ARGENTINA: IL GENERALE MARTÍN MIGUEL DE GÜEMES LA PRIMA SENTINELLA DEI CONFINI (1785 – 1821)

Di Gerardo Severino*

Buenos Aires (nostro servizio particolare). In un recente articolo dedicato al quarantennale del sacrificio del Gendarme italo-argentino Juan Carlos Treppo, avvenuto alle Malvinas il 30 maggio 1982, avevamo fatto cenno alla prestigiosa Scuola della Gendarmeria Nazionale Argentina, che in Buenos Aires porta orgogliosamente il nome del Generale Martín Miguel de Güemes, il celebre condottiero che tanto contribuì all’indipendenza Argentina dalla Spagna.

Juan Carlos Treppo in una foto giovanile appena arruolato nella G.N.A.

Ebbene, proprio oggi, 17 giugno, in Argentina è festa nazionale e lo è proprio in omaggio a questo grande Eroe, morto a seguito delle ferite riportate in combattimento il 17 giugno del 1821, a soli trentasei anni d’età.

Il legame storico con il più importante Corpo di Polizia della Repubblica Argentina è dato dal ruolo che quest’uomo ebbe nel corso della sua breve esistenza, essendo stato

Egli il principale difensore militare delle frontiere argentine, ruolo che compete, sin dal 1938, come abbiamo già ricordato su queste stesse pagine, proprio alla Gendarmeria Nazionale. Vogliamo ricordare questo grande uomo d’arme dedicandogli la breve biografia che segue. Martín Miguel de Güemes nacque a Salta, da padre spagnolo (Gabriel de Güemes Montero) e madre creola (Maria Magdalena de Goyechea), l’8 febbraio del 1785, in un contesto storico nel quale quella provincia faceva ancora parte del cosiddetto “Virrejnato del Rio de la Plata”, una delle tante Colonie spagnole dell’America Centro-Meridionale.

 

l Generale de Guemes al comando dei suoi amati Gauchos

Cresciuto nella stessa Salta, contando sulle buone possibilità economiche della famiglia, il giovane ebbe modo di studiare, completandone il ciclo presso il prestigioso “Collegio di San Carlos”, a Buenos Aires, vero e proprio trampolino di lancio per la futura carriera militare che il ragazzo aveva deciso di intraprendere, entrando così a far parte del “Regimiento Fijo de Buenos Aires”.

Ben presto Martín Miguel de Güemes si sarebbe distinto in occasione delle invasioni inglesi del Rio de la Plata (nel corso del 1806), posto al comando di un reparto di Cavalleria. Animato dal più puro sentimento patriottico, in occasione della gloriosa “Rivoluzione di Maggio” (1810), con la quale si diede inizio all’inesorabile processo indipendentista argentino, Martín Miguel entro a far parte del glorioso Esercito del Nord, posto al comando di uno Squadrone di gauchos a cavallo. Durante la spedizione militare in Alto Perù, il Güemes si sarebbe, quindi, distinto nella battaglia di Suipacha (7 novembre 1810), la prima vinta dall’Esercito della Giunta Provvisoria di Buenos Aires contro l’esercito spagnolo rimasto fedele al Viceré del Perù.

L’ingresso principale della Scuola della Gendarmeria Nazionale Argentina Generale Guemes di Buenos Aires

Il suo indomito valore fu, poi, dimostrato con la riconquista della città di Tarija, il 18 gennaio 1812. Tornato successivamente a Buenos Aires, a causa di alcune screzi disciplinari con il comandante dell’Esercito del Nord, Generale Manuel Belgrano, Martín Miguel de Güemes avrebbe fatto rientro nella sua amata Salta nel corso del 1815.

Qui avrebbe dato vita ad un vero e proprio Esercito di Gauchos, che addestrò tenacemente alla tecnica della guerriglia e con il quale si mosse, in seguito, contro le truppe realiste spagnole che minacciavano le frontiere settentrionali di quella stessa provincia.

In questa fase, l’alto ufficiale entrò in conflitto con il nuovo comandante dell’Esercito del Nord, Generale José Rondeau, il quale pretendeva da lui rifornimenti di armi e munizioni, appena sufficienti per lui.

Il conflitto fu poi risolto con l’invio di truppe di rinforzo da Buenos Aires e con la riconferma di Martín Miguel de Güemes al comando dei Gauchos di Salta, provincia della quale, nel frattempo, era divenuto Governatore (caudillo), impegnandosi così nella diuturna vigilanza a difesa di quella frontiera.

Il Güemes riprese la lotta contro i realisti filo-spagnoli nel corso del 1817, allorquando le truppe del Maresciallo José de la Serna, violata la frontiera piombarono su Salta dalle roccaforti dell’Alto Perù.

Il 1º marzo il Generale Güemes pose in essere un vittorioso contrattacco contro gli spagnoli a Humahuaca, in seguito al quale, nel far strategicamente ritirare i suoi uomini verso sud, concepì e mise in atto una serie di azioni di guerriglia, utilizzando la nota tattica della c.d. “terra bruciata”.

