Missioni, l’Italia investe 1 miliardo e 410 milioni. I ministri Crosetto e Tajani riferiscono alle commissioni di Camera e Senato

Di Chiara Giannini 

ROMA. L’attuale scenario geopolitico impone all’Italia il rafforzamento delle missioni internazionali. Un impegno ribadito dal ministro della Difesa, Guido Crosetto e da quello degli Esteri, Antonio Tajani, nell’ambito della 3^ Commissionea Affari Esteri e Difesa del Senato e delle Commissioni III Affari Esteri e IV Difesa della Camera.

Nel corso dell’audizione, i due ministri hanno focalizzato l’attenzione sulla necessità di guardare alle minacce provenienti da diverse parti del mondo: dall’Ucraina al Mediterraneo, fino all’Oceano Indiano e al Golfo Persico.

Tra i focus quello riguardante l’attuale impegno nel Sahel, con il Niger quale Paese fondamentale anche per il controllo dei flussi migratori.

Domenica scorsa il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato, in un post su X, “che i colloqui con le autorità locali  sono stati franchi”. Non è chiaro se gli Stati Uniti abbiano ancora margine di manovra per negoziare un accordo per rimanere nel Paese.

Fino a poco tempo fa gli Stati Uniti e la Francia avevano più di 2.500 militari nella regione e, insieme ad altri Paesi europei, avevano investito centinaia di milioni di dollari in assistenza e addestramento militare.

Il ministro della Difesa Crosetto alla missione UNIFIL in Libano

“Il ritiro dal Sahel sostenuto da alcuni nostri partner internazionali – ha chiarito Tajani – renderebbe la regione più ostile e non certo più favorevole ai nostri interessi strategici. L’impegno italiano nel Sahel è cresciuto costantemente nel contrasto al terrorismo, ai traffici criminali, ma anche nella promozione dello sviluppo e della crescita. Il Niger è stato al centro di tale impegno con la realizzazione della missione Misin di cooperazione allo sviluppo e di aiuto umanitario e di contrasto all’immigrazione irregolare”. Tajani ha spiegato anche che l’Italia ha ribadito “alle autorità europee l’opportunità di riprendere un dialogo con le autorità de facto nigeriane. Prospettive alle quali lavorano anche gli Stati Uniti. In questo quadro si è svolta una prima missione congiura Esteri/Difesa in Niger il 7 e 8 marzo scorsi”. Sono stati definiti i contorni “per un possibile riavvio della missione bilaterale”.

L’Italia è in prima fila anche nella coalizione anti Daesh e con i partner americani è stata discussa proprio la progressione della stessa tenendo di conto delle dinamiche sul lato iracheno e dall’altro l’esigenza di una più solida azione di contrasto al terrorismo internazionale.

Attenzionato anche il Corno d’Africa, viste le instabilità nell’area. “In Etiopia – ha detto Tajani – è necessario continuare a sostenere il consolidamento del processo di pace”. Confermato anche il sostegno al governo di Mogadiscio nel contrasto al gruppo terroristico Al Shabaab in vista anche del termine della missione europea in Somalia prevista a fine anno.

Per quanto riguarda la Cooperazione allo sviluppo, Tajani ha chiarito che “la delibera di quest’anno stanzia circa 251 milioni di euro ovvero circa il 25 per cento del bilancio complessivo della nostra cooperazione”. Le iniziative sono pensate per perseguire i processi di pace. Le aree interessate sono Africa, Medio Oriente, Europa Orientale, i Balcani e l’Asia. “L’Africa – ha precisato Tajani – costituisce la priorità e per questo nel 2024 aumentiamo i fondi ad essa destinati in linea con gli obiettivi del Piano Mattei”.

È stata quindi rafforzata la sicurezza delle sedi diplomatiche all’estero con l’incremento  del contingente dei carabinieri all’estero. Si tratta di 373 unità in assegnazione quadriennale di cui si stanno ultimando gli invii questa settimana.

Crosetto, citando Gramsci, ha sottolineato: “Viviamo in un mondo sempre più grande e sempre più terribile”.

