Petrolio, a causa della situazione geopolitica nei prossimi mesi si attende un aumento dei prezzi a livello internazionale

Di Michele Marsiglia*

Roma. Oggi l’Italia energetica viene lasciata naufragare in una grande incertezza legata all’assenza di informazione chiara e trasparente su che cosa sia l’Energia nel nostro Paese e, di conseguenza gli accadimenti che vedono il Medio Oriente coinvolto in un continuo di situazioni di guerra che stravolgono le rotte del petrolio e gli scenari geopolitici internazionali.

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E’ però corretto affermare che un indotto energetico in Italia esiste, nella sua complessità, ed è rappresentato da quella catena del valore dell’Energia che va dalla ricerca delle risorse minerarie, passando per la raffinazione e la trasformazione del prodotto in benzine e gasoli fino alla distribuzione sulla rete carburanti nazionale o per usi diversi.

Il problema però verte su una mancata Strategia Energetica Nazionale che viene trascinata di Governo in Governo senza smussare, correggere o meglio stravolgere il filo conduttore di una Politica Energetica.

La mancanza di quest’ultima, come in ogni Paese, porta ad un costo esorbitante dell’energia nel suo insieme, con un esponenziale aumento per la bolletta energetica delle famiglie italiane.

Una scarsa o mancata Politica Energetica per forza di cose, non sfruttando le risorse di idrocarburi (olio e gas) nel sottosuolo italiano, produce una necessità di approvvigionamento estero con enormi conseguenze sull’aumento dei prezzi generali, per poi evidenziarsi sui consumi giornalieri attraverso il prezzo alla pompa della benzina e gasolio sulle stazioni di servizio della rete italiana di qualsiasi Compagnia petrolifera.

La cosa però che lascia più disorientati è che l’Italia possiede una delle aziende energetiche leader su scala mondiale quale l’ENI.

L’Ente Nazionale Idrocarburi è il nostro fiore all’occhiello ma spesso, specialmente in questi ultimi anni, sentiamo solo criminalizzazioni.

Non è mai mancato da parte del sottoscritto o meglio di FederPetroli Italia criticare, dove era doveroso alcune operazioni energetiche in Italia e all’estero ma è anche vero che i nostri prezzi dell’energia, visto la posizione dominante dell’Italia nel Bacino Mediterraneo dovrebbero essere ben diversi.

Il rischio dell’aumento dei prezzi del carburante è sempre presente fino a quando una politica energetica decisiva e determinante non sarà articolata e scritta tenendo in considerazioni tutte le componenti di quel mix energetico che, va dalle energie tradizionali alle diverse forme di energia con maggiore sostenibilità ambientale in un’era definita Green.

Oggi però e rattristante che uno Stato non dedichi attenzione agli asset strategici interni, l’Energia, per tutti è ricchezza, basta vedere il Medio Oriente, le Americhe, l’Asia, ma l’Italia che per nostra fortuna non vive problematiche come questi Paesi appena citati, trascura l’Energia e rende il Paese un eterno buco nero privo di risorsa.

Ed è qui che la componente estera diventa fondamentale in quelle che sono le politiche di espansione e di verticalizzazione industriale, le aziende italiane dell’Oil & Gas sono stanche di una mancata legislazione che frena gli investimenti, l’industria è ormai disincentivata, non tanto economicamente ma nella voglia di progettare ed investire nel nostro Paese, costa troppo e non si sa quale sarà, un giorno, il risultato finale dell’investimento.

A questo punto diventano più proficui e remunerativi altri mercati, soprattutto all’estero, che seppur in delicate situazioni, con maggior rischio sicurezza, però con alto valore aggiunto sia sul piano occupazionale che reddituale dell’indotto industriale.

Oggi l’indotto dell’Oil & Gas internazionale vive da una parte su una forte onda rialzista del mercato. Sono sempre più gli investimenti che facciamo nella scoperta di nuovi giacimenti in diverse location mondiali, le infrastrutture di collegamento, come il gasdotto appena inaugurato TurkStream e altri, sono evidenza oggettiva che il gas ed il petrolio c’è ed è fonte di ricchezza per gli Stati.

Nei prossimi mesi attendiamo e siamo pronti a forti oscillazioni di prezzo dei greggi internazionali che, causa l’evidente situazione geopolitica, per forza di cose dovranno vivere su un’altalena di quotazioni che porteranno difficoltà ad aziende ancora non pronte a questi imminenti cambiamenti, sulle rotte del petrolio internazionale.

Di una cosa l’Italia però è forte in materia di Energia, con ENI abbiamo riconvertito alcuni punti di raffinazione facendo dell’Italia un polo più Green, le nuove scoperte per il trattamento dal ciclo di riconversione dei rifiuti e sempre più all’avanguardia e, non resta che riconoscere che la presenza dell’Italia Energetica padroneggia sullo scenario internazionale.

* E’ presidente della FederPetroli Italia. Da più di 20 anni si occupa di progetti strategici nell’Oil & Gas internazionale. Oltre agli studi Economici Aziendali, durante la Crisi Asiatica del 1997 perfeziona la propria esperienza alla Borsa di New York (New York Stock Exchange) sulle analisi dei principali Mercati Finanziari internazionali con particolare riferimento agli strumenti derivati Futures, scambiati sulla piazza merci di Chicago.

E’ consulente di Direzione ed Advisor Board per i Rapporti Istituzionali e le Relazioni Internazionali di importanti aziende petrolifere e del Non-Oil.

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