I realisti, caduti nel tranello, arrivarono a Salta il 16 aprile, ma di fronte alla tenace resistenza degli uomini di Güemes e della locale popolazione, forti anche delle notizie riguardanti le vittoriose gesta del Generale José de San Martín a Chacabuco (battaglia del 12 febbraio 1817), indussero il Generale de la Serna a ritirarsi definitivamente verso nord.

Mesi più tardi, tuttavia, gli spagnoli, guidati dal Generale Pedro Antonio Olañeta, invasero nuovamente le regioni settentrionali, non riuscendo però a spingersi oltre la località di Jujuy. Grazie ad un efficace guerriglia, resa possibile ancora una volta dal sostegno delle popolazioni locali, il Generale Martín Miguel de Güemes  riuscì a controllare una vasta zona a cavallo della cordigliera andina che si estendeva da Atacama a Tarija sino a Chichas.

Martin Miguel de Guemes

Nel 1819 il Nord-Ovest dell’attuale Argentina fu nuovamente invaso dall’esercito realista filo-spagnolo.

Questa volta, purtroppo, il Governatore Güemes, fu abbandonato a sé stesso da parte delle autorità di Buenos Aires e dagli altri caudillos delle Province Riunite del Rio de la Plata.

A quel punto l’uomo d’arme si ritrovò a difendere la frontiera da solo e con pochissime risorse, tanto da essere costretto a imporre pesanti tributi all’aristocrazia agraria di Salta.

I tentativi di riconquista da parte degli spagnoli si presentarono, tuttavia, anche l’anno seguente, il 1820, allorquando l’ennesimo Corpo di spedizione, comandato dal Generale Juan Ramírez Orozco, invase il nord-ovest.

Ancora una volta, però, i realisti furono respinti dai Gauchos del Güemes. Al conflitto con gli spagnoli fece, purtroppo, seguito il riacutizzarsi delle c.d. “guerre intestine”, rappresentate da una serie di conflitti che avrebbero contrapposto le varie Province.

Ebbene, nel corso del 1821 il Governatore di Santiago del Estero, Juan Felipe Ibarra, chiese aiuto al Generale Güemes, nell’ambito della lotta che lo contrapponeva al caudillo di Tucumán, Bernabé Aráoz.

La spedizione militare terminò, tuttavia,  nella disastrosa battaglia di Rincón de Marlopa (3 aprile 1821).

A quel punto, considerando le perdite subite, ma soprattutto la sempre più pressante richiesta di fondi per finanziare le milizie provinciali, i latifondisti di Salta ordirono un vero e proprio “colpo di mano” all’interno del Cabildo (lgs. organo collegiale rappresentativo nell’ambito di ciascun Comune).

Dopo aver dichiarato  decaduto il Güemes dalla carica di Governatore, si accordarono addirittura con il Generale realista Olañeta, onde riconsegnargli la provincia.

Saputo quanto stava accadendo, Martín Miguel de Güemes  fece ritorno in città prendendone possesso pacificamente e perdonando comunque i suoi oppositori.

Ciò nonostante gli spagnoli diedero inizio all’ennesima spedizione volta a conquistare il nord-ovest argentino.

Fu così che la sera del 7 giugno 1821 un’avanguardia spagnola comandata dal Colonnello José María Valdés fece improvvisamente il suo ingresso a Salta, ingaggiando uno scontro a fuoco con Güemes ed i suoi Gauchos.

Il Governatore, che purtroppo era malato di emofilia, fu ferito da un proiettile ad una spalla e, quindi, costretto a ritirarsi in una fattoria nei dintorni della città, ove poter ricevette le necessarie cure. Nei giorni seguenti, nonostante la gravità della situazione,

Martín Miguel de Güemes  rifiutò un salvacondotto offertogli dagli stessi spagnoli per raggiungere Buenos Aires.

Il grande condottiero si spense così in località Cañada de la Horqueta il 17 giugno, dopo aver difeso accanitamente quella frontiera che separava la sua libera provincia dalla dominazione spagnola.

Coniugato con Dona Carmen Puch nel 1815, era padre di tre figli, Martín, Ignacio e Luis.

I suoi biografi ci ricordano che alcune settimane dopo la scomparsa del grande Generale, i suoi amati Gauchos, comandati da Jorge Enrique Vidt, avrebbero costretto le truppe realiste filo-spagnole ad evacuare definitivamente da Salta, senza più tornarci.

I resti del Generale Güemes riposano oggi nella Cattedrale di Salta, méta della venerazione e della riconoscenza Nazionale.

La morte del Generale de Guemes avvenuta il 17 giugno 1821

Vari i monumenti che lo ricordano sia a Salta che a Buenos Aires, mentre una città porta il suo nome nell’ambito della stessa provincia di Salta.

l monumento equestre che lo ricorda a Salta

Il suo valore non è stato mai dimenticato dall’Argentina, che l’annovera tra i suoi più grandi Generali, così come ha fatto la stessa Gendarmeria Nazionale, che lo ha “immortalato” come suo Eroe primogenito, la prima “Centinela de la Patria” che morì per difendere quei Sacri Confini che ormai da due secoli vedono sventolare la bandiera bianco-celeste di quella gloriosa Repubblica Argentina che il Generale di Salta aveva così orgogliosamente servito.

*Colonnello (a) GdF – Storico Militare

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