strategiche sono state riconfermate anche in occasione dell’incontro dei ministri degli Esteri degli Stati NATO svoltosi a Bucarest a fine novembre 2022, un evento che ha rappresentato un vero e proprio successo politico-diplomatico e ha ribadito il ruolo sempre più importante della Romania e della diplomazia proattiva manifestata dalla stessa.

Il carattere proattivo della politica estera rumena si è riflesso anche nella Dichiarazione finale del vertice NATO di Vilnius, nella quale si afferma il sostegno all’integrità territoriale e alla sovranità della Repubblica di Moldavia.

Il Segretario Generale Jens Stoltenberg al vertice di Vilnius

È noto che la stabilità e l’integrità della Repubblica di Moldavia, così come il suo orientamento filo-occidentale, sono una preoccupazione costante della Romania.

A margine del vertice di Vilnius, la Romania ha intrapreso, insieme ad altri Paesi della NATO, la creazione di un centro per l’addestramento dei piloti degli Stati membri e di alcuni piloti ucraini, per manovrare gli aerei F-16.

Attraverso azioni mirate in molteplici ambiti – dall’accoglienza e gestione esemplare dei profughi ucraini, alla facilitazione del transito del grano attraverso i porti rumeni sul Danubio e fino a misure di carattere diplomatico, logistico e formativo – la Romania è senza dubbio nella prima linea di sostegno all’Ucraina.

Annientamento della propaganda russa

Una componente fondamentale della guerra ibrida condotta dalla Federazione Russa contro la NATO e l’UE, e implicitamente contro la Romania, è la propaganda.

Se inizialmente, con lo scoppio della guerra, la propaganda russa in Romania si concentrava sulla relativizzazione del sostegno euro-atlantico all’Ucraina – un aspetto che non ha avuto presa sull’opinione pubblica, dato che i rumeni sostengono massicciamente i profughi ucraini – in seguito l’approccio russo si è sfumato, il tentativo di rendere vulnerabile la democrazia rumena e la diluizione dell’orientamento filo-occidentale della Romania.

Conoscendo l’avversione storica verso l’imperialismo russo, la propaganda russa non mira a rendere l’opinione pubblica rumena filo-russa, ma solo a produrre dissenso e sfiducia nella società.

Secondo alcuni studi sociologici realizzati da think-tank specializzati in Romania, qui la propaganda russa non ha avuto alcun effetto presso l’opinione pubblica, poiché i rumeni, nella stragrande maggioranza, continuano a esprimersi a favore del sostegno all’Ucraina.

Anche i tentativi di sfruttare alcuni segmenti nazionalisti nel Paese, facendo circolare possibili offerte territoriali non hanno avuto l’effetto atteso, così come non hanno avuto successo nemmeno lo sfruttamento dei timori naturali legati alla crisi energetica o all’inflazione.

Inoltre, bisogna sottolineare che la Romania ha agito con fermezza, fin dall’inizio della guerra, per annientare gli strumenti di propaganda russi.

Così, alla fine di febbraio 2022, Bucarest ha vietato i canali ufficiali di propaganda russa Sputnik e Russia Today, nonché nove siti che diffondono notizie false.

Reazioni diplomatiche decise

Il 21 febbraio scorso, il Centro russo di scienza e cultura a Bucarest è stato sospeso, poiché le autorità rumene hanno ritenuto che questa istituzione si fosse trasformata in un veicolo di propaganda per giustificare l’invasione dell’Ucraina e trasmettere messaggi antioccidentali.

Nel messaggio presentato all’ambasciatore russo sono state esposte le ripetute situazioni in cui il centro si è impegnato a distorcere la realtà a livello dell’opinione pubblica romena:

“Il Centro si è allontanato notevolmente dagli obiettivi naturali di rafforzamento dei legami culturali e si è rivolto, purtroppo, in uno strumento di propaganda, disinformazione ed esonero dei crimini di guerra della Federazione Russa”.

Il messaggio è inequivocabile e mette in luce la fermezza decisionale di Bucarest.

L’8 giugno la Romania ha deciso di ridurre il personale diplomatico e tecnico della Federazione Russa a Bucarest, di fatto 40 persone, un fatto che riflette l’attuale livello delle relazioni bilaterali, drasticamente ridotte dopo l’inizio della guerra da parte del Cremlino.

Si tratta di un altro modo con cui la diplomazia rumena sancisce la politica di aggressione di Mosca.

Una società eminentemente filooccidentale

Come ho dimostrato sopra, la società rumena non è stata deviata dalla sua traiettoria filo-occidentale.

I valori tipici europei sono profondamente interiorizzati dalla stragrande maggioranza della popolazione rumena.

Da questo punto di vista, forse la più rilevante è la posizione della Comunità dei russi lipovani in Romania, espressa dal suo presidente, il deputato Silviu Feodor.

Il deputato Silviu Feodor, presidente della Comunità dei russi lipovani in Romania

Esso afferma che i russi lipovani qui formano una comunità perfettamente integrata nella società rumena, assumendo gli stessi valori e interessi di qualsiasi rumeno.

I russi lipovani, in Romania, non sostengono le azioni di Mosca in Ucraina, ma si identificano con i valori rumeni e occidentali. Inoltre, come ha dichiarato in un comunicato stampa il deputato Feodor, la comunità di russi lipovani mostra la sua solidarietà ai rifugiati ucraini, offrendo sostegno alle famiglie che hanno bisogno di fuggire dalla guerra.

Anche se in Romania ci sono, come ovunque in Europa, alcune correnti sovraniste o nazionaliste, queste sono state generate da condizioni interne – crisi economica, inflazione – e in nessun modo da influenze esterne.

Come membro della NATO dal 2004 e dell’Unione Europea dal 2007, la Romania ha fatto notevoli progressi nella direzione dello sviluppo, essendo attualmente uno dei Paesi europei più attraenti per gli investimenti stranieri.

Con una politica estera proattiva, con iniziative strategiche a livello NATO e UE, questo paese è attualmente un vero fornitore di sicurezza.

*Storico e analista politico

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