LIBERTA’ DI CULTO E CORONAVIRUS: NON INFAMATE IL NOME DEI CARABINIERI. SE CI SONO COLPE, CERCATE ALTROVE!

Di Alexandre Berthier

Roma. “Del Re custodi e della legge, schiavi
Sol del dover, usi obbedir tacendo
E tacendo morir, terror de’ rei,
Modesti ignoti eroi, vittime oscure
E grandi, anime salde in salde membra,
Mostran nei volti austeri, nei securi
Occhi, nei larghi lacerati petti,
Fiera, indomata la virtù latina.
Risonate, tamburi; salutate,
Aste e vessilli. Onore, onore ai prodi
Carabinieri! …(1)”. 

Può essere spesso ingrato, ma irrinunciabile, l’operato di chi deve adempiere il suo dovere, anche quando ciò potrebbe umanamente ferire il prossimo, provocarne differenti sensibilità, comprimere quelli che i singoli ritengono essere propri diritti assoluti.

E a maggior ragione se l’adempimento di esso dovere fosse motivato dalla esigenza di tutelare un bene assoluto qual è la salute dei cittadini.

Apprendiamo con crescente frequenza in questi giorni di ansia, paura e disorientamento, di reazioni ingenerose, quando non fortemente offensive se non addirittura violente nei confronti di agenti della forza pubblica, chiamati a far rispettare le disposizioni impartite dall’autorità dello Stato, per contrastare i contagi del temibile virus conosciuto come “coronavirus” che tante vittime ha mietuto e continua a mietere.

Carabinieri del NAS nelle zone focolaio del COVID-19

Così, abbiamo appreso di cittadini che sfogano la propria ira, i propri malumori su carabinieri, poliziotti, vigili urbani o soldati dell’Esercito che, a rischio della propria incolumità per una continua ed obbligata esposizione al rischio di contagio, adempiono comunque con professionalità e abnegazione un compito importante qual è il controllo delle disposizioni impartite dal Governo.

I militari dell’Esercito impegnati nei controlli di documenti

Compiti che, vorremmo ricordare a tanti, purtroppo per loro, non si possono assolvere stando comodamente a casa propria, lavorando in smart-working (2)!

E tali controlli riguardano comportamenti dei cittadini, e di chiunque si trovi sul territorio nazionale, che hanno a che fare con libertà garantite dalla Costituzione (3) ma che sono state limitate o sospese con provvedimenti del Governo, sanzionati dal Parlamento (4), provvedimenti che però non hanno mancato di sollevare dubbi e perplessità già su queste stesse pagine ad opera dello scrivente il 20 marzo scorso (5), poi dalla costituzionalista fiorentina professoressa Ginevra Cerrina Feroni e, da ultimo, recentemente, dall’eminente accademico e giurista Sabino Cassese.

Ma in assenza di formali interventi della Corte Costituzionale, le disposizioni emanate dal Governo, sono legge o hanno forza di legge e sono comunque misure che sono circoscritte in un preciso arco di tempo, che allo stato avrà termine il 31 luglio prossimo.

Dunque, “dura lex, sed lex” e, pertanto, la necessità di dare certezza al diritto in uno Stato di diritto. Ed è quello che sentiamo invocare sempre e da più parti.

Lo pretendiamo tutti, purché, però, abbia a che fare solo con gli altri. Dopo questa non breve premessa, vengo al punto.

Lunedì i social, e ieri la stampa, si sono lanciati in una vera e propria crociata di improvvisati quanto improbabili difensori della fede contro Carabinieri definiti superficialmente ed ingenerosamente “sacrileghi”, “blasfemi”, “strumenti del demonio!!!”.

Suvvia, non scherziamo, i Carabinieri sono quelli di cui parla Costantino Nigra: gli stessi da 206 anni!

Militari dell’Esercito e Carabinieri impiegati nel rispetto delle norme anticontagio Covid-19

Quando pronunciamo la parola “Carabiniere” noi evochiamo l’Italia, la Patria, l’Onore militare , il sacrificio, il sangue di una schiera infinita di eroi, silenziosi, umili, ma per questo non meno grandi, inimitabili e insostituibili.

Proviamo ad immaginare la nostra Italia senza le nostre 5 mila Stazioni dei Carabinieri, con i loro 5 mila Marescialli che le comandano, spesso le uniche presenze rassicuranti e altruiste di uno Stato lontano e talvolta pure un po’ patrigno…

Dicevo, abbiamo visto dei video con Carabinieri che entrano in Chiesa per chiedere a persone che assistono alla celebrazione della Messa di allontanarsi, con concitati confronti col sacerdote celebrante, che ha replicato in modo aspro e con invito ai fedeli a disobbedire alle leggi.

E anche nei giorni precedenti abbiamo appreso di interventi sempre spiacevoli ma necessitati da celebrazioni di cerimonie funebri, processioni devozionali e messe con ampie partecipazioni di pubblico, in aperto dispregio delle norme promulgate dal Governo e dalle competenti autorità religiose: Vescovi , Conferenze Episcopali Regionali e Conferenza Episcopale Italiana (CEI), organo di autogoverno della Chiesa Cattolica Italiana, per capirci quella destinataria del famoso 8 per mille.

Per non coinvolgere poi il Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica, Papa Francesco, che pur non soggetto all’autorità dello Stato italiano ed essendo Sovrano di uno Stato che ha circa mille propri cittadini residenti all’interno delle Mura Leonine, ha celebrato le più importanti e solenni ricorrenze pasquali in solitudine, senza presenza né di fedeli né di pubblico! Dunque, di che si va cianciando?

