Libia, il ministro della Difesa Trenta: “Fayez Al Serray è l’interlocutore principale nell’ambito del processo di pace”

Roma. L’interlocutore principale per la questione libica “nell’ambito del processo di pace” è l’attuale capo del Governo di Tripoli, Fayez Al Serraj. Lo ha ribadito, questa mattina, il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta partecipando ad una trasmissione TV della Rai.

Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta

“Ma – ha aggiunto la Trenta – occorre dialogare con tutti: tornerò in Libia nei prossimi giorni, non posso dire la data esatta per questioni di sicurezza”.

Intanto, il nostro Paese si prepara, per novembre, ai lavori della conferenza di pace proprio relativa alla Libia, alla quale “saranno presenti tutti i Paesi coinvolti nel processo di pace”.

Il ministro ha ribadito che un intervento militare nel Paese nord africano “sarebbe la peggior cosa da fare, creerebbe maggiore instabilità”.

“Se la Libia crolla il problema del migranti diventa ancora più grande, perché l’Europa non ci aiuta”, ha ribadito la titolare della Difesa italiana.

E sempre sulla questione migranti, la Trenta ha parlato del caso della Nave Diciotti. “È stata presa una posizione forte del Governo sui migranti – ha spiegato – che erano assistiti e mai lasciati soli. Se qualcuno li ha sequestrati è stata l’Europa, non noi, che non ha compreso la richiesta che stavamo facendo”.

Migranti a bordo di nave Diciotti

Un passaggio è stato fatto anche per le ONG. ““In questo momento – ha detto la Trenta – considero positivo non avere più ONG nel Mediterraneo perché erano un fattore di attrazione. I risultati ottenuti da questo Governo sono innegabili. Guardiamo i dati attuali e quelli passati”.

Infine, un passaggio sulla lunga storia degli F35. “Stiamo raccogliendo tutte le informazioni ma credo che sicuramente ci potrà essere un ridimensionamento, tagliarli è impossibile. Rappresentano uno spreco da tagliare? Ma ne abbiamo un certo numero, che ne facciamo? Li vendiamo al migliore offerente?”.

Sugli F35 la pratica resta sospesa

“Tra l’altro – ha spiegato il ministro – ci sono in essere contratti molto complicati che costerebbero soprattutto dal punto di vista degli investimenti già fatti sia a livello pubblico sia a livello privato. E’ una vicenda che va avanti da un ventennio tagliare all’improvviso è molto difficile però si può ridurre: E’ una spesa che stiamo valutando, come tutte le altre spese militari, rispetto a quello che è l’interesse del Paese”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore