Guardia di Finanza: a Palermo scoperte violenze ripetute ai danni di anziani e reati finanziari in serie. Arrestate 7 donne, responsabili ed inservienti di una Casa di riposo

Di Michele Toschi

Palermo. Un coacervo di condotte ed episodi criminali gravi quanto ripetute, questo è quel che hanno scoperto i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo al termine dell’Operazione “Riposi amari”, effettuati nei riguardi di una Casa di riposo per anziani del capoluogo siciliano, e che si è conclusa stamani con l’arresto di 6 donne, tra le quali figurano l’amministratrice della struttura, una sua collaboratrice e altre 4 dipendenti.

Le indagini della Guardia di Finanza di Palermo contro gli abusi in una Casa di riposo per anziani

La ripugnante vicenda è venuta alla luce dopo due mesi di indagini e di intercettazioni ambientali, grazie alle quali le Fiamme Gialle palermitane hanno potuto documentare una lunghissima serie di violenze fisiche e vessazioni psicologiche che le arrestate commettevano sistematicamente contro gli anziani a loro affidati, persone quasi completamente inermi ed ormai completamente assoggettate ai modi brutali imposti dalla responsabile e dalle inservienti dell’ospizio, rivelatesi però all’occhio infallibile delle telecamere nella loro natura di autentiche aguzzine.

Un’indole criminale che lo stesso GIP del Tribunale di Palermo ha definito senza mezzi termini “un orrore quotidiano”, motivando altresì l’arresto delle responsabili come l’unica misura proporzionata alla gravità ed all’immoralità delle loro condotte.

Quello della violenza e della sopraffazione non era però l’unica condotta criminale perpetrata tra quelle mura, giacché gli investigatori della GdF hanno voluto veder chiaro su tutto lo sconcertante scenario, scoprendo così che la principale responsabile era già stata referente di alcune società portate a fallimento e che si erano avvicendate nella gestione della casa di riposo palermitana.

Secondo gli inquirenti, infatti, le tre società che si erano succedute nella suddetta gestione aziendale sono state portate ad uno stato di dissesto finanziario che ha poi comportato un passivo superiore al milione di euro, al quale, come spesso avviene in questi casi, erano poi seguite operazioni di distrazione del patrimonio aziendale (realizzate con l’evidente scopo di non corrispondere quanto dovuto ai creditori) nonché di riciclaggio e autoriciclaggio, ciò grazie ad alcune “teste di legno” reclutate dalla stessa amministratrice della struttura.

Per non farsi mancare nulla, è altresì da rilevare la posizione di una delle cinque dipendenti oggi finite in carcere, la quale risulta inserita in un nucleo familiare percettore del “reddito di cittadinanza” (799 euro mensili) evidentemente ottenuto con dichiarazioni false.

Oltre alla custodia cautelare in carcere delle sei donne (che hanno età comprese tra i 56 ed i 35 anni), il GIP ha altresì disposto la nomina di un amministratore giudiziario – dotato di specifica competenza nel settore – che avrà il compito di assicurare l’assistenza degli anziani ricoverati avvalendosi di personale qualificato.

Di concerto con l’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo e con il 118, è stato inoltre predisposto un piano di accertamenti mirati alla tutela degli anziani ricoverati, con particolare riguardo alle cautele imposte dall’attuale emergenza epidemiologica da COVID-19.

La casa di riposo  è stata ovviamente sottoposta a sequestro, in quanto ritenuta dall’Autorità Giudiziaria inquirente diretto provento dei reati di bancarotta fraudolenta, riciclaggio ed autoriciclaggio.

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