La Chiesa Cattolica ha una rigida struttura gerarchica ed i ministri sacri promettono solenne obbedienza ai propri superiori.

Non so se il Papa, il Cardinale Bassetti, i presidenti delle conferenze episcopali regionali, i vescovi diocesani abbiano fatto bene o meno a disporre il divieto della celebrazione delle messe con i fedeli, o dei funerali con la partecipazione dei soli congiunti del defunto (6), eccetera, ma so che hanno dato queste disposizioni e su quanto hanno disposto non vi possono essere dubbi né per i sacerdoti né per i fedeli.

Il cattolico è un cristiano, che si distingue dai confratelli di fede non cattolici, perché fa parte della Chiesa di Roma, quella fondata da Cristo e affidata a Pietro ed ai suoi successori, che sono per i cattolici Vicari di Cristo!

Se il Vicario di Cristo e i suoi Pastori, i Vescovi, hanno impartito queste disposizioni, il reverendo parroco di Gallignano (Cremona), l’ottantenne don Lino Viola, con i suoi fedeli, deve obbedire.

L’intervento dei Carabinieri nella chiesa di Gallignano (Cremona)

Non può protestare, se lo fa si pone fuori dalla comunità ecclesiale! E non è come hanno scritto “un prete degno di Sant’Ambrogio, il dottore della Chiesa che scrisse ‘ubi Fides, ubi Libertas’ “(7).

Per non parlare poi dell’ampio reportage de La Verità che titola “L’irruzione in Chiesa dei Carabinieri dovrebbe scuotere le coscienze anche dei laici. La messa è interrotta, non andate in pace” e che ricorda anche un parroco di Piacenza che “incalza i fedeli: opponetevi alle multe”. Insomma “una ribellione gentile all’autoritarismo che avanza” (8).

Comunque, nell’ampio articolo di Francesco Borgonovo si stigmatizza, è vero, come assolutamente inopportuno il comportamento dei Carabinieri, ma in realtà si vuole colpire la politica del Governo e un non apprezzato “collaborazionismo” dei Vescovi col Governo Conte, giungendo ad affermare che “la Chiesa, facendosi ancella della scienza, che ormai è diventata la vera religione del nostro tempo, ha radicalmente rinnegato i suoi principi più essenziali” e che “Tuttavia molti vescovi continuano ad insistere sulla linea dura, offrendo al Governo un appoggio che probabilmente non merita”.

E qui il discorso ci porterebbe lontano, ma non pensiamo affatto di doverlo seguire.

In tutto questo vi è stato poi chi si è esibito anche in sottili quanto perfide disquisizioni giuridiche che vorrebbero i Carabinieri operanti nella Chiesa di Gallignano responsabili della violazione dell’art. 405 del Codice Penale (turbamento di funzioni religiose) che punisce i responsabili con la reclusione fino a due anni, o da uno a tre anni se concorrono fatti di violenza alle persone o di minaccia.

Vogliamo ricordare a questi dotti giuristi che prima di arrivare a leggere l’art. 405, sfogliando il Codice Penale dalle prime pagine ci si imbatte nell’art. 51 (esercizio di un diritto e adempimento di un dovere) che come noto esclude la punibilità!

Quanto poi a pretese violazioni delle regole circa l’accesso delle Forze di Polizia nei luoghi di culto cattolici, a norma di quanto ebbero a stabilire i nuovi accordi tra Stato e Chiesa del 1984, lasciamo ai Vescovi la denuncia della loro presunta violazione e non raccogliamo le sciocchezze orecchiate a destra e a manca.

Se in Italia abbiamo una epidemia, o pandemia che dir si voglia, non è certo colpa dei Carabinieri.

I Carabinieri, con le altre forze di Polizia e con l’Esercito sono attori fondamentali di questa lotta al virus.

A loro può andare solo il nostro ringraziamento e l’augurio che nostro Signore ce li conservi a lungo, meglio se per sempre!

NOTE

  1. Ode ai Carabinieri, tratta dal poco noto ma bellissimo poema la “Rassegna di Novara” di Costantino Nigra, politico, diplomatico, letterato, opera del 1875 in cui l’autore immagina Re Carlo Alberto che passa in rassegna l’esercito di caduti nelle battaglie, e tra di essi per primi i Carabinieri.
  2. Conoscendoci, noi italiani, facciamo molta fatica a credere che veramente ci si sia riconvertiti tanto velocemente allo smart-working, espressione che alla totalità degli italiani non dice nulla, tranne a pochi illustri privilegiati che lo smart-working lo fanno da sempre, senza sapere però che si chiamasse così, ma soprattutto senza sapere che si trattasse di lavoro
  3. In primis, l’Art.13, Libertà personale; Art. 16, libertà di circolare e soggiornare; Art. 19, libertà di culto
  4. In primis, il DL 23 febbraio 2020 n. 6 convertito con legge n.13 del 5 marzo 2020
  5. Alexandre Berthier, “”Covid-19: Più della Costituzione potè la paura. Stato di emergenza e decretazione straordinaria””, in Report Difesa – Geopolitica & Sicurezza, del 20 marzo 2020
  6. Peraltro pure vietati nelle zone a suo tempo classificate “zone rosse”(la Regione Lombardia e ben 14 province)
  7. Camillo Langone, “Il Caso del Prete ribelle e dei Carabinieri”, su Il Giornale del 21 aprile 2020, pagg. 1 e 19
  8. Francesco Borgonovo, su La Verità del 21 aprile 2020, pagg.1 e 4

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