Per quanto riguarda l’Ucraina, il ministro ha escluso “una partecipazione diretta nel conflitto” dell’Italia e della NATO “poiché genererebbe una escalation incontrollata”. Ma ha tenuto a dire che “agli aiuti deve essere affiancata una decisa azione diplomatica. Difendere l’Ucraina – ha detto poi – significa difendere i confini dell’Europa ed evitare che Mosca vi arrivi”.

L’instabilità in quella regione si porta peraltro dietro crisi che riguardano i Balcani, il Nagorno Karabakh, mentre si guarda all’escalation di tensione tra Cina e Korea.

“Tutti questi elementi – ha giustamente sottolineato Crosetto – vanno considerati parte di un quadro generale più complesso. La Difesa deve poter contare su processi decisionali flessibili, rapidi ed efficaci e generare velocemente forze pronte. Tutto questo ci porta a dover rivedere alcuni meccanismi su cui si basa la legge 145-2016 (partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali ndr) che dopo otto anni dalla sua introduzione sta mostrando alcuni limiti”. Quest’anno la delibera missione è stata presentata nel primo trimestre, ma occorre essere pronti per eventuali necessità. Tutto per agevolare l’impegno operativo dei mezzi impiegati in missione.

Per ciò che concerne gli uomini impiegati, il ministro ha sottolineato che entro il 2024 saranno complessivamente “36 schede missioni con una media di poco superiore a 7.500 militari di previsto impiego e un contingente massimo autorizzato di 12mila, per un impegno che comporta un onere finanziario complessivo pari a circa 1 miliardo e 410 milioni di euro”.

Nave Caio Duilio

Tra le missioni citate anche Aspides, con nave Caio Duilio in prima linea, la partecipazione italiana a Eunavformed Irini, il Kosovo, per cui si chiederà la guida italiana per il prossimo turno, il Libano.

Previsto anche l’addestramento di militari tunisini, utile per il contrasto all’immigrazione clandestina.

Nel dominio terrestre, oltre all’impegno nell’area baltica per l’operazione enhanced Forward Presence a supporto del Battlegroup rischierato in Lettonia, l’Italia assicura il suo contributo al BattleGroup in Ungheria e in Bulgaria, dove tra l’altro ricopriamo il ruolo di framework nation. Termina, invece, in questi giorni, la missione di un anno del nostro sistema di difesa aerea e missilistica SAMP-T schierato in Slovacchia, ove era stato inviato per rimpiazzare un simile assetto statunitense. Il termine della missione, che era concordato con la controparte è legato anche all’esigenza di rimpiegare quel sistema in Italia, per incrementare la sicurezza dello spazio aereo nazionale in occasione degli eventi connessi con la presidenza italiana del G7 e del Giubileo del 2025.

Nel dominio marittimo, per il 2024 è confermato lo schieramento di un’unità navale con capacità antiaerea e missilistica in Polonia, per incrementare la sorveglianza dello spazio aereo di Varsavia e per contribuire alla difesa di specifiche infrastrutture critiche.

Contestualmente, i nostri assetti aerei partecipano al dispositivo di sorveglianza dello spazio aereo dell’alleanza e di raccolta dati nell’ambito delle attività Assurance Measures, nonché al potenziamento delle attività di Air Shielding per preservare l’integrità dello spazio aereo europeo dell’Alleanza.

Complessivamente, per il rafforzamento in ambito NATO del Fianco Est e Sud-Est, prevediamo un contingente massimo autorizzato di più di 3.000 unità, circa 1.100 mezzi terresti, 1 unità navale e circa 20 assetti aerei.

A questo schieramento, si aggiunge il contributo alle iniziative nell’ambito della Missione dell’Unione Europea EUMAM Ucraina, volta a garantire specifiche attività di addestramento a favore delle Forze Armate ucraine presso istituti militari, aree addestrative e installazioni militari in Italia e con personale di staff nei Comandi in Paesi membri dell’Unione.

Crosetto ha concluso spiegando che tutto ciò “è l’azione a tutela degli interessi nazionali, strategici, nonché la garanzia di sicurezza e stabilità del nostro Paese, nel rispetto della Costituzione e dei suoi principi ispiratori. È a ciò che mira l’impiego dello Strumento militare autorizzato con questa Delibera Missioni 2024”.

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