Storia: la ginnastica militare come sviluppo della forza morale di un soldato

Di Paola Ducci*

ROMA (nostro servizio particolare). La ginnastica militare, piuttosto praticata in epoca classica, tornò in auge in Europa solo nel corso del XVIII secolo, soprattutto in Germania e in Francia.

La copertina del volume di ginnastica militare

Questa si diffuse progressivamente in tutti gli Eserciti del Vecchio Continente e anche gli Stati pre-unitari italiani non rimasero estranei a questo movimento.

Nel 1850 il Ministero della Guerra sardo dichiarava obbligatori, fra gli esercizi militari, anche  quelli ginnici, ritenendo che il solo allenamento alle marce e alla corsa non fossero più sufficienti alla preparazione individuale al combattimento.

Inizialmente l’educazione fisica del soldato e dell’ufficiale fu limitata a quelle istruzioni complementari come la scherma, il tiro, l’equitazione e il nuoto, che non costituivano la base essenziale della ginnastica militare.

Anche successivamente alla costituzione del Regno d’Italia, mentre veniva introdotta nelle scuole medie l’attività della ginnastica e si costruirono palestre con attrezzi, fu presa poco in considerazione la ginnastica militare tanto che, sia nei Reggimenti come negli Istituti militari,  veniva svolta con criteri piuttosto antiquati e affidata ai maestri di scherma o a istruttori non specializzati o diplomati.

 

La copertina di un manuale di Istruzione per la ginnastica e norme per gli altri esercizi fisici edito dal Ministero dellal Guerra nel 1913

Se tuttavia gli istruttori specializzati erano in numero sufficiente per tutti i reparti, le istruzioni ginniche furono in qualche modo implementate.

Nel 1913 fu dato alle stampe dal Ministero della Guerra un nuovo manuale di “Istruzione per la ginnastica e norme per gli altri esercizi fisici” che riconosceva l’importanza dell’educazione fisica anche per sviluppare la forza morale del soldato.

L’istruzione prendeva in considerazione tutte le attività sportive contemplate nell’addestramento militare, quali la scherma, l’equitazione, nuoto, sci, ciclismo, voga, oltre a riportare una tavola con un esempio di percorso di 150 metri con ostacoli comprendente in successione: salto in alto e in lungo, passaggio in equilibrio, salto in basso, volteggio, palizzata, salto misto, scalata.

Oltre alle pubblicazioni specifiche sull’addestramento ginnico, l’educazione fisica faceva ormai parte integrante dell’iter addestrativo dei militari inclusi gli ufficiali.

I campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale, a causa del carattere statico assunto dalle operazioni, sembrarono inizialmente sminuire l’importanza dell’addestramento ginnico delle truppe.

Le armi da taglio e da botta utilizzate nelle trincee durante la Prima Guerra mondiale

La guerra di posizione, infatti, implicava per fanti, genieri e artiglieri lunghi periodi di stazionamento e  di immobilità negli spazi angusti di ricoveri, camminamenti e trincee.

A parte le marce di trasferimento dalle retrovie alle prime linee e viceversa, e l’occasionale impiego di truppe in lavori di scavo e di realizzazione di opere di fortificazione campale, le truppe avevano poca possibilità  di muoversi e tantomeno di mantenere il fisico  allenato mediante esercizi di ginnastica.

Gli attacchi contro le trincee avversarie comportavano avanzate a sbalzi che alternavano brevi tratti di corsa a soste dietro ripari occasionali o lenti movimenti strisciando ventre a terra.

Al contrario, era richiesta grande energia nelle fasi di assalto che concludevano gli attacchi e che finivano in combattimento corpo a corpo, ma non con la scherma di baionetta, come ci si addestrava prima della guerra, ma a colpi di pugnale o di altri tipi di armi bianche, quali mazze ferrate, vanghette, piccozzini.

Anche la lotta corpo a corpo senza armi quindi tornò di interesse come aspetto dell’addestramento del soldato, allo scopo di allenare i fanti all’istinto aggressivo, alla combattività e alla fiducia nelle proprie capacità fisiche nella lotta ravvicinata.

Questo tipo di addestramento fu eseguito proprio dalla nuova specialità sorta nel 1917, le truppe d’assalto, in Italia conosciuti come “Arditi” .

*Editor per l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa

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