Eurispes: temi europei assenti dal dibattito

Roma. Una campagna elettorale “diesel” a lentissima accensione e un’agenda politica priva di grandi argomenti attorno ai quali dibattere; su tutti, un illustre assente: l’Europa, appunto. Dei temi marcatamente europei si è parlato poco o per nulla, nelle settimane precedenti al voto che, all’indomani del 26 maggio, ci consegnerà il rinnovo del Parlamento europeo. Questo è ciò che emerge da una rilevazione dell’Eurispes.

Si è visto che, perlomeno in Italia, si è parlato poco e male dei temi europei per lasciare spazio a quello che è il dibattito interno. Si è parlato molto del clima che in questo fine maggio cambia repentinamente tra neve e temporali molto violenti e improvvise ondate di caldo fuori stagione. La questione climatica è un tema molto trattato perché si riallaccia al tema dei cambiamenti climatici che attualmente è balzato in prima pagina.

Un altro tema su cui si è parlato molto è quello di Noemi, una bambina di quattro anni finita in gravi condizioni all’ospedale di Napoli perché coinvolta suo malgrado in uno scontro a fuoco tra pregiudicati. Ovviamente la povera Noemi, colpita da una pallottola vagante, ha suscitato sdegno e polemiche in tutto il Paese e si è parlato sia della cronaca sia della salute della piccola. Anche le liti tra esponenti del governo hanno avuto tanto risalto sui media italiani; il governo Conte pare ormai preda dei dissidi tra i due Vicepremier, Matteo Salvini e Luigi di Maio, e sarà impossibile che ci siano ripercussioni comunque vadano le elezioni.

Come andranno le elezioni europee?

Si è parlato anche del “caso Siri” che è stato oggetto del contendere tra le due maggiori forze politiche. Uno scontro che idealmente si salda all’onnipresente tema “scontro Lega-M5S” e costituisce, almeno nell’agenda dei talk, il primo tema della puntata per quasi la metà delle occorrenze.

Il passaggio da una campagna giocata sulla lite di Governo a una campagna giocata sulla personalizzazione, che sembra concretizzarsi in questi giorni nelle diverse strategie di “contro campagna” dal basso, giocate in occasione delle ultime tappe del tour elettorale di Salvini, non avviene però senza conseguenze. In passato, porre la propria persona politica quale “posta in gioco” della campagna elettorale (il riferimento è alla ricerca condotta da Paolo Mancini sulle Politiche del 2006) ha portato buoni frutti. Nell’Italia che ha sostituito l’orientamento populista a quello antipolitico, quali effetti sortirà questa strategia ormai antica? Questo si chiede l’Eurispes perché è ormai evidente che la tendenza all’atteggiamento antipolitico si sta consolidando.

In questa campagna elettorale davvero anomala i temi europei hanno sempre fatto da sfondo, sono sempre stati trattati dopo le cronaca interna, come se fossero irrilevanti, come se in fondo non avessero tanta importanza. L’Europa è diventata spettatrice della politica interna, non è più la protagonista, tutto è incentrato su quello che succede in Italia e viene dato solo uno spazio marginale a ciò che avviene in Europa. Questa potrebbe essere una spia di quanto sta per accadere se vincessero i sovranisti, si potrebbe ritornare a quella che l’Europa del passato in cui ogni Paese guarda quasi esclusivamente a ciò che avviene entro i propri confini.

 

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore